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Casa, gli studenti fuori sede spingono i prezzi: Roma la più cara

FIRSTonline

“Settembre, andiamo. È tempo di migrare”, se per Gabriele D’Annunzio erano i pastori a guidare le greggi dai pascoli montani alla pianura dopo l’estate, nelle città universitarie italiane sono gli studenti.

Il nuovo anno accademico sta per cominciare e molti sono già tornati alle loro sistemazioni, vecchie o nuove. In base agli ultimi dati dell’Anagrafe Nazionale Studenti del Miur, nel 2016/2017 gli studenti fuori sede erano più di 400mila su tutto il territorio italiano. Un vero e proprio esodo che, secondo l’analisi condotta dal Centro Studi di Abitare Co. – società attiva nell’ambito dell’intermediazione immobiliare dal 1997-, contribuisce a dare una spinta al mercato immobiliare soprattutto nei quartieri più vicini alle facoltà delle principali città metropolitane italiane e delle piccole città universitarie.

Durante il primo semestre del 2018, nei quartieri più prossimi alle principali università italiane, la domanda per l’acquisto di un’abitazione è aumentata ben del +5,2% sul 2017 rispetto a quella registrata nelle altre zone più periferiche che si attestano al +4,6%. Chi sceglie di investire in un immobile in una città universitaria lo fa per due ragioni principali: o si tratta di genitori che, avendone la possibilità economica, preferiscono acquistare ai propri figli una casa e, dovendo accendere un prestito, investire i soldi altrimenti destinati all’affitto sul mutuo oppure si tratta di persone che decidono semplicemente di investire in un immobile potendo contare poi su un bacino ampio di potenziali affittuari e su una rendita più elevata.

Contestualmente, a settembre 2018, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nelle zone universitarie il prezzo medio di vendita di un’abitazione usata in buone condizioni è di 2.400 euro a mq e cresce del +2,2% a fronte del +1,3% degli altri quartieri – con prezzi variabili che si attestano in un ampio range compreso fra i 1.400 euro a mq di Ferrara sino ad un valore top di 5.100 a Roma nel quartiere Nomentano, vicino all’università La Sapienza.

Aumenta anche la domanda di abitazioni in affitto del +4,3% (nelle altre zone è del +3,7%), mentre i prezzi medi per un bilocale, che si attestano a circa €800 al mese, sono cresciuti rispetto allo scorso anno del +5,8%, a fronte di un incremento medio registrato negli altri quartieri del +4,6%.

Affrontando il dettaglio delle città, si vede come dal report emerge che la più cara – limitatamente ai quartieri universitari – è Roma. Le case della capitale si affacciano al mercato immobiliare con un prezzo medio di €4.100 a mq – del +1,8% sul 2017: Tor Vergata risulta il quartiere più economico (2.800 a mq), mentre i prezzi aumentano nettamente nelle zone di Nomentano (5.100 a mq), Flaminio (4.800), San Lorenzo (4.200) e Garbatella (3.800).

Dato sorprendente quello che vede Milano in seconda posizione dove il prezzo medio delle abitazioni in area universitaria è pari a €3.700 a mq-, con prezzi che variano da €2.200 della zona Bovisa a €6.700 della centralissima Sant’Ambrogio. Per il quartiere Bocconi sono necessari €3.300, mentre in Bicocca il prezzo medio è di circa €2.300.

Al terzo posto si posiziona Firenze, con un valore medio di €2.650 a mq (+2,2%): per chi decide di acquistare nel quartiere Gavinana, il prezzo di €2.300 è sicuramente più conveniente rispetto ai quartieri di Rifredi (€2.700) e Campo di Marte (€2.900).

Tra le piccole città universitarie invece si vede come Pisa in media sia la città più cara, con 2.800 euro a mq (+2,7%), seguita da Padova (2.400), Urbino (1.900) e Trieste (1.800). La più economica in assoluto è Ferrara (1.400).

A livello nazionale secondo i dati Istat relativi al primo trimestre del 2018 le compravendite immobiliari sono state pari a 176.687, in modesta crescita dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti ma in nettissimo aumento del 4,2% sullo stesso periodo del 2017.

Rispetto al primo trimestre 2017, l’incremento registrato nei primi tre mesi del 2018 riguarda tutte le zone del Paese per il settore abitativo: Isole (+10,9%), Sud (+6,9%), Centro (+4,2%), Nord Est (+3,9%) e Nord Ovest (+2,1%). Il settore economico cresce al Centro (+5,9%), al Sud (+3,4%), nelle Isole (+2,9%) e nel Nord Est (+0,8%); fa eccezione il Nord Ovest, con una lieve flessione del -0,2%. Si osserva inoltre un incremento su base annua sia nelle città metropolitane sia nei piccoli centri: dove per l’abitativo si parla di +3,5% e +5,2%, mentre per l’economico del +3,4% e +1,2%.

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Categories: Economia e Imprese