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Euro, Di Maio corregge Savona: “L’Italia non uscirà”

Imagoeconomica

Il vicepremier Luigi Di Maio costretto nuovamente a chiarire le intenzioni del Governo sull’euro. A scatenare apprensione e polemiche sono state le dichiarazioni del ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, davanti alle commissioni di Camera e Senato: “Mi dicono tu vuoi uscire dall’euro? Badate che potremmo trovarci in situazioni in cui sono altri a decidere. La mia posizione è di essere pronti a ogni evenienza”, ha affermato Savona di fronte ai parlamentari, aggiungendo che “Una delle mie case, Banca d’Italia, mi ha insegnato a essere pronti non ad affrontare la normalità ma il cigno nero, lo choc straordinario”.

Parole che hanno riacceso la miccia su quali siano le reali volontà del governo Lega-Movimento 5 Stelle in relazione alla moneta unica, riportando l’attenzione dei mercati su Paolo Savona dopo il braccio di ferro di un mese e mezzo fa con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha “posto il veto” sulla sua nomina alla guida del ministero dell’Economia, spingendo l’asse Di Maio – Salvini ad optare per una figura più “rassicurante” come Giovanni Tra.

Rispondendo ad una domanda durante la trasmissione Omnibus di La7, Di Maio ha ribadito che il Governo non ha nessun piano B per uscire dall’euro: “Oggi le posso dire – ha affermato il vicepremier – che non ci sto pensando e il governo non sta lavorando a questo. Non possiamo immaginarlo nemmeno per un attimo”. “Il governo – ha aggiunto ancora – non vuole uscire dall’euro. Se poi gli altri cercheranno di cacciarci non lo so, ma questo non è nostra volontà, ne metteremo gli altri nelle condizioni di farlo”.

Sulla questione Savona-euro si è espresso anche l’ex numero uno del MEF, Pier Carlo Padoan, fortemente critico nei confronti delle dichiarazioni del ministro degli Affari europei: “Se un ministro di un governo dice che sta pensando a un piano B e che questo implica l’uscita dall’euro, questa è una affermazione che viene vagliata con molta attenzione, dai mercati in primo luogo” spiega Padoan ai microfoni di Rai Radio1, aggiungendo che: “Ci sono delle analisi del rischio Italia che mostrano che nei mercati esiste il ‘rischio di ridenominazione’, ossia sui mercati si sconta una possibile situazione in cui l’Italia sia costretta a uscire dall’euro con l’introduzione di una nuova lira. E le parole di Di Maio sono importanti perché vanno in direzione opposta. Il fatto che ci sia un ‘cigno nero’, come dice Savona, cioè un evento imprevedibile e grave, non implica che si debba pensare come risposta un’uscita dall’euro. Questa è una situazione che non è sostenibile”.

Di seguito è arrivato anche il commento del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: “Mi sembra che il ministro Di Maio abbia chiarito dicendo che non c’è un piano B, mi sembra un atto di grande responsabilità. Non ha alcun senso un piano B. Ha senso un piano di riforme europee che parta da una nuova stagione riformista per l’Europa che metta al centro il lavoro, la competitività delle imprese in Europa”.

COS’ALTRO HA DETTO DI MAIO

Nel corso della trasmissione, Di Maio ha poi risposto a distanza al presidente dell’Abi, Antonio Patuelli che ieri – 10 luglio – nel corso dell’assemblea dell’associazione, aveva espresso il timore di una deriva argentina per l’Italia:  “Non siamo ai mondiali ma almeno tifiamo Italia. Stiamo sempre a dire…dando l’impressione che vogliamo uscire dall’Europa. (…) Chiedo di tifare Italia tutti insieme e di ottenere risultati per l’Italia anche per ridurre il debito. E si rispetti una ricetta che è quella degli investimenti e non dell’austerity”.

Nel pomeriggio il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico si è spostato in Parlamento per illustrare alle commissioni di Camera e Senato il programma del suo dicastero. Dopo aver annunciato “tra oggi e domani” l’arrivo del testo definitivo del decreto dignità, ancora in attesa della firma del Presidente della Repubblica e della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, Di Maio è intervenuto anche sui voucher, con un’apertura a sorpresa sui buoni lavoro: “Se i voucher possono servire a settori come l’agricoltura e il turismo, per specifiche competenze, allora ben vengano”. “L’unica cosa che chiedo alle forze di maggioranza – ha continuato il vicepremier è quella di evitare abusi in futuro”. Dopo le critiche fatte in passato sui voucher, ritenuto uno strumento di sfruttamento, il leader del M5s sembra aver cambiato idea, avvicinandosi parzialmente alla posizione degli alleati di governo, da sempre favorevoli alla reintroduzione dei ticket.

(Ultimo aggiornamento: ore 16.11)

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