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Decreto sviluppo, partono gli emendamenti

Il capogruppo Pd in commissione Bilancio, Pier Paolo Baretta, punta il dito sul tema degli appalti: “la riforma del codice degli appalti – dice – non si fa per decreto, ma ha bisogno di una discussione che coinvolga anche le categorie interessate”. Baretta mette a fuoco anche un’altra questione: gli incentivi alle imprese e in particolare il credito di imposta. “Quello sulla ricerca appare clamoroso: si parla del 90%. Ma in realtà è il 90% degli incrementi di spesa fatti dalle imprese in una situazione in cui hanno difficoltà: questa porzione di credito di imposta, dunque, non è sull’investimento ma sull’incremento di investimento in ricerca”.

L’esponente dell’opposizione chiarisce: “se un’azienda aveva investito 100 in ricerca e ora investe 110, il credito di imposta si applica solo su 10, non sull’intero 110″. Baretta insiste: il decreto per lo sviluppo “è così eterogeneo che non escludo che la discussione porti a possibili cambiamenti di cui il Governo dovrà tenere conto. Complessivamente è una dose di aspirina di fronte a una malattia ben più robusta. Bisogna vedere se il governo è disposto a scelte più coraggiose, ma Tremonti – conclude il deputato Pd – ci ha abituati a pacchetti preconfezionati”.

Governo e maggioranza, attraverso il sottosegretario Alberto Giorgetto e il vicepresidente della commissione Bilancio, nonché relatore sul decreto, Giuseppe Marinello (Pdl), hanno mostrato disponibilità al confronto e all’accoglimento di suggerimenti correttivi e integrazioni, purché – ha puntualizzato Giorgetti – i principi non vengano stravolti”. E l’altro relatore, il leghista Maurizio Fugatti, ha lasciato intravvedere alcuni temi “di discussione importante”: i rapporti tra pubblica amminstrazione e piccole e medie imprese, lo snellimento burocratico e fiscale, i rapporti tra l’Agenzia delle entrate e le Pmi, i rapporti con le banche.

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