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Fca vola ma Pirelli e banche zavorrano la Borsa

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Chiusura in ordine sparso per i listini europei, vivacizzati dalle possibili nozze di Fca (+9,53% a Milano) e Peugeot (+4,5% a Parigi), ma zavorrati dalle banche con il tonfo di Deutsche Bank (-7,6% sul Dax) e di Banco Santander (-6,9% sull’Ibex 35) dopo i conti dei primi nove mesi dell’anno.

Piazza Affari perde lo 0,15% e scende 22.646 punti, bilanciando il crollo di Pirelli -10,67%, con l’impennata di Fca. Ad abbassare l’umore contribuisce il settore creditizio, mentre lo spread sale a 135 punti base (+1,07%) e le aste per 5,5 miliardi di euro di Btp si sono concluse con rendimenti in aumento.

Nel resto d’Europa: Francoforte -0,2%; Parigi +0,45%, grazie a L’Oréal (+7,5%) ed Essilor-Luxottica (+1,05%) dopo i conti; Madrid -1,24%; Londra +0,4%; Zurigo -0,01%, dove Credit Swiss perde il 2,5%, benché gli utili del terzo trimestre abbiano battuto le stime.

Wall Street, dopo un’apertura incolore, è in cerca di una direzione in attesa di Jerome Powell e della decisione, quasi scontata, della Fed, che dovrebbe abbassare il costo del denaro di un altro quarto di punto, il terzo dell’anno. Solo il 25% degli operatori però è disposto a scommettere su un quarto intervento della banca centrale prima della fine del 2019, anche alla luce della lettura preliminare del pil del terzo trimestre, +1,9%, che risulta in calo rispetto al secondo trimestre (era +2%), ma in misura inferiore alle attese (la stima era +1,6%).

Pesa sui mercati inoltre l’andamento del petrolio, in corsa verso il basso dopo il dato settimanale sulle scorte Usa al 26 ottobre, di gran lunga maggiore delle previsioni. Il Brent perde l’1,74% e scende a 60,52 dollari al barile. L’oro risale in zona 1496,15 dollari l’oncia.

L’euro-dollaro è in blando favore della moneta unica a 1,124. La divisa europea si apprezza leggermente anche nei confronti della sterlina, con il cambio intorno a 0,864.

Tornando in Piazza Affari, Fca è la stella del giorno, dopo la conferma delle indiscrezioni su una trattativa con Psa. Reuters scrive che l’accordo potrebbe essere già annunciato domani e che la casa torinese ha convocato un board per questa sera sulla possibile aggregazione con la casa francese. Resta al palo Renault (-4% a Parigi), che si è lasciata sfuggire l’occasione di un’unione con il Lingotto. 

La fusione tra Fca e Psa porterebbe alla nascita di un gruppo automobilistico da 50 miliardi di dollari (45 miliardi di euro), in grado di vendere quasi 9 milioni di auto e di piazzarsi al quarto posto nella classifica globale dei costruttori. Per l’agenzia di rating S&P “i colloqui arrivano al momento giusto e potranno avere un impatto positivo nel lungo termine sulle condizioni del credito di entrami i gruppi”, presupponendo “una fusione alla pari”. Si apprezza al seguito Exor +4,6%.

I conti premiano Amplifon, +5,3%, che prevede di “continuare a registrare una favorevole evoluzione dei ricavi, superiore al mercato, grazie al contributo di tutte le aree geografiche in cui opera e trainata da una solida crescita organica, dall’integrazione di Gaes e dal contributo della crescita esterna, principalmente in Francia e Germania”. Balzo di Recordati +3,18% e Diasorin +2,38%. 

La maglia nera del listino spetta a Pirelli, che ieri sera ha deluso, con la revisione al ribasso delle previsioni e il rinvio del piano industriale al primo trimestre del 2020.

La vendite penalizzano i titoli petroliferi, soprattutto Saipem -3,77% e Tenaris -2,88%. Banche in calo: Banco Bpm -3,1%; Unicredit -1,88%; Bper -1,89%; Mediobanca -1,84%; Ubi -1,62%; Intesa -1,03%.

Fuori dal paniere principale Banca Ifis perde il 7,6%. Il cda ha deliberato di abbandonare definitivamente le trattative con Credito Fondiario, per una possibile alleanza nei settori debt servicing e debt purchasing.

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