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Cuneo fiscale, Squinzi: “Servono almeno 10 miliardi”

Perché l’intervento sul cuneo fiscale si riveli utile è necessario investire almeno 10 miliardi di euro, “il minimo per fare un salto di qualità e dare una spinta alla crescita. Bisogna assolutamente trovarli, è fondamentale”. Parola di Giorgio Squinzi, numero uno di Confindustria, che ieri ha incontrato il presidente del Consiglio, Enrico Letta. 

La cifra chiesta da via dell’Astronomia è senz’altro più consistente di quella che il Tesoro intende mettere a disposizione, soprattutto perché allo stesso tempo è necessario trovare le risorse per altri due obiettivi: rientrare nel tetto del 3% che l’Europa impone sul rapporto deficit-Pil (le stime per il 2013, al momento, parlano di un 3,1%) e cancellare per tutti i contribuenti italiani anche la seconda rata dell’Imu, in scadenza a dicembre.

Vista la difficoltà degli impegni contabili e la ristrettezza dei margini di manovra, per intervenire sul cuneo fiscale Squinzi propone di attingere ai fondi europei che ancora restano da spendere: 28 miliardi per il periodo 2007-2013, di cui oltre 21 nelle Regioni meridionali, sui circa 50 a disposizione per l’intero periodo.

“Deve essere fatto ogni sforzo per immettere nel sistema economico questi 28 miliardi – ha aggiunto il Presidente degli industriali –, non possiamo perdere anche un solo euro, oltre ad essere economicamente uno spreco non è moralmente accettabile. Non ce lo possiamo permettere anche per rispetto di tutti gli sforzi che cittadini e imprese hanno fatto per consentire la chiusura della procedura di deficit eccessivo”.

Secondo Squinzi, gli ambiti prioritari di utilizzo di queste risorse sono il credito, gli investimenti alle imprese, la riqualificazione del patrimonio pubblico, la promozione dell’occupazione attraverso la riduzione del cuneo fiscale per nuove assunzioni. 

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