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Dazi, Trump: “Se Ue non fa investimenti, li alzerò al 35%”. E su medicine e chip arrivano nuove minacce

Imagoeconomica

Dazi, Donald Trump torna a minacciare l’Europa sulle tariffe dopo l’accordo stretto in Scozia con Ursula von der Leyen di cui si attenda ancora il testo congiunto. “L’Ue ci ha assicurato 600 miliardi di dollari di investimenti per farci quello che vogliamo. Se non arrivano, alzerò i dazi al 35%. L’unica ragione per cui li ho abbassati al 15% è stata questa”, dice il presidente statunitense, aggiungendo poi che le tariffe sulle medicine “potrebbero arrivare al 250 per cento”.

Dazi, Ue congela le contro-tariffe

L’Ue intanto conferma il congelamento delle contro-tariffe da 93 miliardi in virtù dell’intesa. “La Commissione ha adottato le procedure legali necessarie per sospendere i contro-dazi per 6 mesi. I Paesi membri hanno due settimane per approvarle a maggioranza qualificata”, annuncia un portavoce. Il via libera dei 27 avverrà attraverso la procedura scritta.

Dazi, le nuove minacce di Trump (e un accordo vicino con la Cina)

Intanto, Trump sostiene di essere vicino a un accordo sulle tariffe commerciali con la Cina e annuncia che le aumenterà nelle prossime 24 ore sull’India perché – dice a Cnbc – “sta comprando petrolio russo e alimentando la macchina da guerra”. Sempre ai microfoni di Cnbc, il presidente Usa annuncia nuovi dazi americani – la prossima settimana – su semiconduttori e chip: “Li annunceremo – dichiara – su semiconduttori e chip, che sono una categoria separata, perché vogliamo che siano prodotti negli Stati Uniti“.

Vini e liquori per ora no in lista Usa “zero per zero”

“Non tutti i prodotti” che l’Ue vorrebbe vedere nella lista dei prodotti esportati negli Usa che beneficeranno di dazi “zero per zero” oppure zero contro tariffa della nazione più favorita saranno inclusi subito nella lista: “Vino, superalcolici e birra” non ne faranno parte subito e saranno quindi sottoposti ad un dazio del 15% tutto incluso, come la maggior parte delle merci europee importate negli Usa. Lo ha confermato un alto funzionario Ue all’Adnkronos, sottolineando però che si tratta di prodotti altamente prioritari per l’Unione europea.

Il lavoro con gli Usa, ha detto, continuerà, per convincerli a inserire vino, superalcolici e birra nella lista dei prodotti che beneficiano di dazi zero per zero, oppure, come nel caso auspicato del vino, di dazi zero per i vini Usa importati negli Ue e dazio della nazione più favorita per i vini europei importati negli Usa, che è comunque piuttosto bassa.

Il funzionario ha spiegato che non è possibile mirare ad avere dazi zero sul vino esportato negli Usa, anziché la tariffa Mfn (nazione più favorita), perché sarebbe necessario per l’Amministrazione Trump passare per l’approvazione del Congresso, dove la maggioranza sarebbe incerta. Liquori, vini, birre, ha aggiunto, sono tutti settori “molto importanti per noi” e anche per “alcuni Stati membri”.

L’Ue, per perorare la causa di vino, superalcolici e birre, farà leva anche sul fatto che gli Usa, in linea generale, stanno esentando da dazi le merci che gli Usa non producono o di cui non dispongono, come il caffè. Anche se gli States hanno una produzione vinicola avanzata e talora di elevatissima qualità, non producono innumerevoli vini europei, che vengono realizzati in condizioni particolari e molto specifiche, non replicabili altrove (basti pensare allo champagne o all’amarone, ma il discorso vale per innumerevoli altri vini).

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