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Fiscal compact, il governo: ratifica entro luglio

Ratificare il trattato sul Fiscal compact entro luglio. E’ l’auspicio del governo, espresso al Senato in commissione Esteri dal ministro Moavero Milanesi. A livello europeo, l’ok sta arrivando a velocità diverse: la Francia ha già ratificato il Trattato istitutivo del Mes ma non ancora il Fiscal compact; la Germania prevede che la votazione del Bundestag in prima lettura avvenga il prossimo 29 giugno.

Nel progetto di conclusioni del prossimo Consiglio europeo del 28 e 29 giugno, dovrebbe essere incluso un auspicio di entrata in vigore del Meccanismo europeo di stabilità entro il 9 luglio. “Tale meccanismo entrerà in vigore ad avvenuta ratifica di Paesi che rappresentino almeno il 90% delle quote da sottoscrivere e che l’Italia dispone del 17%. La ratifica italiana, pertanto, al pari di quella degli altri Paesi con una quota superiore al 10 per cento, risulta determinante”.

La ratifica del Mes è peraltro strettamente legata a quella del Fiscal compact in quanto, non si potrà fruire dell’assistenza del Meccanismo di stabilità se non si aderisce anche al fiscal compact. “L’auspicio del governo è quello che l’iter di ratifica dei Trattati Mes e Fiscal compact possa concludersi entro la fine del mese di luglio, fermo restando il giudizio del Parlamento”, ha rimarcato Moavero Milanesi.

E intanto sempre al Senato, dalla commissione Finanze giunge la sollecitazione a dare preminenza alla crescita. La commissione ha infatti approvato un parere sulla ratifica del Fiscal compact in cui si sottolinea “fondamentale conferire preminenza all’obiettivo di favorire una ripresa strutturale della crescita, attraverso l’adozione di parametri differenziati per promuovere gli investimenti pubblici e, in generale, di appropriate misure di stimolo, da valutare già in seno al prossimo Consiglio europeo del 28 e 29 giugno”.

Un parere che- a opinione del senatore D’Ubaldo (pd)- “rende chiara la preferenza per politiche economiche e di bilancio dotate del carattere della stabilità ed elimina quindi il sospetto che si possano ritenere condivisibili anche misure di carattere eccezionale. La proposta di parere assume una posizione esplicitamente contraria rispetto all’ipotesi – recentemente ventilata – che accredita la convenienza dell’uscita dell’Italia dall’euro, come soluzione, certamente non strutturale, ritenuta capace di produrre un «effetto shock» sulla ripresa economica”. 

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