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Draghi, Yellen e No Brexit sostengono le Borse

Nonostante le preoccupazioni espresse da Draghi e Yellen sulle sorti dell’economia in caso di Brexit, i mercati dopo una sbandata nel primo pomeriggio riescono a chiudere in territorio positivo. Il Ftse Mib conclude la seduta in rialzo dello 0,45%, Parigi dello 0,61%, Londra dello 0,36%, Francoforte dello 0,54%. In Germania l’indice di fiducia nell’economia tedesco misurato dall’indice Zew ha registrato un forte balzo a giugno salendo a 19,2 punti dai 6,4 punti cui era sceso in maggio ed ha spiazzato le stime degli analisti che attendevano, per giugno, un’ulteriore riduzione a 5 punti.

Lo spread Btp bund risale a 140 punti base e rendimento all’1,45%.

A Wall Street gli indici si muovono cauti ma positivi con i titoli high tech sotto i riflettori. Il petrolio Wti cede l’1,76% a 49,08 dollari al barile e il Brent dell’1,88% a 49,7 dollari al barile. Il cambio euro dollaro è in calo e si riporta sotto quota 1,13. L’oro è in calo dell’1,57% a 1269 dollari l’oncia.

Nel pomeriggio il presidente della Bce Mario Draghi ha indicato che l’allerta nel sistema delle banche centrali è massima anche se è molto difficile prevedere l’impatto del voto britannico nelle sue varie dimensioni. Allo stesso tempo, oltreoceano, Janet Yellen, in audizione alla Commissione bancaria del Senato ha affermato che la Brexit potrebbe avere ripercussioni significative sull’economia Usa e anche qui l’attenzione è alta. Inoltre, se Yellen si dice ottimista sulle prospettive di lungo termine dell’economia a stelle e strisce, non può escludere un continuo calo della produttività. Sul fronte Brexit ora gli occhi sono per il duello che stasera a Wembley opporrà l’ex sindaco d Londra Boris Johnson, paladino della Brexit, al suo successore, Sadiq Khan, strenuo sostenitore dell’appartenenza inglese alla Ue.

A Piazza Affari gli acquisti premiano Saipem +3,33%. Mediobanca ha ritoccato verso l’alto il target price del 10% portandolo a 0,44 euro da 0,39 euro. Il giudizio resta però Neutrale. La società sta mettendo a punto gli ultimi dettagli per una emissione obbligazionaria fino a 1,5 miliardi di euro.

Salgono nel complesso le banche Bper +2,56%, Intesa +2,47% promossa da Socgen a Buy da Hold, target price a 3,0 euro, Ubi Banca +2,46% (giudizio Buy, target price 3,60 euro). Unicredit +0,96%. In evidenza anche Generali +1,79%. Francesco Gaetano Caltagirone ha arrotondato ancora la partecipazione in Generali, salendo al 3,19% del capitale e diventando secondo azionista alle spalle di Mediobanca (13,21%) e davanti alla Delfin (3,16%) di Leonardo Del Vecchio.

In fondo al Ftse Mib Cnh Industrial -2,44%, terna -1,69%, Bmps -1,48%, Tenaris -1,47% e Poste Italiane -1,26%.
Anima, che da pochi giorni ha lasciato il Ftse Mib (sostituita da Recordati), sale del 5,53% grazie al giudizio di Ubs che ha alzato il giudizio a Buy con target price invariato a 6,8 euro. Inoltre, Bpm sta valutando se ridurre la propria partecipazione in Anima o se lanciare un’Opa insieme a Poste Italiane dopo che Consob ha chiarito che per l’asset manager è applicabile una soglia d’Opa del 25%.

Cairo Communication chiude in rialzo dell’1,52% a 4,396 euro: toccando oggi il top di seduta le azioni valorizzano il titolo Rcs a 0,703 euro e hanno superato gli 0,70 euro cash offerti dalla cordata concorrente International Media Holding. Il rilancio su Rcs dell’imprenditore alessandrino, che attende il via libera da Consob per fine settimana, prevede lo scambio di 0,16 azioni Cairo Comm per ogni titolo Rcs, oltre a un piano che prevede la fusione fra il suo gruppo e quello che controlla il Corriere e un aumento di capitale fino a 70 milioni di euro. Rcs chiude in calo dello 0,52% a 0,76635 in attesa del possibile rilancio che la cordata di Bonomi e soci dovrebbe annunciare entro venerdì prossimo.

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