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Covid: Lazio, Lombardia, Piemonte e Sicilia diventano gialle

Imagoeconomica

Altre quattro regioni si tingono di giallo. Da lunedì 3 gennaio Lazio, Lombardia, Piemonte e Sicilia salutano il nuovo anno in zona gialla e si aggiungono a Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento e Veneto. Anche se questo passaggio di colore non cambia molto per i cittadini dato che l’unica differenza, l’obbligo di mascherina all’aperto, era stata cancellata con l’ultimo decreto entrato in vigore a ridosso delle feste natalizie e il super green pass che ha di fatto sfumato qualsiasi differenza. Ma il cambio rappresenta un segnale chiaro di come la variante Omicron si sia abbattuta come uno “tsunami” anche sul nostro Paese.

Per quanto riguarda l’incidenza, tutte le Regioni e Province sono oltre la soglia di 50 casi per 100mila abitanti – il parametro che fa scattare il giallo – secondo i dati del ministero della Salute e della Protezione civile. Superano le altre soglie il Lazio con il 16% e il 18% delle terapie intensive e dei posti letto, la Lombardia con il 13% e il 18%, il Piemonte con rispettivamente il 16% e il 20% e, infine, la Sicilia con l’11% in rianimazione e il 20% nei ricoveri.

Se da un lato aumentano a 11 le Regioni e Province in giallo, dall’altro c’è chi rischia l’arancione dal 10 gennaio: Ligura, Calabria e la Provincia di Trento. Ricordiamo che la zona arancione si raggiunge se vengono superate le soglie del 20% e 30% rispettivamente per terapie intensiva e ricoveri ordinari. E l’incidenza deve superare i 150 nuovi casi ogni 100mila abitanti per settimana. Qui invece le regole cambiano: per gli spostamenti con un mezzo proprio dal comune di residenza verso altri comuni o fuori Regione serve il green pass base, oppure sono richiesti motivi di lavoro, necessità o salute con l’esibizione della famosa autocertificazione.

In zona arancione, almeno per i vaccinati, non ci sono grandi differenze. Il nuovo decreto, in vigore dal 10 gennaio, è molto più impattante per tutti quelli che non possiedono la certificazione verde rafforzata. Ma le restrizioni per chi rifiuta la vaccinazione o tira avanti la terza dose non finiranno qui. La data è già fissata, mercoledì 5 gennaio il Consiglio dei ministri tornerà a riunirsi di nuovo, con un nuovo decreto. E anche se sono passati pochi giorni dalle nuove regole l’andamento dei contagi e il pressing sugli ospedali non lasciano margini di scelta: nuove strette e subito.

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