X

Design, la “star” della luce è di Pomezia, alle porte di Roma

Paola Guidi

E’ di Pomezia la star della luce. No, il design italiano non è un vanto solo della Brianza o del Veneto ma anche di molte dinamiche aziende del Centro e Sud Italia. E’ di Pomezia, per esempio, un’azienda che ha creato un autentico miracolo tecnologico: diventare uno dei nomi più celebrati del design mondiale della luce impiegando sempre lo stesso materiale declinato in mille forme e collezionando in tutto il mondo i premi più prestigiosi. Si chiama Slamp, lo ha fondato un creativo imprenditore, Roberto Ziliani che ha voluto inaugurare i primi 25 anni della sua attività con una nuova sede-stabilimento a Pomezia, lanciando messaggi di coraggioso ottimismo.

Colto, creativo, aperto alle tecnologie più avanzate ma rigoroso paladino dell’artigianalità, ha intuito molti anni fa che il polimero derivante dalle ricerche del Premio Nobel Giulio Natta, consentiva di creare forme sempre diverse e insolite. E aprendo ad architetti e designer di fama mondiale la sua azienda ha dato vita a capolavori di luce unici nel vero significato del termine. Euroluce, il Salone del Mobile, il Fuori Salone e altre grandi eventi mondiali hanno consacrato la Slamp, che oggi fattura circa 10 milioni di euro, come una delle aziende più innovative dell’illuminazione. E infatti le sue lampade vengono esportate in circa 100 paesi, in tutti i continenti. Con un gioiello finale, La Fleur, a batteria, firmato da Marc Sadler.

Le alghe puliscono l’aria di Milano – Sarà un’installazione di grande impatto emotivo quella che, nei giardini di Palazzo Isimbardi a Milano, nell’ambito del Fuori Salone in occasione del Salone del Mobile, i milanesi potranno vedere e…”respirare”. Da anni infatti COS e EcologiStaudio realizzano opere al confine tra architetture e arte basate su materie e strumenti naturali, in nome di una economia circolare che non declina solo dichiarazioni di ecosostenibilità ma che la mette in atto. Tutto si basa sulle straordinarie proprietà delle minialghe che in questa installazione dalle forme fluttuanti e naturali e al tempo stesso in base a tecnologie digitali, daranno con la fotosintesi clorofilliana aria pulita, assorbendo come è loro natura, il carbonio.

Anche la cappa lo fa – Baraldi è un piccolo produttore di cappe e sistemi di depurazione molto sofisticati; dal 1965, vicino a Milano coniuga design e tecnologie e, smentendo clamorosamente il detto secondo il quale l’imprenditore di successo fonda l’azienda e spesso il figlio la disfa, la seconda generazione rappresentata dall’Ad Lorenzo Baraldi ha rinnovato con grande intuito una piccola azienda che poteva scomparire tra recessioni, delocalizzazioni e competitor scorretti. Che oggi invece sforna 150mila nuovi prodotti (soprattutto cappe), tutte fabbricate in Italia, rinnovando il catalogo ogni anno con nuovi 25 apparecchi.

Applicando per esempio utilissimi brevetti: il piano a induzione aspirante che per la pulizia e la manutenzione richiede solo un semplice gesto, essere sollevato da una mano verso l’alto. Anziché faticose, lunghe e complicate manovre.E poi la cappa che finalmente risolve un problema ben conosciuto da chi, come la donna, lavora in cucina spesso tra odori e vapori: la pesante condensa che sporca, non fa respirare e inquina. DryDrop riduce notevolmente lo sgocciolio causato dalla cottura, una funzione attivabile quando cominciano i vapori.

Related Post
Categories: Cultura