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Elezioni Grecia, Tsipras (Syriza): annulleremo gli accordi con Ue e Fmi

E’ sempre più lo spauracchio d’Europa. A poco più di due settimane dalle elezioni che decideranno il destino della Grecia, Alexis Tsipras dà una scossa alla campagna elettorale e agli equilibri di Bruxelles. “Il memorandum va applicato oppure annullato, e noi lo annulleremo“, ha detto il leader di Syriza, partito di sinistra radicale arrivato secondo al voto di maggio e dato per favorito alle prossime consultazioni.

Addio quindi al patto d’austerity siglato da Atene con Ue e Fmi in cambio degli aiuti internazionali da 130 miliardi di euro. Una cifra fondamentale per il Paese ellenico, che senza le prossime tranche del finanziamento rischia di entrare in crisi di liquidità già alla fine del mese. 

Se questo scenario si realizzasse, la Grecia sarebbe costretta ad abbandonare la moneta unica. Ma Tsipras ha sempre detto di non voler tornare alla dracma, perciò oggi, subito dopo la dichiarazione shock, è arrivata una (parziale) marcia indietro: la vera intenzione di Syriza sarebbe di “rinegoziare” l’accordo per garantire “un risanamento fiscale che sia socialmente equo” e una “partecipazione della Grecia all’Eurozona su un piede di parità”.

Tsipras ritiene che per risolvere la crisi greca sia necessaria una “soluzione comune europea, altrimenti non riusciremo a rilanciare l’economia e a pagare i debiti. Chiederemo una ristrutturazione del debito greco o una moratoria fino a quanto non saremo in grado di pagare”, ha aggiunto illustrando il programma del partito. Secondo quanto riportato dal quotidiano Kathimerini, Tsipras vuole legare il pagamento del debito al rilancio della crescita.

Il leader della sinistra radicale ha detto poi che intende mantenere sotto il controllo statale le società d’importanza strategica e congelare i tagli a pensioni e salari che avevano invece chiesto i creditori. Si è poi detto pronto ad introdurre misure per alleggerire la pressione sulle famiglie sovraindebitate e a ridurre l’Iva soprattutto sui bene alimentari di prima necessità.

Stando agli ultimi sondaggi, Syriza si colloca attualmente al 31,5% dei consensi, contro il 25,5% di Nuova Democrazia, storica formazione conservatrice. In terza posizione i socialisti del Pasok con il 13,5%, seguiti da Sinistra Democratica (Dimar) al 7,5%. I neonazisti di “Alba Dorata” calano invece al 4,5%, una quota comunque sufficiente ad entrare in Parlamento.

In termini di seggi, a Syriza ne andrebbero 134 (compreso il premio di maggioranza), mentre i due principali partiti favorevoli al rispetto degli accordi con Ue e Fmi (Nuova Democrazia e Pasok) ne otterrebbero complessivamente 114, rimanendo lontanissimi da quota 151, necessaria per avere la maggioranza assoluta. 

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