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Euro-intervista a Hollande, “il peggio è passato ma il meglio deve ancora venire”

“L’Europa è pronta per uscire dalla crisi perché al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno abbiamo preso le decisioni giuste e le metteremo in atto il più presto possibile”. Così il presidente francese François Hollande, in un’intervista rilasciata a Le Monde e ad altri quotidiani europei, getta un bagliore di speranza sul futuro dell’Unione. “La zona euro ha bisogno di assumere una dimensione politica“, ma per vederla realizzata bisognerà “aspettare le elezioni europee del 2014“. Sarà quella la tappa decisiva che “seguirà l’unione fiscale, l’unione bancaria e quella sociale”. 

Secondo il numero uno dell’Eliseo bisogna accettare la realtà di un’Europa a due velocità, senza però farsi scoraggiare. “La mia posizione è quella di una Europa che avanza a diverse velocità, con diversi circoli”. Tuttavia, “non è ammissibile che, nello stesso spazio monetario, ci siano Paesi che si finanziano all’1% a dieci anni e altri al 7! La Francia è il tramite fra l’Europa del Nord e quella del Sud”. In questo senso, “rifiuto la divisione”. Ma la Francia, non è l’unico Paese “core”. E’ la relazione franco-tedesca “l’asse che permette l’accelerazione. Ma che può anche diventare il motivo di rottura se i due non si trovano d’accordo. C’è quindi bisogno di una coerenza tra Francia e Germania”. E sottolinearlo, a due giorni dal summit cruciale per il futuro dell’Ue in cui si deciderà se creare o meno un istituto unico di sorveglianza per le banche della zona euro, è importante. 

Per quanto riguarda la Grecia, Hollande non ha dubbi: “Farò di tutto perché Atene rimanga nella zona euro e possegga le risorse necessarie fino a fine anno senza dover imporre ulteriori condizioni”. Ma il presidente francese ha voluto donare una speranza anche alla Spagna e al Portogallo “che stanno pagando cari le illegalità commesse da altri: è giunta l’ora di offrire una prospettiva che non sia solo quella della austerità”. 

La maggiore minaccia per l’Europa? “E’ di non essere più desiderata. Che venga considerata, nel migliori dei casi, un mero sportello bancario a cui affacciarsi alla ricerca di fondi strutturali o un assegno”. L’obiettivo è ritrovare l’importanza di quella che è la “prima potenza economica del mondo, uno spazio politico di riferimento e un modello sociale e culturale”. 


Allegati: l’intervista su Le Mondehttp://www.guardian.co.uk/world/2012/oct/17/francois-hollande-angela-merkel-austerity

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