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Calcio ko per Covid: ricavi da stadio e diritti tv in picchiata

Imagoeconomica

Il calcio è nei guai. Che la pandemia avesse avuto effetti catastrofici anche nello sport più amato del mondo lo si sapeva già, ma da qualche ora, dopo la pubblicazione della Football Money League 2021 della Deloitte, è una certezza. I numeri della crisi sono semplicemente impressionanti e non risparmiano proprio nessuno, dal Barcellona primo nella classifica dei fatturati fino al movimento dilettantistico, che rischia addirittura di scomparire. Partiamo da casa nostra e dalla Juventus, confermatasi regina anche nelle cifre con 397,9 milioni di ricavi, prima in Italia e decima nel mondo. Rispetto ai 459,7 del 2019 però c’è un calo del 13%, che si spiega con il -36% alla voce matchday (stadio, il più grosso crollo in percentuale dell’intera classifica europea) e il -20% dei diritti tv.

Le sponsorizzazioni di Jeep e Adidas hanno permesso un aumento di 3,3 milioni (2%), ma questo, chiaramente, non è bastato ad ammortizzare le perdite. Il matchday è un qualcosa di fondamentale per le società, sia a livello di incassi da stadio (abbonamenti, biglietti) che di merchandising, senza contare ristoranti, bar e museo. I club sono costretti da mesi a giocare solo per il pubblico televisivo e quel che è peggio è che non sanno, per ovvi motivi, quando potranno tornare a incassare a pieno regime. Non a caso le previsioni per il 2021 parlano di un piccolo rimbalzo del +2%, ipotizzando (a ragione, s’intende) che anche questo, almeno per gran parte, sarà un anno di tifo virtuale.

Il mercato tv, comunque, non naviga certo nell’oro, come si evince dal -20% registrato (sempre dalla Juve) alla voce diritti televisivi: un calo di 41,8 milioni, figlio degli inevitabili sconti fatti ai broadcaster durante la fase più dura della pandemia. Al 14esimo posto della classifica troviamo l’Inter con 291,5 milioni di ricavi, -20% rispetto ai 364,6 milioni dell’anno precedente. Oltre alla contabilizzazione posticipata di 51 milioni di entrate nel 2021, pesa la diminuzione del -37% dei ricavi commerciali, determinata dalla scadenza di una serie di accordi con importanti partner, per un valore di circa 45 milioni di euro all’anno. La diminuzione delle entrate commerciali e dei diritti Tv è stata compensata in parte dalla crescita dei ricavi del matchday, con un aumento del +14% a 56,9 milioni, grazie all’attivazione di una polizza assicurativa per l’interruzione dell’attività (caso unico in Europa e, evidentemente, lungimirante).

Crollo del 15% anche per il Napoli, piazzatosi al 19esimo posto della graduatoria: a pesare è soprattutto il -12% alla voce diritti tv, che costituisce il 72% delle entrate del club. Il Milan finisce addirittura fuori dalla Top 20, piazzandosi al 30esimo posto, anche se è giusto specificare come sui 148 milioni di ricavi pesi l’assenza dalla Champions League. Il crollo per eccellenza però è della Roma, che dopo essere stata 16esima esce perfino dalla Top 30: anche qui, però, l’esclusione dalla Champions ha un peso piuttosto rilevante. Se l’Italia piange, l’Europa non ride di certo: il Barcellona perde 125,7 milioni, il Real Madrid 42,4, il Bayern 26 (la vittoria di Lisbona ha attenuato i danni), il Manchester United 131 e così via.

Il risultato è che i club della top 20 hanno generato un totale di 8,2 miliardi di ricavi, in calo del -12% rispetto alla stagione 2018/19. Una contrazione di 1,1 miliardi dovuta principalmente a: riduzione di 937 milioni (-23%) dei proventi dei diritti televisivi, a causa del differimento delle entrate e degli sconti concessi ai broadcaster; un crollo di 257 milioni (-17%) dei ricavi da stadio, solo parzialmente compensati da una crescita dei ricavi commerciali di 105 milioni di euro (+3%). Il fatturato medio generato dai primi 20 club della classifica ammonta a 409 milioni di euro nel 2019/20, segnando una flessione del -12% rispetto al 2018/19.

Gli sconti ai broadcaster sui principali campionati (Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga, Ligue 1) e competizioni UEFA, secondo quanto riferito, ammontano a circa 1,2 miliardi di euro, di cui larga parte a carico dei club, mentre i ricavi da matchday, da marzo 2020, saranno probabilmente vicini allo zero, poiché sembra ormai improbabile il rientro allo stadio entro fine anno. Insomma, secondo Deloitte i primi 20 club del mondo perderanno complessivamente più 2 miliardi di euro entro la fine della stagione 20/21, un vero e proprio bagno di sangue, che rischia di mettere ko un gigante coi piedi sempre più d’argilla.

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