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Cannavacciuolo e Borsalino: Piemonte sotto tiro

Villa Crespi

Borsalino e Cannavacciulo: due eccellenze del made in Italy in difficoltà sullo stesso territorio, il Piemonte, rispettivamente ad Alessandria e Torino.

CANNAVACCIULO E I CIBI CONGELATI

Il Cannavacciuolo Bistrot Torino, aperto l’estate scorsa dietro la Gran Madre, di proprietà del famoso chef stellato, noto anche per essere uno dei quattro giudici di “Masterchef” e il volto di “Cucine da Incubo”, è stato sottoposto ad un controllo da parte dei carabinieri del Nas. Quanto scoperto dai militari del nucleo antisofisticazione non giova alla reputazione del ristorante: sul menù non era presente l’indicazione dei prodotti congelati. 

Due le denunce ricevute dal Bistrot (ma non da Cannavacciulo). La prima a carico del direttore Giuseppe Savoia, la seconda nei confronti di Cinzia Pimatesta, moglie di Cannavacciulo e responsabile della società. Per entrambe si ipotizza una frode in commercio. Oltre alle denunce è stata comminata una multa di 1.500 euro per la mancanza delle indicazioni necessarie per tracciare alcune materie prime.

“Mancava un asterisco. Quel cibo in frigo era per noi. Con storie come questa vien voglia di andarsene”, afferma Cannavacciuolo.

Sulle materie prime, lo chef ha spiegato che “Non sono state riscritte le schede dei singoli fornitori sui registri del ristorante. Evidentemente negli ultimi tre giorni nessuno aveva avuto ancora il tempo”, si giustifica Cannavacciuolo.

BORSALINO: ALESSANDRIA SI MOBILITA

Dopo varie vicissitudini, la storica azienda di cappelli è andata incontro al fallimento.  Ma Alessandria, città che ha dato i natali alla celebre azienda, non ci sta: Tutti con il cappello in testa per Borsalino”

I cittadini hanno deciso di manifestare davanti alla boutique del marchio con il famoso copricapo in testa. L’idea è nata sui social network e ha subito incontrato il favore di tutta la città. “Gli alessandrini per Borsalino”. L’adunata è in programma sabato 23 alle 11 al civico 20 di corso Roma ad Alessandria.

“Una breve pausa durante lo shopping natalizio, anche solo un passaggio. Questa può essere la risposta alla notizia del fallimento del marchio nato nel 1857 ad Alessandria. Un gesto di solidarietà nei confronti dei lavoratori: ci stringiamo gli uni agli altri per combattere la crisi economica della città piemontese. Hai un cappello Borsalino? Indossalo sabato! Non ce l’hai? Ti aspettiamo lo stesso”. Questo quanto si legge nell’invito.

 

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