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Dazi Ue al rialzo: stop (o quasi) ai fertilizzanti e prodotti agricoli russi e bielorussi dal 1° luglio

Montaggio FIRSTonline

Prodotti agricoli e fertilizzanti russi e bielorussidal 1° luglio via all’aumento dei dazi Ue. In particolare, il 50% in più sui prodotti non ancora soggetti a dazi doganali aggiuntivi, come zucchero, aceto, farina e mangimi. Inoltre, un dazio del 6,5% sui fertilizzanti importati dai due Paesi, a cui si aggiungono tariffe comprese tra 40 e 45 euro a tonnellata per il biennio 2025-2026. Tali dazi aumenteranno fino a 430 euro per tonnellata entro il 2028.

Ue contro i fertilizzanti russi: la strategia Ue

La decisione si inserisce nella strategia comunitaria per indebolire la capacità della Russia di finanziare la propria guerra contro l’Ucraina. Infatti, secondo i dati della Commissione europea, nel 2023 oltre il 25% delle importazioni di fertilizzanti nell’Ue proveniva dalla Federazione Russa, per un volume complessivo di 3,6 milioni di tonnellate e un valore pari a 1,28 miliardi di euro. Sempre la Commissione Ue ha calcolato che solo nei primi otto mesi del 2024 le importazioni Ue di fertilizzanti dalla Russia siano volate, superando la media dei precedenti cinque anni, raggiungendo circa 1,4 miliardi di euro.

Fertilizzanti russi: la Ue tra etica e il dilemma della dipendenza

L’Unione europea non può fare a meno dei fertilizzanti, essendo fortemente dipendente dal mercato estero, mentre viceversa la Russia è la seconda produttrice mondiale dopo il Canada, seguita da Bielorussia e Cina. Non solo: la Russia impone una tassa di esportazione del 23,5% sui principali fertilizzanti minerali, i cui proventi contribuiscono a finanziare le sue attività militari in Ucraina. Gli aumenti tariffari mirano dunque anche a rispondere a preoccupazioni etiche.

Ma c’è un “ma”: il problema di bilanciare sanzioni efficaci contro la Russia con le specifiche esigenze economiche degli Stati membri dell’Ue e partner. E non a caso, su questa azione di contrasto alla Russia per la guerra in Ucraina, le organizzazioni agricole europee Copa e Cogeca avevano già espresso le loro perplessità e proposte di modifica, sottolineando profondi timori per l’impatto dei dazi sulla competitività agricola, sui costi di produzione e sulla sicurezza alimentare.

Le preoccupazioni degli agricoltori europei e italiani

In Italia è intervenuto anche il presidente di ConfagricolturaMassimiliano Giansanti, che ha espresso forte preoccupazione legata agli approvvigionamenti e ai prezzi dei fertilizzanti, evidenziando come la situazione geopolitica, in particolare la guerra russo-ucraina, abbia influenzato le dinamiche commerciali. “In un mercato così instabile, anche i margini di ricavo degli agricoltori sono fortemente compressi e quindi diventa fondamentale avere costi di produzione molto bassi per poter essere competitivi”, ha dichiarato Giansanti, proponendo soluzioni alternative come l’uso di prodotti naturali, ad esempio il digestato derivato dal biogas, per ridurre la dipendenza dai fertilizzanti russi e bielorussi.

Dazi progressivi per una Ue più autosufficiente

Alle perplessità e preoccupazioni degli imprenditori agricoli risponde la relatrice permanente del Parlamento sulla Russia, la lettone Inese Vaidere(Ppe, Lv), che ha dichiarato: “Questo Regolamento, che prevede un aumento progressivo dei dazi doganali sui prodotti provenienti da Russia e Bielorussia, contribuirà a impedire che la Russia utilizzi il mercato dell’Ue per finanziare il proprio apparato bellico. Non è accettabile che, a tre anni dall’inizio della guerra su vasta scala, l’Ue continui ad acquistare grandi quantità di prodotti strategici, anzi, le importazioni sono persino aumentate in modo significativo.”

Inoltre, sempre secondo la relatrice Vaidere, “la proposta rafforzerà anche la produzione di fertilizzanti nell’Ue, penalizzata dai prezzi bassi delle importazioni russe, offrendo al contempo agli agricoltori il tempo necessario per adattarsi.”

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