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Fca sale in Borsa sul dividendo, segnali di ripresa per Psa

Imagoeconomica

La notizia del maxi dividendo che interesserà tutti i soci di Fca (ma non quelli di Psa) titolari di azioni alla chiusura delle contrattazioni venerdì 15 gennaio sta spingendo il titolo del Lingotto a Piazza Affari: a metà mattinata il valore dell’azione è arrivato a crescere del 5%, sopra i 13,4 euro, svettando in testa al Ftse Mib, che vive una seduta positiva proprio grazie alla galassia Agnelli: gli altri titoli in evidenza sono Ferrari, Exor e Cnh Industrial. Intanto, l’imminente sposa di Fca in Stellantis (che nasce proprio sabato 16 gennaio), Psa Peugeot, ha pubblicato i risultati del 2020, da cui è emerso che le vendite mondiali del gruppo automobilistico francese sono diminuite del 27,8% a 2,5 milioni di veicoli, penalizzate dalla crisi sanitaria.

I volumi – precisa un comunicato del gruppo francese – sono caduti soprattutto in Europa, dove la flessione è stata del 29,7% a 2,1 milioni e dove il gruppo ha realizzato l’85% delle sue consegne e in Cina (-57,7% a 45.965 unità). Il gruppo, che comprende i marchi Peugeot, Citroen, DS, Opel e Vauxhall, sottolinea per altro che la crisi ha fornito l’occasione per sviluppare l’e-commerce e spera di vendere 100mila veicoli in Europa entro il 2021 tramite questo canale contro 40mila lo scorso anno. Nel Vecchio Continente, sottolinea inoltre Psa, le vendite hanno segnato “una netta ripresa” nel secondo semestre del 2020, registrando un aumento del 40% rispetto ai primi sei mesi dell’anno.

La stessa tendenza è stata osservata in Cina, dove le consegne migliorano mese dopo mese da settembre e a dicembre 2020 sono state pari a quelle del dicembre 2019. Nell’area Medio Oriente-Africa, Psa evidenzia di avere segnato lo scorso anno un aumento delle consegne del 20% a quasi 200.000 unità in un mercato in calo del 14%. In America Latina, per contro, il gruppo ha accusato una contrazione delle vendite del 29,7% a 95.357. Quanto alla performance dei vari marchi, proprio Peugeot è stato quello che ha meglio resistito alla crisi (-23% a 1,1 milioni di veicoli venduti), mentre Opel Vauxhall è stato il più penalizzato (-35% a 630mila).

Anche l’altro grande gruppo francese, Renault, che dal 1° luglio è guidato dal manager italiano Luca De Meo, ha pubblicato i conti del 2020, che pure evidenziano un netto calo delle vendite: -21% a 2,9 milioni di veicoli. Anche in questo caso però non mancano gli spunti positivi, come la grande crescita nell’elettrico: la casa ha comunicato il raddoppio del numero dei veicoli elettrici venduti in Europa nel 2020 a 115.888 unità. Il modello principale, la Zoe, ha superato i 100mila esemplari venduti, con una crescita del 114% su base annua, che ne ha fatto il modello elettrico più venduto in Europa. Una vettura su 10 venduta da Renault nel Vecchio Continente nel 2020 era elettrica contro il 3% nel 2019, ha precisato il direttore commerciale di Renault, Denis Le Vot, nel corso di una conference call.

Renault ha anche confermato la nuova strategia: meno volumi per risparmiare sui costi, ma auto più redditizie puntando molto sulla forza del brand. In un aggiornamento della strategia aziendale, il gruppo automobilistico francese ha aumentato il suo obiettivo di risparmio sui costi di 500 milioni di euro a 2,5 miliardi di euro entro il 2023 e ha fissato nuovi obiettivi per aumentare gradualmente i margini: Luca de Meo ha ribadito che ridurrà il numero di veicoli prodotti, riducendo di conseguenza la spesa in ricerca e sviluppo e semplificando i processi di produzione. Renault ha dichiarato di puntare a un margine operativo di gruppo del 5% entro il 2025.

Le azioni Peugeot alla Borsa di Milano sono in rialzo del 5,26% mentre le Renault salgono dello 0,23% a Parigi.

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