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François Lafond: “Hollande più europeista di Sarkozy”

Si parla di un “problema europeo”, se François Hollande domenica sarà eletto. E, all’apparenza, anche i battibecchi di ieri sera, in diretta tv, non lasciano ben sperare: il candidato socialista ha rinfacciato a Nicolas Sarkozy di aver ceduto troppo nei confronti di Angela Merkel. François Lafond, analista politico, non vuole farsi fuorviare da quelle parole: «In realtà ritengo che Hollande abbia una visione dell’Europa più vicina a quella della cancelliera tedesca, rispetto a Sarkozy. Con un nuovo Presidente, l’asse franco-tedesco potrebbe funzionare meglio. Sarebbe un vantaggio anche per l’Unione».

Il politologo Lafond, coinvolto a più riprese in diversi think thank, fino a pochi mesi fa alla guida dell’antenna parigina del German Marshall Fund of the United States, è stato anche nel passato consulente a Roma del ministro degli Affari regionali del governo Prodi, Linda Lanzillotta. La sua può sembrare un’opinione controcorrente. Ma a Parigi diversi osservatori cominciano a pensarla allo stesso modo.

FIRSTonline – Secondo lei Hollande è davvero un europeista convinto?

Lafond – Certamente. Ha collaborato a lungo con Jacques Delors. Appartiene alla stessa famiglia di Jacques Attali e di Pascal Lamy, economisti della medesima area politica, che credono al libero mercato, anche se con dei limiti. E che ritengono che una maggiore integrazione economica a livello europeo possa proteggere meglio i cittadini. La sua non è l’Europa intergovernativa di Sarkozy ma un’Europa federale. Il Presidente attuale ha preso delle decisioni con la cancelliera quando è stato necessario. Ma non ha mai pensato di trasferire una parte della sovranità a livello sovranazionale. Da questo punto di vista, l’Europa di Sarkozy non è quella di Delors ma di de Gaulle. 

FIRSTonline – Con la Merkel, comunque, sembrava ci fosse un’intesa…

Lafond – In realtà la tradizione alla quale fa riferimento la cancelliera è quella della Cdu, che è sinceramente europeista. Diciamo che le sentenze di Karlsruhe sulla compatibilità del trattato di Lisbona con l’ordinamento nazionale tedesco, l’hanno costretta a momenti a frenare su quella strada.

FIRSTonline – Sì, però, concretamente, Hollande vuole rinegoziare il fiscal compact, il patto sul pareggio di bilancio, voluto da Merkozy. Se davvero sarà eletto domenica prossima, come indicano i sondaggi, sarà l’occasione di uno scontro con la Merkel?

Lafond – Non credo proprio. Hollande vuole aggiungere a quel patto un protocollo con alcune misure per stimolare la crescita. Ma, se si guarda alle dichiarazioni della cancelliera negli ultimi tempi, andrà bene anche a lei. Mettendo la crescita come obiettivo numero uno (e non solo e unicamente avere dei conti pubblici equilibrati) nell’agenda europea, Hollande sarebbe anche sulla stessa lunghezza d’onda di Mario Monti.

FIRSTonline – E dopo? Possono continuare sulla strada di una maggiore integrazione? E, ad esempio, puntare a un aumento del budget disponibile alla Ue, ora in discussione?

Lafond – Dopo sarà tutto molto più difficile, almeno nei primi tempi. Fra un anno la Merkel dovrà affrontare le elezioni nel suo Paese. Sarà in campagna. E, fra l’altro, se alla fine si ritroverà a governare con una grande alleanza, socialdemocratici compresi, le affinità con un Hollande presidente potrebbero pure accrescersi. Questo, però, lo vedremo l’anno prossimo. Anche Hollande, comunque, agli inizi potrebbe avere qualche problema. Dovrebbe gestire la sua maggioranza, che comprende personaggi come il socialista Arnaud Montebourg e il leader del’estrema sinistra, Jean-Luc Mélenchon, che ritengono che l’Europa sia stata finora solo un cavallo di Troia del liberalismo economico più che un sistema di protezione dei cittadini.

FIRSTonline – Hollande sarà anche un europeista. Ma in questa campagna, al pari di Sarkozy, non ha parlato molto di Europa. Perché?

Lafond – L’Europa in Franca divide, sia nella sinistra che nella destra. Ma Hollande potrebbe fare come Mitterrand, che ebbe un atteggiamento europeista anche se una parte dei socialisti e i comunisti non erano d’accordo con lui. Con Hollande, come con Mitterrand, si potrebbe andare verso un’Europa più federale.

FIRSTOnline – Cosa pensa dei timori di tanti a Parigi riguardo a una reazione negativa dei mercati, se Hollande sarà eletto davvero? I suoi propositi di rivale dell’alta finanza, forse potrebbero non aiutarlo…

Lafond – Difficile prevedere se lo spread schizzerà verso l’alto. Quanto alle sue critiche nei confronti del mondo finanziario, in parte si tratta della retorica elettorale di uno che vuole attirare anche i consensi più a sinistra. In realtà Hollande è un socialista moderato, riformista. Alla fine potrebbe anche utilizzare a suo vantaggio una risposta negativa dei mercati, strumentalizzarla per abbandonare proprio quella parte di retorica che gli è servita per essere eletto. Per dire ai suoi alleati più a sinistra che qualche concessione ai mercati alla fine andrà fatta.

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