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Dazi: Usa e Cina firmano l’intesa, ma le Borse sono perplesse

FIRSTonline

La firma dell’accordo tra Washington e Pechino è fissata per le 17 e 30, ora italiana. Ma già infuriano le polemiche sulla reale portata dell’intesa, su chi ci guadagna e, soprattutto, sui suoi effetti concreti. Tanti dubbi che hanno avuto l’effetto di frenare il rialzo dei listini, nonostante il fuoco d’artificio di JP Morgan, che ha inaugurato la stagione delle trimestrali con utili spettacolari.

Scendono stamane le borse asiatiche: a Tokyo il Nikkei lascia sul terreno lo 0,6%. Deboli anche Hong Kong (-0,9%), Shanghai (-0,6%) e il Kospi coreano. In controtendenza solo l’S&P ASX200 di Sidney (+0,3%).

Ieri sera a Wall Street, i tre principali indici azionari hanno chiuso contrastati, dopo aver toccato nel pomeriggio i massimi storici: Dow Jones +0,1%, in rosso S&P500 -0,15% e Nasdaq -0,24%.

Sale JP Morgan (+1,2%), che ha registrato profitti trimestrali in salita del 21% a 8,52 miliardi di dollari. Per il 2019 gli utili sono saliti a 36,43 miliardi (+12%).

Meglio del previsto, anche in questo caso grazie all’attività di compravendita di obbligazioni, anche il trimestre di Citi (+1,6%).

Tonfo di Wells Fargo (-5,4%). Pesano le spese legali per 1,5 miliardi di dollari per la causa sui falsi conti correnti.

DELTA AIRLINES +3,4% DOPO I CONTI. TESLA SUPERSTAR

Delta Airlines balza del 3,4% dopo aver comunicato i risultati del trimestre migliori delle attese. L’utile rettificato per azione si è attestato a 1,7 dollari, sopra alle attese a 1,4 dollari.

Ancora nuovi record per Tesla in rialzo del 3,5% dopo il +9% di lunedì.

I DAZI SCENDERANNO SOLO A NOVEMBRE, SCINTILLE SUL 5G

Oggi a Washington Trump e il vicepremier cinese Liu He firmeranno un primo accordo commerciale tra Usa e Cina che prevederà l’impegno di Pechino ad aumentare gli acquisti di beni americani per 200 miliardi nei prossimi quattro anni, ad aprire il suo mercato dei servizi finanziari e a proibire furti di tecnologia o proprietà intellettuale. Ma a frenare l’entusiasmo è la notizia che una parte rilevante dei dazi sull’import cinese potrebbe restare in vigore fino a dopo le presidenziali Usa. Il confronto resta dunque caldo, anche perché ci sono molti dubbi sugli effettivi impegni assunti dai cinesi in materia di import, dall’energia all’auto. Resta il significato politico di un’intesa che, per ora, ha il sapore di una tregua. Ma il confronto, specie sulla tecnologia (5G ed intelligenza artificiale in testa) si annuncia rovente. E questo spiega la cautela della Borsa Usa: “Con un p/e di 18 volte – spiega un esperto a Reuters – è naturale che il mercato eviti l’entusiasmo”.

INFLAZIONE USA AI MINIMI, ORO IN RIPRESA

Sul mercato dei cambi, torna ad apprezzarsi il dollaro, nei confronti delle maggiori controparti dell’Asia Pacifico.

Rendimenti dei bond in discesa, decennale all’1,80% dopo il debole dato sull’inflazione statunitense diffuso ieri pomeriggio in linea con le recenti stime della Fed: si allontana ulteriormente l’ipotesi di un intervento della banca centrale.

Oro a 1.553 dollari l’oncia, +0,5%.

Petrolio Brent in calo dello 0,3% a 64,3 dollari, dopo il rialzo dello 0,5% di ieri sera in chiusura. A Piazza Affari Eni-1,2%. Saipem -1%, Tenaris -2%.

TRUMP TIRA LE ORECCHIE ALLA SVIZZERA

Le Borse europee hanno girovagato ieri senza una direzione precisa, nell’attesa di segnali sul fronte dei dazi. Nemmeno le indicazioni in arrivo dalle prime trimestrali Usa hanno scosso i mercati dal clima di incertezza cui ha contribuito la notizia che la Svizzera, assieme alla Germania, è stata inserita dal Tesoro Usa nella lista dei Paesi accusati di manipolare il cambio per favorire la competitività del proprio export. È un segnale, argomenta State Street, che Donald Trump, una volta avviato il processo di pace con Pechino, ha scelto un nuovo nemico con cui ingaggiare battaglia, la strategia di governo che gli è più congeniale. Di qui un clima di attesa, accompagnato dal parziale recupero dei mercati obbligazionari. Per ritrovare un andamento più mosso è stato necessario spingersi ai confini dell’Europa: la Borsa di Istanbul ha chiuso in rialzo per il sesto giorno consecutivo, arrivando in prossimità dei massimi storici.

Milano ha chiuso in lieve progresso: +0,13% a quota 23.928, recuperando dai minimi della mattina (-0,6%).

Andamento simili per le altre piazze: Francoforte, Parigi e Londra segnano variazioni minime. L’indice EuroStoxx 50 chiude a -0,1%, dal -0,7% iniziale.

DECOLLA L’EUROPA VERDE: 1.000 MILIARDI CONTRO LA CO2

L’Unione Europea muove intanto i primi passi sul fronte dell’economia verde: il commissario europeo al bilancio Johannes Hahn ha illustrato ieri un piano da mille miliardi di euro per azzerare le emissioni nette di C02 entro il 2050, favorendo la transizione dei Paesi dipendenti dal carbone.

Il Green Deal, approvato in plenaria al parlamento europeo, farà leva sugli strumenti finanziari dell’Ue, per mobilitare investimenti pubblici e fondi privati per 300 miliardi di euro, uno sforzo necessario “per evitare una crisi a livello climatico”, ha dichiarato Hahn. Dei mille miliardi del piano decennale, circa metà dovrebbe arrivare dal bilancio a lungo termine dell’Ue, oltre cento miliardi dovranno essere cofinanziati dai governi.

COLLOCATI 6,75 MILIARDI DI BTP

Il Tesoro italiano ha annunciato ieri sera il lancio di un’emissione di Btp a 30 anni che sarà collocata oggi tramite un sindacato. L’operazione, già ventilata nei giorni scorsi, cade in un momento propizio: ieri il nuovo 10 anni spagnolo da 10 miliardi di euro ha ricevuto ordini superiori ai 53 miliardi.

Il Tesoro italiano ha collocato 6,75 miliardi di euro, massimo della forchetta offerta, nelle riaperture dei Btp a 3, 7 e 20 anni.

I rendimenti dei due titoli con scadenza più lunga hanno visto rendimenti in rialzo – in particolare il 20 anni – ai massimi da luglio e giugno 2019.

Lo spread ha chiuso a 160 punti base contro 159. Il tasso del decennale si è attestato in area 1,39%, invariato rispetto alla chiusura precedente.

Il rendimento del Bund decennale è poco mosso a -0,17%, sui massimi da sette mesi.

UBS PUNISCE PIRELLI, RECUPERA PRYSMIAN

Modesti in movimenti in Piazza Affari. Da segnalare il tonfo di Pirelli (-3,12%), colpita dal taglio del rating da parte di Ubs. Sale ancora Ferrari (+0,4%), debole Fca (-0,5%).

Recupera invece Prysmian (+1,38%): l’ennesimo contrattempo registrato da Western Link, il cavo che collega Scozia, Galles e Inghilterra è meno grave del previsto.

La blue chip più brillante è stata Moncler (+1,94%).

ATLANTIA VERSO LA REVOCA DELLA CONCESSIONE

Continua a soffrire Atlantia (-0,6%). Secondo “La Stampa” il Governo ha ormai scelto di revocare la concessione di Autostrade per l’Italia: se ne parlerà al Consiglio dei ministri di venerdì. S&P ha abbassato i rating a breve e lungo termine sulla holding e su Aspi a ‘BB-/B’ a causa del “rischio crescente” di revoca delle concessioni.

Sul fronte delle banche torna a salire Banca Mps (+4,91%) che si riavvicina ai valori segnati venerdì con un balzo del 19,7%. Rialzo da Guinness dei primati per Banca Intermobiliare (+31,36%), sospesa per buona parte della seduta. Positiva anche Banca Ifis, ma sotto i massimi registrati dopo l’annuncio del piano industriale. Nel gestito brilla Azimut (+1,5%). Sale anche Nexi (+1,3%).

ACEA AL MASSIMI DAL 2000

Acea (+3,7%) sale ai massimi dal 2000. Debole Raiway (-0,5%): Morgan Stanley alza il target price a 6 euro, da 5,6 euro.

Sull’Aim Italia volano Casta Diva (+18,36%) e Agatos (+18,7%). Saicef, la seconda società per capitalizzazione del listino, è salita del 2,68% in scia alla notizia che le società del gruppo hanno sottoscritto contratti nell’ultima parte del 2019 per circa 73 milioni di euro, relativi a lavori da svolgere in 5 Paesi: Austria, Germania, Emirati Arabi Uniti, Svizzera e Norvegia.

Categories: Finanza e Mercati