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Contratti, Squinzi chiude ai sindacati. Più vicino l’intervento del Governo. Marchionne riapre a Uaw

Si annunciano giornate piene di tensione tra imprese e sindacati sui contratti. Ieri il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, ha chiuso il capitolo dei contratti in modo secco. “Ci siamo resi conto – ha dichiarato nell’incontro in Assolombarda con i vertici di una quarantina di categorie confindustriali – dell’impossibilità di portare avanti qualunque trattativa con il sindacato. Non abbiamo margini di manovra per poter proseguire il colloquio sui contratti nel modo tradizionale. Per noi il capitolo è chiuso”.

“Mi sembra – ha aggiunto il presidente di Confindustria – che le posizioni dei sindacati siano irrealistiche soprattutto sul piano monetario e poi anche per il futuro del nostro Paese. Se non siamo capaci di trovare un accordo per creare un modello più avanzato e più in linea con i tempi che ci impone l’economia globale, c’è da essere veramente preoccupati”. 

Poche ore prima il presidente di Confindustria aveva rivolto l’ultimo avvertimento ai sindacati a “smettere con la pretattica” e a completare le nuove regole prima che lo faccia il sistema: e in effetti questo è quanto si prefigura. In assenza di un accordo tra Confindustria e sindacati su contrattazione e rappresentanza sarà il Governo ad intervenire con regole che privilegino la contrattazione aziendale rispetto a quella nazionale e che permettano di valorizzare meglio e di più la produttività, che è uno degli handicap principali del Paese. Lo aveva già anticipato il premier Matteo Renzi al workshop Ambrosetti di Cernobbio ai primi di settembre.

Ora i sindacati preannunciato agitazioni e scioperi contro Confindustria ma il problema contrattuale è più aperto che mai e forse arriverà a una svolta. Squinzi, fin dall’inizio del suo mandato, ha pensato di poter ignorare la sfida rinnovatrice lanciata anche sui contratti dalla Fiat di Sergio Marchionne (che è infatti uscita da Confindustria) e ha sempre puntato su un accordo tradizionale con i vertici sindacali che, Cgil in testa, hanno sempre difeso a spada tratta la vecchia contrattazione nazionale centralizzata a svantaggio della contrattazione aziendale, ma i risultati deludenti sono sotto gli occhi di tutti e adesso Squinzi cambia registro.

Per ironia della sorte, quando Squinzi chiude, Marchionne riapre. Il ceo di Fca ha infatti ripreso i negoziati contrattuali a Detroit con la Uaw, il sindacato americano dei lavoratori dell’auto, per rinnovare il contratto dei dipendenti di Fiat Chrysler Automobiles in America dopo che il 65% dei dipendenti degli stabilimenti Usa ha bocciato la prima intesa e in vista degli scioperi che scatteranno da stasera.

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