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Corsa ai bond spagnoli: richieste per 50 miliardi di euro

FIRSTonline

I mercati, stressati dalle notizie negative sulla congiuntura in arrivo dalla Cina ma non solo (la vendita di case in Usa è scesa ai minimi da tre anni), si affidano alla speranza di un accordo tra Washington e Pechino che scongiuri l’aumento dei dazi minacciato da Donald Trump se non si troverà un’intesa entro il 1° marzo. Si spiega così il fatto che sia bastato un falso scoop del Financial Times per mettere al tappeto Wall Street, scesa ieri in serata ai minimi dell’anno. Il sito del quotidiano ha anticipato la notizia dell’annullamento di un incontro sui commerci in agenda per questa settimana a Washington.

UN FALSO SCOOP FA TREMARE LA BORSA USA

Ma la notizia è stata smentita in serata da Larry Kudlow, il consigliere economico di Donald Trump: l’unico incontro in programma è quello previsto a fine mese con il vicepremier cinese Liu He. E così Wall Street già in pesante ribasso (S&P -1,9%, peggio il Nasdaq con perdite intorno al 5% per Amazon e Netflix) ha recuperato qualche posizione, anche se l’umore, su tutte le piazze, non è certo dei migliori.

L’EXPORT DI TOKYO CALA DEL 3,8%

L’ultimo allarme è arrivato dal Giappone. L’export di Tokyo registra un calo del 3,8%, la contrazione più forte degli ultimi due anni. Intanto, la Banca centrale ha rivisto al ribasso le stime sull’inflazione. In discesa l’indice Topix (-0,4%). Nel listino, Japan Display, uno dei produttori degli schermi dell’iPhone XR da tempo in gravi difficoltà, sale del 10% sulle voci di un possibile salvataggio.

Scende lo yen, risale dopo quattro giorni lo yuan cinese: nel corso della notte, la Banca centrale di Pechino si è fatta viva sui mercati, mettendo a disposizione delle banche liquidità per 258 miliardi di yuan (38 miliardi di dollari).

Deboli i mercati asiatici, in modesta flessione. Sale il Kospi coreano (+0,2%).

Il petrolio Brent ha chiuso ieri in calo del 2% e stamattina il greggio tratta a 61,5 dollari il barile. A Piazza Affari Saipem arretra dell’1,5%: Exane ha rafforzato il giudizio outpeform alzando il target a 5 euro da 4,90. Sull’azienda pesa però l’inchiesta della Procura di Milano.

ELLIOTT METTE NEL MIRINO E BAY

Mercati Usa negativi nonostante il recupero finale: S&P 500 -1,22%, Dow Jones -1,42% e Nasdaq -1,91%. Tra le note positive Ibm, in salita nel dopo Borsa del 6,6% grazie ai risultati. Elliott Partner ha messo nel mirino e Bay. Il fondo di Paul Singer ha acquistato il 4% della società e ha inviato una lettera al board sollecitando interventi per risollevare il prezzo dell’azione.

EUROPA IN ROSSO, SULLE BANCHE PESANO I CONTI DI UBS

La Borsa di Milano ha chiuso in ribasso dell’1,03%, condizionata dalla pressione sui titoli bancari (-1,16% l’indice di settore). Giù anche il Cac 40 di Parigi (-0,4%) e il Dax di Francoforte (-0,4%). La nota più positiva riguarda Hugo Boss: +5,64% dopo aver alzato la guidance sull’anno in corso.

A Zurigo (-0,50%) brusca caduta di Ubs (-3,17%) dopo i conti e previsioni negative sull’esercizio. In forte ribasso anche Julius Baer (-2,41%).

La Borsa di Londra ha perso l’1%. La sterlina però si apprezza su euro, a 0,876, livello che non si vedeva da due mesi.

NUOVE ASSE PARIGI-BERLINO, LAVORO RECORD A LONDRA

I leader di Francia e Germania hanno firmato un accordo per aggiornare il concordato di riconciliazione concluso nel dopoguerra per rinvigorire l’asse principale dell’Unione europea contro la crescita dei movimenti nazionalisti euroscettici. Angela Merkel ed Emmanuel Macron vogliono che il nuovo accordo, che aggiorna il Trattato dell’Eliseo del 1963, dia impulso all’unità europea, colpita da eventi come la Brexit, la crisi dell’immigrazione e quella finanziaria.

Il rapporto tra l’Italia e la Francia rimane forte e saldo, nonostante le discussioni tra i governi di questi ultimi giorni. Lo ha scritto in una nota il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il giorno dopo la convocazione da parte del governo di Parigi dell’ambasciatrice italiana a seguito delle dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio sull’atteggiamento francese nei confronti dell’Africa.

Anche se la politica inglese è nel caos, in Gran Bretagna le paghe salgono e la disoccupazione scende: +3% le prime e 4% la seconda, livello che non si vedeva da circa quarant’anni. Intanto, i laburisti si dicono pronti a sostenere il governo di Theresa May, votando uno slittamento del termine ultimo per la Brexit.

CORSA AI BONOS SPAGNOLI: 50 MILIARDI DI RICHIESTE

L’indebolimento delle prospettive di crescita assieme all’incognita Brexit, ha spinto i capitali dal mercato azionario a quello delle obbligazioni della zona euro. La congiuntura debole, infatti, potrebbe indurre la Bce a una maggiore prudenza nella normalizzazione della politica monetaria. È perciò possibile che il direttorio della banca centrale, riunito oggi e domani a Francoforte, possa preparato il terreno per il lancio di una nuova tornata di finanziamenti a lungo termine destinati alle banche, finalizzati al mantenimento di un orientamento molto accomodante.

La conferma è arrivata dalla domanda monstre per il nuovo decennale spagnolo, che ha raggiunto 46 miliardi di euro, conferma in questa fase l’appetito degli investitori per la carta della cosiddetta periferia della zona euro, dopo l’emissione record del Btp 15 anni la settimana scorsa. Il tasso è stato fissato a 65 punti base sulla curva dopo un’iniziale indicazione in area 70 punti base (poi rivista in area 67 punti base).

Il rendimento del decennale italiano è sceso a 2,74% da 2,77% del finale di seduta di ieri, mentre lo spread con l’analoga scadenza del Bund chiude a 254 punti base da 258 punti base del finale di seduta di ieri.

TIM SOTTO I DIECI MILIARDI. SCAMBI PER 2,5%

La discesa negli abissi di Tim rischia di creare un pericoloso effetto domino sul resto del listino. È l’allarme di alcuni investitori e analisti internazionali dopo l’ennesima caduta del titolo, scivolato ieri del 6,24%, a quota 0,441 euro, dopo scambi su più del 2,5% del capitale, per una capitalizzazione, compresi i titoli di risparmio (in calo del 6%) inferiore ai dieci miliardi di euro. Si moltiplicano intanto i giudizi negativi. Hsbc ha ridotto il target price da 0,6 a 0,45 euro, con rating hold, mentre Exane ha tagliato il prezzo obiettivo da 0,36 a 0,35 euro, confermando la raccomandazione underperform. Sia Fidentiis sia Equita mantengono sul titolo il rating buy (target price a 0,55 euro) così come Kepler Chevreux che ha però tagliato il prezzo obiettivo da 0,90 a 0,65 euro.

MESSINA (INTESA): NPL ITALIANI SOTTO CONTROLLO

Le vendite hanno colpito anche il comparto del credito. Pesanti le perdite per Banco Bpm (-2,69%), Unicredit (-2,14%) e Ubi Banca (-1,97%), mentre limita i danni a -0,6% Intesa Sanpaolo. L’ad Carlo Messina ha dichiarato che, per quanto riguarda “la questione degli Npl” in pancia alle banche italiane la situazione “è sotto controllo”.

Segno meno anche per gli industriali. Stm cede il 3,41%, Leonardo l’1,21%. Debole l’auto: Fca -1,67%. Su Ferrari (-2,07%) Banca Akros ha limato il prezzo obiettivo a 110 euro da 112,5 euro, confermando a neutral il rating.

OFFERTA DI AUTOGRILL IN FRANCIA

Banca Akros ha limato anche il target price di Tod’s -0,69% a 47 euro da 53, confermando a neutral il rating, in vista della revisione delle stime dei ricavi preliminari.

Autogrill +0,45%. La società, secondo Reuters ha presentato un’offerta per Areas, divisione ristorazione delle concessioni della francese Elior.

Isagro +7%. La Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha dato ieri il primo via libera alla riforma del regolamento sui fertilizzanti.

Falck Renew +5%, ai massimi dal 2010. Vola Bioera (+19,52%), ben comprata Bialetti (+7,76%).

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