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Draghi prende tempo sul Qe: intervento “nei prossimi mesi”

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha accelerato i lavori per lo studio di nuove misure non convenzionali contro la bassa inflazione e nei prossimi mesi arriverà un nuovo allentamento della politica monetaria. Lo ha detto Mario Draghi, presidente della Bce, durante la conferenza stampa al termine della riunione del board che oggi ha confermato i tassi d’interesse sull’euro al minimo storico.

Il numero uno dell’Eurotower ha quindi precisato che all’inizio del prossimo anno il Consiglio “valuterà nuovamente” la congiuntura economica attraversata dall’Eurozona, i risultati delle misure fin qui varate e le prospettive nel medio-lungo periodo dell’inflazione, tenendo conto dell’impatto dei recenti cali del petrolio. Prima di nuovi interventi, quindi, la Bce ritiene necessario avere dei “nuovi dati”, e le previsioni di marzo saranno le prime a contenere stime dettagliate sul 2016. “Inizio del prossimo anno – ha precisato Draghi – non significa necessariamente il prossimo Consiglio”, che è in calendario per il 22 gennaio.

Il varo del Quantitative easing sembra quindi slittare rispetto alle attese del mercato, considerando che alcuni analisti si erano spinti a prevedere che il via libera sarebbe arrivato già questo mese. Subito dopo le parole di Draghi, infatti, lo spread Btp Bund è tornato sopra i 130 punti base (contro i 123 della chiusura di ieri) e le Borse europee hanno girato al ribasso: Milano -1,5%, Francoforte -0,6% e Parigi -1%.  

Il programma per l’acquisto generalizzato di titoli pubblici e privati è l’ultima arma che la Banca centrale può utilizzare per cercare di far ripartire l’inflazione, dopo aver già varato nei mesi scorsi i nuovi prestiti Tltro e i piani per l’acquisto di covered bond e Abs. Oggi Draghi ha chiarito che il Qe riguarderà “tutti gli asset eccetto l’oro”.  

Intanto, la Bce ha nuovamente rivisto al ribasso le previsioni sul Pil e l’inflazione dell’area euro. Secondo le nuove stime, il 2014 si chiuderà con una crescita dello 0,8%, cui seguirà un +1% nel 2015 e un +1,5% nel 2016. Appena lo scorso settembre la Banca centrale aveva fornito le seguenti previsioni: +0,9% nel 2014, +1,6% nel 2015 e +1,9% nel 2016.

Quanto all’inflazione, ora sul 2014 si stima una crescita dei prezzi limitata allo 0,5%, seguita da un +0,7% nel 2015 e da un +1,3% nel 2016. Draghi ha però precisato che questi dati “non incorporano ancora” l’effetto di tutti i recenti pesanti cali dei prezzi del petrolio, che richiederanno ulteriori valutazioni. Lo scorso settembre la Bce stimava un’inflazione allo 0,6% nel 2014, all’1,1% nel 2015 e all’1,4% nel 2016.

“Non tollereremo una prolungata deviazione” dell’inflazione dai livelli ritenuti coerenti con la definizione di stabilità dei prezzi (inferiori ma vicini al 2%), ha avvertito ancora Draghi, spiegando che “se la debolezza contagiasse anche le attese di inflazione, con tassi ufficiali a zero ne deriverebbe un aumento dei tassi reali. Sarebbe una stretta monetaria non voluta e per questo ci prepariamo”. 

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