X

Fiam, un gioiello del design nel paese di Valentino Rossi

Tavullia, un piccolo paese di 7mila abitanti, in provincia di Pesaro-Urbino: due personaggi, molto diversi tra loro ma ugualmente celebri, sono nati e qui vivono: il mitico re della moto Valentino Rossi e il re del vetro curvato, Vittorio Livi, imprenditore, artista, designer visionario la cui azienda, la Fiam, è considerata il n.1 mondiale dei mobili di cristallo curvo. Una fama mondiale, una sterminata collezione di premi di design e di presenze in musei (solo la poltrona Ghost è in 30 musei) e soprattutto un centro di ricerca quasi unico perché rendere “abitabile” e prezioso ma anche assai resistente il fragilissimo vetro è un’operazione che nessuno era mai riuscito a fare con questi risultati.

Mobili aerei, poltrone – come la celeberrima Ghost solide e al tempo stesso trasparenti, tavoli come sospesi ma assai robusti e poi finiture che solo Fiam è in grado di applicare con risultati di grande eleganza. Da decenni, Livi ha scelto i designer più raffinati e originali come Philippe Starck con il quale ha celebrato nel 2018 il ventesimo anniversario di un gioiello del cristallo che prima non c’era: Caadre, il grande specchio-quadro che semplicemente – e quasi negligentemente – poggiato alla parete diventa un magnetico occhio di design. Spesso copiato in giro per il mondo ma mai nemmeno lontanamente simile agli originali.

I suoi mobili cristallini sono molto fotogenici, “bucano” le telecamere e sono presenti in molti film, sono nelle case di star come Springsteen, Sting, Michael Jackson…Anche lo snobbissimo sito di e-commerce, il giapponese Rakuten manifesta una grande entusiasmo per la Fiam, proclamandola la miglior azienda al mondo di vetri e mobili d’arte. I suoi prodotti sono definiti addirittura sublimi; i cinesi conoscono oggi parte del catalogo raffinatissimo di questi veri e propri pezzi d’arredamento speciali. L’export supera il 70 per cento con richieste da tutti i continenti. Ed ecco qui al Salone un passo in più, tanta tecnologia, con lastre goffrate mai ottenute prima da nessuno, con nuove macchine, nuove attrezzature, e il risultato è quello che Livi da anni vuole sempre dare in più: goffrature molto profonde, magiche come effetti, misure personalizzabili, smalti hi tech dall’effetto in 3D.

E poi spessori molto alti di intensità materica unica su lastre assai estese mai ottenute prima. Il tutto per rendere – come Livi e i suoi ricercatori-artisti intendono ottenere – prezioso valore aggiunto non imitabile. Il cristallo puro viene lavorato con stratificazioni, finiture fumè, viene inciso, temperato e ora anche unito a pellami sontuosi, a essenze preziose e metalli lucenti. “Ma sempre vetro, mai snaturato al punto da sembrare finto marmo-sottolinea Livi-finto legno, finta ceramica, finta stoffa…Noi abbiamo sempre aggiunto valore e prestigio a quesato nobile materiale”.

50 anni fa, dal sacro al profano

Come nasce un’azienda come Fiam? “50 anni fa – risponde Livi nello stand del Salone di Milano traboccante di compratori stranieri di ogni continente -realizzavamo vetri bombati per le immagini sacre e anche per le cucine e avevamo già una esperienza artigianale avanzata così ho voluto provare a uscire dal terzismo realizzando uno sgabello di vetro. Da lì è cominciato tutto”. Dal sacro al profano ma con… un ritorno, perchè Livi ha progettato e realizzato i due Crocefissi di cristallo lavorato in fusioni speciali con tante incisioni a simboleggiare le ferite del Cristo, consegnati a Papa Ratzinger e a Papa Bergoglio. “Il vetro come simbolo di trasparenza e di ecologia perchè è interamente naturale”:Tavullia è piccola, si conoscono tutti…

E Valentino Rossi? “Amici, amici di famiglia, l’ho visto nascere e crescere, abbiamo giardini confinanti, ci vediamo spesso in palestra…”. Livi lo dice con la stessa semplicità con la quale racconta i successi dell’azienda, una caratteristica tipica di questa zona, a metà romagnola e a metà marchigiana, dove incontrare e anche intervistare imprenditori come lui e come altri sempre affabili non è certo difficile come lo è al contrario con non pochi imprenditori del mobile della Brianza o del Veneto, chiusi -magari giustamente- nel loro algido regno di vestali del design. Un’azienda come Fiam verrebbe da chiedersi avrà fatturati considerevoli e invece no, Fiam mette a segno 10 milioni di euro di cifra d’affari, perché molto viene investito di continuo in rR&D ma ora Livi ha ben capito che è il momento, grazie al solido piedestallo conquistato in tutto il mondo per l’immagine e l’unicità, di fare il grande balzo in avanti, con programmi molto ambiziosi.

E intanto ha avviato Veblén, mobili in Luxury Edition by Fiam, una splendida divisione di fascia molto alta, che ha trovato sede nella quattrocentesca residenza di Miralfiore, a Pesaro, riportata da Livi al suo originario splendore. E il nome Veblén è stato scoperto nel corso dei lavori, in italiano vuol dire ermellino, l’animale che più di ogni altro ha sempre rappresentato il lusso regale.

Altri approfondimenti sul Salone del Mobile, sul blog La casa di Paola.

Related Post
Categories: Economia e Imprese