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Covid in Italia: verso stop restrizioni ma la corsa del virus non si arresta

Pixabay

Dopo due anni di lockdown, quarantene, green pass, vaccini e restrizioni tutti i Paesi europei, Italia compresa, hanno stabilito un graduale allentamento delle misure anti Covid. Ma siamo ben lontani da una situazione di sicurezza, e potremmo invece ripiombare velocemente in una nuova ondata fuori controllo: in appena una settimana i contagi sono cresciuti del +32,4%, tornano a salire i ricoveri ordinari – mentre scendono decessi (-5%) e terapie intensive (-9,4%) – e il tasso di positività sale al 15,2%. Lo rileva la Fondazione Gimbe. 

Un aumento dei contagi spinta dalla nuova sottovariante di Omicron e da un allentamento delle restrizioni – troppo repentino secondo l’Oms – che “si riflette sull’incremento dei ricoveri in area medica e frena la discesa di terapie intensive e decessi”, spiega il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta. Per evitare che il rialzo dei casi dia il via ad una nuova ondata, che potrebbe compromettere la roadmap sulle riaperture, è “indispensabile imprimere una nuova spinta alla campagna vaccinale in stallo ormai da tempo: aumentare coperture vaccinali e terze dosi, in particolare negli over 50, e accelerare con le quarte dosi negli immunodepressi”, avverte Cartabellotta.

Anche molti altri Paesi si ritrovano ad affrontare il preoccupante aumento delle infezioni. In Francia si pensa alla reintroduzione dell’obbligo di mascherine al chiuso – mossa già intrapresa dall’Austria – mentre la Germania all’obbligo vaccinale generalizzato.

Covid in Italia: il Sud più colpito

L’incremento più rilevante si registra nelle Regioni del Sud (+42,2%), con il 51,6% della Puglia, mentre quello minore riguarda le isole (+17,7%). La Fondazione rileva un’inversione di tendenza nei ricoveri in area medica che hanno ripreso a salire (+5,9%). Al 22 marzo, il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 13,8% in area medica e del 4,8% in area critica. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria superano la soglia del 15% in area medica, con la Regione Calabria che tocca quota 34%; nessuna Regione va oltre la soglia del 10% in terapia intensiva.

Covid in Italia: campagna vaccinale in stallo e quarta dose

Al 23 marzo l’85,6% della popolazione ha ricevuto almeno una dose e l’83,9% ha completato il ciclo vaccinale. In ulteriore calo nell’ultima settimana il numero di vaccinazioni (352.744), con una media di 50.392 somministrazioni al giorno: si riducono del 16,3% le terze dosi ( 269.988) e del 23,4% i nuovi vaccinati (18.296). Nonostante l’obbligo vaccinale, tra gli over 50 sono solo 4.031 i nuovi vaccinati di questa settimana (-37,9% rispetto alla precedente).

Sono ancora 6,9 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,4 milioni guarite da meno di 180 giorni. Di conseguenza, le persone attualmente vaccinabili sono circa 4,5 milioni.

Per quanto riguarda la quarta dose non ci sarà un allargamento agli over 70. La Commissione tecnico scientifica di Aifa, alla quale il ministero della Salute aveva chiesto come dovesse muoversi visto che alcuni Paesi hanno annunciato di voler somministrare la quarta dose non solo agli immunodepressi, ha detto che al momento “sono necessari ulteriori approfondimenti, integrando le evidenze scientifiche internazionali con i dati di studi in corso in Italia”. La Cts ha ribadito piuttosto di completare la copertura con le terze dosi, che è ancora indietro.

Salgono i contagi: Francia e Germania fanno un passo indietro

Con i contagi in risalita in tutta l’Europa, i governi ritornano sui propri passi dopo l’allentamento delle misure anti-contagio di inizio mese. La Francia, che dal 14 marzo aveva sospeso il green pass rafforzato e tolto l’obbligo di mascherine al chiuso, è pronta invertire la rotta per frenare il rapido aumento dei contagi: nell’ultima settimana sono risaliti al di sopra di quota 100mila al giorno, e il calo dei ricoveri è rallentato. “Sarò trasparente – ha detto il presidente Emmanuel Macron, intervistato dalla tv M6  – se le cose dovessero peggiorare, anche se sarà durante le elezioni, farò tutto quello di cui c’è bisogno per proteggere in modo proporzionato”.

Anche la Germania, che da settimane ha intrapreso la strada per un ritorno progressivo alla “normalità”, sta affrontando un aumento di infezioni, tanto che nel Paese si parla di “una sesta ondata”. Sono soprattutto i decessi a preoccupare il governo tedesco. Tanto che il ministro della Salute tedesco, Karl Lauterbach, ha ipotizzato il ricorso “all’obbligo vaccinale generalizzato”, come “l’unica strada per uscire dalla pandemia e l’unica via affidabile”. 

L’Austria, a partire da questa settimana, ha reintrodotto l’obbligo delle mascherine Ffp2 al chiuso. Obbligo che era stato ristretto, dal 5 di marzo, solo a supermercati, farmacia e mezzi pubblici.

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