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Euro più forte, spread più largo e Abu Dhabi colloca bond convertibile in Unicredit

FIRSTonline

Arrivano dalla Cina nuovi segnali di debolezza dell’economia. L’indice flash di Hsbc, a sorpresa, è sceso a 49,2 punti, sotto il confine che divide crescita e recessione. La frenata di Pechino, combinata con il dollaro più debole, contribuisce a far arretrare i listini dai livelli record. La borsa di Tokyo perde lo 0,2%, dopo aver ritoccato lunedì i massimi dal 2000. Shanghai lascia sul terreno lo 0,6%. 

Non è bastata la debolezza del dollaro nei confronti dell’euro, trattato oltre 1,09 (il 4% in più dalla riunione della Fed di mercoledì) per rilanciare Wall Street. Dopo una giornata in terreno positivo l’indice Dow Jones è arretrato dello 0,06%, l’S&P 500 dello 0,17% e il Nasdaq, venerdì al top da 15 anni, dello 0,31%.

SI ALLARGA LO SPREAD. L’AUTO FRENA FRANCOFORTE

Ieri è stata una giornata difficile anche per le Borse europee, complici la Grecia e il recupero dell’euro. Milano ha chiuso in ribasso dello 0,5%. Londra invariata, Parigi -0,6%, Francoforte -1,3%, frenata dalla discesa dei settori più orientati all’export (automotive -2,8%). L’indice Stoxx 600, calo dello 0,6% a 401,5 punti, rinvia l’attacco al record storico (405,5 punti). Venerdì si era spinto fino a 404,5 punti, il record storico è a 405,5 punti.

Torna ad allargarsi la forbice dei titoli di Stato: Il Btp si indebolisce, con il rendimento del decennale all’1,28%, mentre il rendimento del Bund ha toccato nuovi livelli minimi a 0,17%, per risalire nel finale a 0,21%. Il bond della Grecia a 5 anni tratta al 16,06% (+49 punti base). 

GRECIA IN STALLO. FISCHER (FED): TASSI SU’ ENTRO L’ANNO

“L’unica strada da seguire è quella del dialogo”. Così hanno Angela Merkel ed Alexis Tsipras in una pausa del meeting, concordando che “nel corso degli ultimi cinque anni il salvataggio della Grecia non è stato una storia di successo”. L’intesa, per ora, si ferma qui. Troppo poco per una situazione drammatica, visto che le casse di Atene, salvo aiuti, si svuoteranno del tutto entro il 10 aprile.

Ma il collasso di Atene è solo la punta dell’iceberg di nuove tensioni sul fronte della finanza globale, dopo il lungo rally del dollaro e l’avvio trionfale del Qe. Negli Usa, una volta caduto il veto della Fed all’aumento dei tassi, prendono quota le azioni dei falchi. Stanley Fischer, il prestigioso vice della Yellen, ha sottolineato che un aumento dei tassi sarà probabilmente necessario entro fine 2015.

Intanto Mario Draghi ha invece ribadito che gli ultimi dati confermano la crescita dell’economia, ma ha previsto che l’inflazione tornerà a salire alla fine del 2015, cosa che ha alimentato il sospetto che il Qe potrebbe chiudersi prima del previsto. Ma il presidente ha aggiunto di non vedere problemi per la Bce a reperire bond da acquistare di qui al 2017. 

PIRELLI, IL MERCATO SPERA NEL RILANCIO. ARRETRA FCA

Sale Pirelli (ieri +1,77% a 15,5 euro) dopo l’annuncio dello sbarco dei cinesi alla BIcocca. Il titolo si è così posizionato al di sopra del prezzo definito siglato tra Camfin e ChemChina e della conseguente Opa a 15 euro. Piazza Affari sembra voler scommettere su due scenari alternativi per il futuro della società: una possibile controfferta in arrivo da un concorrente (Michelin, Continental o Bridgestone) oppure sull’incremento dell’offerta dei cinesi di ChemChina.

La ripresa dell’euro ha colpito l’automotive, uno dei settori più sensibili all’andamento dell’export. Fiat Chrysler ha perso ieri l’1,8%. In calo anche Exor (-1,4%).

ABU DHABI FA UN PASSO INDIETRO DA UNICREDIT

Aabar, fondo sovrano di Abu Dhabi, si appresta a fare un passo indietro da Unicredit. Già stamane potrebbe essere collocato un bond da almeno 1 miliardo convertibile in Unicredit grazie alle azioni detenute dall’azionista del Golfo. A curare l’operazione sarà un pool composto da Deutsche Bank, Bank of America, Bnp Paribas e Société Générale. Complessivamente le azioni nel portafoglio di Abu Dhabi hanno un valore di mercato di circa 2 miliardi di euro. Il collocamento del bond non dovrebbe avere un impatto nell’immediato sulla governance dell’istituto guidato da Federico Ghizzoni perché il bond non prevede la conversione obbligatoria. Non è detto perciò che Aabar, che attualmente esprime nella banca il vicepresidente Luca Montezemolo più un altro consigliere, possa ridurre drasticamente la propria quota nell’istituto alla vigilia del rinnovo del cda.

MEDIOANUM MIGLIOR BLUE CHIP. VOLA ANIMA

Alla ribalta il risparmio gestito. La miglio blue chip della giornata di ieri è stata Mediolanum con un rialzo del 2,5%. Si è messa in luce anche Anima che, con un balzo del 7%, si è portata sul nuovo massimo storico a 6,54 euro. Dopo la presentazione dei dati del 2014 (dividendo a 0,167 euro) Ubs ha alzato il target price a 6,60 euro, il rating resta Buy. La società ha chiuso il 2014 con ricavi totali in rialzo del 3% anno su anno a 226,9 milioni. L’utile netto normalizzato dai proventi straordinari del 2013 è pari a 110 milioni di euro, in rialzo del 17% anno su anno.

MEDIASET DIVIDE GLI ANALISTI

Mediaset (-1,35%) ha chiuso la seduta di ieri in ribasso alla vigilia del cda sui conti. Gi analisti si dividono sulle previsioni per il Biscione. Bernstein ha confermato il giudizio negativo underperform e il target price a 1,65 euro nella convinzione che il mercato pubblicitario italiano non ripartirà neanche quest’anno con investimenti sostanzialmente stabili nella tv. Per Mediobanca Securities, invece, il titolo della controllata Finivest è “una scommessa a buon mercato sulla ripresa della pubblicità in Italia”: le attività delle tv italiane “free to air” scambiano a 8 volte l’enterprsie value/ebit 2016 rispetto alle 13 volte dei competitor europei, con uno sconto del 40%.

PIACE A2A-SORGENIA. SARAS AL TOP

Piace al mercato l’ipotesi di un’alleanza tra A2A e Sorgenia attraverso una newco in cui conferire le rispettive centrali a ciclo combinato, ovvero gli asset di generazione più colpiti a livello di redditività dal crollo del mercato energetico e dai massicci incentivi alle rinnovabili. 

Saras (ieri +4,7%) è sui massimi degli ultimi 12 mesi dopo il forte aumento dei margini di raffinazione ( 6 dollari a barile contro 3,8 di febbraio). In forte aumento anche i volumi di titoli scambiati: 14,2 milioni di pezzi, il volume più elevato da un mese.

SALE IL RATING DI FERRAGAMO. BUONI VOTI PER BANZAI E TAMBURI

Avanza Salvatore Ferragamo (ieri +0,44%). La società ha esteso per altri 5 anni l’accordo di licenza per gli occhiali con Marchon Eyewear. Equita Sim ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 31,5 a 33,5 euro, confermando la raccomandazione buy.

Balzo in avanti di Banzai (ieri +4,5% a 5,82 euro). Banca Akros ha avviato la copertura con la raccomandazione positiva Accumulate e un target price a 7,0 euro. 

Tamburi (ieri +0,3%) aggiorna ancora i massimi storici a 3,57 euro. Equita ha confermato il giudizio buy e alzato il target price a 3,60 euro dal precedente 3,40 euro

Bene anche Maire (ieri +2,25%). Barclays ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 3 a 3,35 euro, confermando il rating overweight.

Digital Bros (ieri +6,67%) si è posizionata tra i migliori titoli di tutta piazza Affari. La società ha siglato un accordo con Starbreeze sui contenuti aggiuntivi di PayDay 2 per i prossimi 24 mesi per 13,4 milioni di dollari.

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