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Domicilio digitale: come (e perché) attivarlo subito. E’ gratuito e conviene a tutti

Foto di Oleksandr Pidvalnyi da Pixabay

Domicilio digitale, questo semi-sconosciuto. Eppure a poco più di un mese dal varo l’INAD (l’indice nazionale dei Domicili digitali è accessibile a tutti dal 6 luglio scorso) ha finito il suo rodaggio. Funziona davvero. È gratuito e la corsa ad attivarlo è davvero un buon affare: stop alle comunicazioni cartacee dalla pubblica amministrazione, che sarà obbligata a sostituire la sempre fastidiosa e rischiosa posta cartacea con il più sicuro e immediato recapito sulla nostra Posta elettronica certificata, di cui naturalmente dobbiamo essere dotati come condizione indispensabile per avere il nostro domicilio digitale.

Agenzia delle Entrate, Inps, atti, e perfino le multe, anche quelle del malaugurato ormai onnipresente autovelox del piccolo comune nel quale siamo transitati una volta nella vita e poi mai più. Tutto ci arriverà per via telematica. Unica accortezza: la nostra Posta elettronica certificata, che a quel punto diventa a tutti gli effetti nostro Domicilio digitale, va consultata con continuità. Meglio ancora se sulla nostra casella Pec attiviamo la notifica dei messaggi in arrivo o direttamente sul telefono cellulare o sulla nostra casella di posta elettronica ordinaria, quella che comunque consultiamo più volte al giorno grazie all’ormai imperante “bip” sul telefonino. Ma che cos’è esattamente il Domicilio digitale e come attivarlo correttamente?

Burocrazia in corsia preferenziale, ma non è un obbligo

L’invio cartaceo delle pratiche della pubblica amministrazione rimarrà in vigore per lungo tempo. Nessun obbligo per ora di avere un Domicilio digitale per i cittadini, mentre per le imprese l’obbligo è in vigore già dall’ottobre del 2020. È semplicemente una questione di convenienza, rapidità e sicurezza del recapito. E anche di costi a carico del cittadino. Perché multe, raccomandate, cartelle esattoriali, rimborsi fiscali e più in generale le comunicazioni legate ad atti ufficiali inglobano quasi sempre un costo al carico del destinatario sotto forma di “spese di notifica”, mentre il recapito via PEC – che fornisce comunque una prova legale inequivocabile sull’autenticità del messaggio ricevuto grazie ai certificati elettronici che testimoniano tra l’altro il preciso momento dell’invio e della ricezione – è e sarà gratuito.

All’ Indice Nazionale dei Domicili Digitali possono essere iscritti tutti coloro che abbiano compiuto 18 anni, con qualche importante differenza operativa (lo vediamo nel settagli qui di seguito) nel caso si elegga a Domicilio Digitale una PEC attraverso un ordine o un albo professionale.

Come registrare il proprio domicilio digitale in pochi passi

Tutti coloro che hanno già la PEC, o che l’attivino appositamente, possono trasformarla a tutti gli effetti in Domicilio digitale registrandola sul sito dell’INAD accessibile qui validandosi con uno dei due sistemi di autenticazione certificata attualmente in vigore: lo SPID o la CIE, la Carta di Identità Elettronica.

Per coloro che hanno già una PEC attivata attraverso un ordine o un albo professionale, o anche un’istituzione pubblica, l’iscrizione del proprio Domicilio digitale dovrebbe essere già attiva, senza la necessità di un nostro intervento, grazie al travaso automatico delle liste PEC professionali che dovrebbe aggiornarsi automaticamente. Usiamo il condizionale perché conviene comunque controllare seguendo la procedura che illustriamo qui di seguito.

La procedura di iscrizione è semplice e pressoché immediata, anche se il primo passaggio merita un avvertimento: l’indirizzo e-mail richiesto all’inizio non è quello della PEC ma è quello della posta elettronica ordinaria che intendiamo indicare per l’allert automatico dei nostri messaggi in arrivo sul Domicilio digitale. Consigliamo caldamente di indicare la stessa e-mail ordinaria (se, come spesso succede, ne abbiamo più di una) che abbiamo eventualmente registrato per gli avvisi di notifica della nostra PEC, che indicheremo nella maschera successiva. Con la possibilità di aggiornare e modificare successivamente tutti i nostri riferimenti, compreso l’indirizzo PEC se eventualmente lo dovessimo cambiare.

Ancor più semplice il controllo preventivo all’eventuale iscrizione. Il sito INAD nella home page consente infatti la libera consultazione, senza bisogno di validarsi con lo SPID o con la CIE, dell’elenco di tutti i domini digitali registrati. Così chiunque, sia il privato cittadino che la pubblica amministrazione, può immediatamente contattare via PEC tutti coloro che ne sono dotati e hanno registrato un Domicilio digitale. E’ sufficiente conoscere e inserire il codice fiscale della persona o dell’impresa che vogliamo contattare. E se inseriamo semplicemente il nostro codice fiscale possiamo verificare se siamo già regolarmente iscritti “d’ufficio”.

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