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Draghi accetta. “Momento difficile, ma fiducioso nell’unità”

Imagoeconomica

È un momento difficile. Dobbiamo essere all’altezza“, ha affermato Mario Draghi nel suo primo discorso da Premier incaricato. L’ufficialità era arrivata pochi minuti prima. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito a Draghi l’incarico di formare un nuovo Governo. L’ex numero uno della Bce ha accettato utilizzando la tradizionale formula della “riserva”. 

Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani, rilanciare il Paese sono le sfide. Abbiamo le risorse straordinarie che arrivano dall’Unione Europea e possiamo fare molto per il futuro del Paese, abbiamo la possibilità di operare con uno sguardo attento alle future generazioni e alla coesione sociale”, ha dichiarato Draghi nella conferenza stampa tenuta al Quirinale dopo il colloquio con Mattarella. Un incontro lungo e approfondito, durato più di un’ora. 

Poi un primo messaggio distensivo ai partiti: “Con grande rispetto, mi rivolgerò innanzitutto al Parlamento: sono fiducioso che dal confronto con i partiti e i gruppi parlamentari e dal dialogo con le forze sociali, emerga unità e con essa la capacità di dare una risposta responsabile e positiva alla richiesta del Presidente della Repubblica”, ha detto l’ex presidente della Banca Centrale Europea. 

Il Presidente Mattarella aveva annunciato ieri sera la convocazione di Draghi in seguito al fallimento delle consultazioni affidate al presidente della Camera, Roberto Fico. 

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LA POSIZIONE DI M5S E PD

Dopo aver lasciato il Quirinale, Draghi ha trascorso mezz’ora a Montecitorio a colloquio con il presidente della Camera, Roberto Fico. Subito dopo è andato a Palazzo Giustiniani per incontrare la presidente della Camera, Elisabetta Casellati. Terza tappa Palazzo Chigi, per un incontro con Giuseppe Conte, che irritualmente è durato ben due ore.

Nelle prossime ore Draghi avvierà nuove consultazioni tra i partiti per cercare l’appoggio necessario in Parlamento. Una missione non facile dato che, il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, ha già fatto sapere che il suo partito non sosterrà il Governo tecnico guidato da Draghi, affermazioni confermate poco fa da Beppe Grillo. Rimane per il momento in silenzio l’ex ministro degli Esteri, Luigi di Maio. Bisognerà a questo punto vedere se i Cinque Stelle – che attualmente contano su 190 deputati e 90 senatori – riusciranno a compattarsi o se andranno incontro a ulteriori spaccature che molti osservatori definiscono già “insanabili”. L’AdnKronos ha inoltre rivelato che l’ormai ex Premier Giuseppe Conte ha rassicurato i 5 Stelle riguardo a un suo possibile coinvolgimento istituzionale nel nuovo governo a guida Draghi: “Non accetterei mai un Ministero”. Ma non è irrilevante capire se Conte si metterà di traverso rispetto al tentativo di Draghi sperando di tornare a galla o favorirà l’avvicinamento dei Cinque Stelle ai presidente incaricato.

Certo invece il sostegno a Draghi da parte del Partito Democratico. In un’intervista rilasciata a Huffington Post, l’ex ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini (Pd) ha lanciato un appello al Movimento 5 Stelle: “Io sono fiducioso che la riflessione renda possibile domani, ciò che oggi appare complesso. Io oggi dico agli amici dei Cinque Stelle: attenti, di fronte a problemi ancora più gravi a non rovesciare le parti; attenti, di fronte a un richiamo come quello di Mattarella e alla disponibilità di una personalità come Draghi a non produrre un esito paradossale: la maggioranza che si spacca e la destra disponibile per senso di responsabilità”. 

Dello stesso avviso anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti:” Non bisogna perdere la forza e le potenzialità di una alleanza con il Movimento 5 Stelle e con Leu basata su proposte comuni sul futuro dell’Italia. Per affrontare questi temi chiederemo nelle prossime ore un incontro con il Movimento 5 Stelle e Leu”. 

Proprio da Leu arriva la risposta di Roberto Speranza, secondo cui è necessario che le forze politiche che hanno composto l’ex maggioranza “affrontino in modo coordinato la crisi politica in corso”.

A favore di Draghi dovrebbero di sicuro schierarsi anche Italia Viva, Azione e +Europa.

LA POSIZIONE DEL CENTRODESTRA

Si è concluso pochi minuti fa il vertice del centrodestra che ha cercato di trovare un compromesso tra il probabile No di Fratelli d’Italia e il Sì di Forza Italia. Decisiva sarà dunque la posizione della Lega. Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, non ha ancora chiuso la porta, affermando che il suo via libera sarà condizionato dalle garanzie che Draghi riuscirà a fornire sul programma del Governo tecnico. “Siamo persone educate, siamo realisti, sappiamo che il Paese ha bisogno di risposte. Andremo da Draghi ad ascoltare, proporre e valutare. A differenza della sinistra, noi non abbiamo pregiudizi. Il centrodestra è unito e ascolterà Draghi”, ha affermato Salvini, annunciando che la coalizione si presenterà unita alle consultazioni.

“In perfetta coerenza con ciò che abbiamo detto al Capo dello Stato, cioè che avremmo valutato con grande rispetto ad una eventuale alternativa, diciamo che è quello che faremo. L’incarico a Draghi è un incarico conferito ad una persona di alto è profilo. Valuteremo proposte, idee e contenuti. Poi valuteremo il da farsi, fermo restando che gli italiani hanno bisogno di affrontare due priorità: emergenza economica ed emergenza sanitaria”, queste le parole di Antonio Tajani (Forza Italia) al termine dell’incontro con gli altri leader del centrodestra.

LA REAZIONE DELLA BORSA

Se ci sono ancora dubbi sulle reazioni dei partiti politici, la Borsa ha già sciolto qualsiasi riserva. Sin dai primi scambi, Piazza Affari ha ingranato la quinta e a meno di un’ora dalla chiusura dei mercati guadagna il 2% a quota 22.508 punti, trainata dall’exploit delle banche. In picchiata lo spread, che viaggia in ribasso del 7,36% a 105 punti base.

(Ultimo aggiornamento: ore 16.50 del 3 febbraio).

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