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Eni, Scaroni: “Russia, crisi rafforza take or pay”

La crisi con l’Ucraina “rafforza molto la nostra posizione negoziale sui contratti gas ‘take or pay’ con la Russia”. A dirlo è l’ad di Eni Paolo Scaroni, commentando i possibili effetti della questione Ucraina sull’attività di Eni nel corso di un’intervista rilasciata al Financial Times: “ci sentiamo in ottima posizione”.

Parlando più in generale della politica energetica europea, Scaroni ha ribadito i suoi dubbi sulle prospettive per South Stream e ha parlato della dipendenza del continente dalle risorse russe: “L’Europa – ha affermato – è troppo dipendente dal gas russo per fermare le importazioni nel breve termine dal paese, anche se credo che l’Italia riuscirebbe a gestire la situazione”.

Per quanto riguarda le attività di Eni in Russi, l’ad del colosso energetico italiano ha commentato positivamente la tempistica della vendita degli asset Arctic gas per quasi 3 miliardi di dollari: “La vedita di Arctic Russia si è rivelata una mossa astuta, abbiamo avuto la giusta tempistica. Sarebbe stato molto diffcile realizzare un’operazione simile nel momento attuale; le compagnie russe sono molto caute ora con il loro cash”. Alla base della decisione di uscire dalla Russia ci sarebbe stata la constatazione del graduale aumento delle tensioni in Ucraina.

Sempre a proposito dell’Ucraia, Scaroni ha affermato la sua volontà di recarsi a breve a Kiev per parlare dei nove blocchi a shale gas nel bacino Lviv in Ucraina, nei quali Eni ha acquisito una partecipazione. Le attività propedeutiche all’esplorazione di un blocco nel Mar Nero al largo delle coste della Crimea, ha ricordato l’Ad di Eni, sono al momento ancora ferme.

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Categories: Politica