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ELEZIONI AMMINISTRATIVE – Il governo Letta alla prova dei ballottaggi

Fino a che punto peseranno i ballottaggi per il turno di elezioni comunali di domenica e lunedì sul quadro politico nazionale, in particolare sulla tenuta del governo Letta? Se si guarda l’attenzione dedicata dai protagonisti e commentatori del dibattito politico italiano si direbbe che i risultati del voto conteranno poco, o meglio, come si dice ora, “non saranno la priorità”. In primo piano, infatti sono: i quasi ultimatum di Berlusconi che invoca un braccio di ferro con la Germania da parte del nostro Governo e, al tempo stesso una sorta di pacificazione nazionale che gli consenta di superare il più indenne possibile i suoi processi. Sull’altro fronte l’attenzione è tutta rivolta al difficile avvio del Pd verso un Congresso, che le cronache vogliono caratterizzato da innumerevoli tensioni e divisioni interne. Il tutto con il Governo Letta che cerca di mettere su binari giusti un incerto cammino verso una stagione (breve, ma di almeno 18 mesi) di riforme istituzionali
Eppure in Italia i risultati delle elezioni amministrative (a torto o a ragione) hanno sempre pesato sul quadro politico generale. E non si sottrae a questa tradizione neanche il turno di ballottaggi di domenica e lunedì. Innanzitutto per la portata del test: si vota a Roma, ma anche a Brescia, a Treviso, Siena e Ancona (in tutto in 11 capoluoghi di provincia) e si comincia a votare (primo turno) anche in Sicilia (Catania, Ragusa, Siracusa Messina) con una prima verifica elettorale dopo le contrastate elezioni regionali che hanno portato al primo grande successo del movimento grillino e al varo della Giunta Crocetta.
Stupisce, vista l’ampiezza e la rappresentatività del voto, la disattenzione che una parte delle forze politiche (in particolare il centro-destra) hanno dedicato alla campagna elettorale. In particolare Silvio Berlusconi, tanto attivo nel cercare di dare la linea a maggioranza e governo, non ha tenuto comizi nè partecipato a manifestazioni. Soltanto qualche spot in alcune emittenti locali romane a favore del sindaco uscente Alemanno. Certo il Cento-sinistra ha concluso il primo turno in testa in tutti i comuni capoluoghi. Ma città come Brescia sono tuttora più che contendibili da parte del Pdl e dei suoi alleati e a Treviso un eventuale sconfitta del leghista Gentilini, sarebbe una mazzata pesantissima per una Lega che già mostra di essere in grande affanno in tutto il Nord. Quanto a Roma poi, la campagna elettorale è servita a mostrare il grande isolamento di Alemanno e degli ex An all’interno dell’alleanza di centro-destra. Chissà quanto peserà nel dibattito interno al centro-destra l’eventuale conferma di un risultato elettorale negativo già abbastanza chiaro nei risultati del primo turno.
Eppure le incongnite del voto non riguardano una parte sola dello schieramento politico. Anche Grillo e il movimento 5 stelle sono in forte difficoltà non  soltanto elettorale. La prima domanda è fino a che punto il Centro-sinistra sarà in grado di trarre vantaggio ulteriore da questa situazione? E’ probabile che così sia, soprattutto perchè siamo dinanzi a votazioni di ballottaggio. Per questo la tenuta del movimento grillino si verificherà soprattutto nel primo turno del voto siciliano.
Ma c’è una seconda domanda che riguarda il Pd. Se il risultato del voto confermasse le forti difficoltà dei cinquestellati, il partito di Epifani, che già sopporta con difficoltà evidente, la alleanza di necessità con il Pdl di Berlusconi, non finirebbe per essere sempre più tentato di riaprire i giochi in Parlamento verso quella che potrebbe diventare una forza politica sempre meno eterodiretta dal duo Grillo- Casaleggio? E quale conseguenza potrebbe avere un atteggiamento del genere nella già non facile tenuta del governo Letta?
Insomma i risultati elettorali sono comunque destinati a pesare sulla politica nazionale. Soprattutto in un quadro politico che ha continuato a dare forti segnali di fragilità, nonostante l’impegno del presidente della Repubblica e di Enrico Letta per garantire al meglio la governabilità del Paese e l’avvio di un incertissimo percorso di riforme istituzionali.
Guido Compagna
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