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Conte non chiude sul Mes e annuncia decreto da 50 miliardi

Imagoeconomica

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncia l’arrivo di un decreto da almeno “50 miliardi di euro” e in vista del Consiglio europeo in programma il 23 aprile non chiude sul Mes, ma sottolinea: “l’Italia ha bisogno di altro”.

IL DECRETO DI APRILE

Nel corso del suo intervento al Senato il Premier anticipa misure di supporto alle famiglie e alle imprese per almeno 50 miliardi di euro in arrivo con il decreto di aprile: “Dobbiamo potenziare ulteriormente la nostra risposta di politica economica. Per tale ragione – ha detto Conte – in aggiunta ai 25 miliardi di euro già stanziati con il ‘Cura Italia’, il governo invierà in brevissimo al Parlamento un’ulteriore relazione contenente la richiesta di scostamento dagli obiettivi di bilancio pari alla cifra ben superiore a quella stanziata a marzo. Una cifra davvero consistente, non inferiore a 50 miliardi di euro che si aggiungeranno ai 25 miliardi già stanziati per un intervento complessivo non inferiore ai 75 miliardi di euro”. 

La chiusura di uffici, fabbriche negozi ecc. e l’isolamento cui sono costretti i cittadini hanno generato una crisi senza precedenti, ha rimarcato il Premier, sottolineando come l’emergenza stia incidendo soprattutto “sulle fasce più fragili”. “Gli interventi programmati finora non sono sufficienti. Si rischia di creare una nuova povertà”. Per questo, “gli interventi economici dovranno essere più incisivi“, ha affermato.

Secondo quanto rivelato dall’Ansa, domani, 22 aprile, dovrebbe tenersi il Consiglio dei ministri per il varo del Documento di economia e finanza. La riunione non è ancora convocata, ma il Governo starebbe lavorando con l’obiettivo di approvare il Def già nella giornata di mercoledì. Parallelamente l’Esecutivo dovrebbe dare il via libera anche alla relazione al Parlamento sullo scostamento di bilancio, per autorizzare nuove spese in deficit e finanziare le misure del decreto atteso a fine mese.

IL MES

In vista del Consiglio europeo di giovedì che – ha anticipato Conte – “non sarà risolutivo”, il Premier ha affrontato anche l’argomento più caldo dell’ultimo periodo, quello relativo al Mes.

“Ci sono Paesi in Ue – ha spiegato il Premier – che hanno dimostrato interesse” nei confronti del Mes, ma senza le condizioni previste attualmente. “La Spagna ha dimostrato di essere interessata purché non abbia le condizionalità” previste prima dell’emergenza. “Rifiutare questa nuova linea di credito significherebbe fare un torto a questi Paesi che ci affiancano nella battaglia, ma l’Italia ha bisogno di altro. I criteri del Mes sono inaccettabili per la natura di questa crisi” .

Bisognerà quindi aspettare di vedere quali saranno (se ci saranno) le condizioni poste dagli altri paesi Ue. “Per capire se il Pandemic Crisis Support (la nuova linea di credito che fa riferimento al Mes, ndr) sarà effettivamente senza condizionalità bisogna attendere l’elaborazione dei documenti predisposti per erogare questa linea di credito. Solo allora potremo discutere se il relativo regolamento può essere o meno opportuno agli interessi nazionali”.

La mezza apertura di Conte ha immediatamente scatenato proteste provenienti dai banchi dell’opposizione, che il numero uno di Palazzo Chigi ha cercato di placare affermando che “Quanti oggi esprimono dubbi” sul Mes “a mio avviso contribuiscono a un dibattito democratico e costruttivo e sono io il primo a dire che occorre valutare attentamente i dettagli dell’accordo e solo allora decidere se confermi a interesse  nazionale”. Il Premier ha poi rassicurato i parlamentari: “Ho già dichiarato che questa discussione” sul Mes “debba avvenire in modo pubblico e trasparente dinanzi al Parlamento a cui spetta l’ultima parola”. 

LE ALTRE PROPOSTE

Nel corso della sua informativa Conte ha annunciato che “Nell’Unione europea ci sono altri otto Paesi disposti a nuove misure di sostegno economico. Non accetteremo un compromesso al ribasso”. “Bisogna costruire un Economic Recovery Fund per contrastare la crisi“, ha continuato il Presidente del Consiglio, spiegando che l’intervento dell’Europa “dovrà essere conforme ai trattati perché non abbiamo tempo per modificarli. Va gestito a livello europeo senza carattere bilaterale, deve essere ben più consistente degli strumenti attuali, mirato a far fronte a tutte le conseguenze economiche sociali, immediatamente disponibile e se dovrà ricadere nel quadro finanziario pluriennale dovrà essere messo a disposizione subito attraverso garanzie che ne anticipino l’applicazione”, ha detto Conte.

Per quanto riguarda le altre proposte sul tavolo, l’Italia è disponibile “ad appoggiare la proposta della Francia sui bond, avendo chiesto di integrarla in modo da rispondere più puntualmente ai requisiti che riteniamo imprescindibili. Da ultimo è stata presentata una proposta spagnola che pure, ma con qualche suggerimento di variazione, potremmo appoggiare per la sua conformità alle nostre finalità”.

LA FASE 2

L’intervento di Conte in Senato è cominciato parlando della cosiddetta fase 2. “Stiamo elaborando un programma di progressive riaperture che sia omogeneo su base nazionale e che ci consenta di riaprire buona parte delle attività produttive e anche commerciali tenendo sotto controllo la curva del contagio”, ha spiegato Conte. 

Il governo ha elaborato “una strategia in cinque punti. Il primo – ha continuato il presidente del Consiglio – è mantenere e far rispettare distanziamento sociale, promuovere un utilizzo diffuso di dispositivi di protezione individuale fino a quando non disponibili terapia e vaccino”.

Sull’app “Immuni”, per il tracciamento il Premier ha rassicurato il Parlamento: “sarà offerta su base volontaria, non obbligatoria”. “Anche per le misure di distanziamento sociale ci saranno alcune modifiche, non ci sfugge”, prosegue il premier, la difficoltà dei cittadini “nel continuare a rispettare” le regole anticontagio e “l’aspirazione al ritorno alla normalità”.

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