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Brexit, si tratta ad oltranza. La crescita rallenta ma le Borse corrono

Pixabay

Il Fondo Monetario segnala che la crescita mondiale è ai minimi da 10 anni. La Cina, per contrastare l’aria di recessione, pompa nel sistema 28 miliardi di dollari e avverte Washington che, se passeranno al Congresso le leggi a sostegno delle dimostrazioni ad Hong Kong, ci saranno adeguate ritorsioni. Ma queste nuvole passeggere non spaventano il Toro, di nuovo protagonista del mercato, per più ragioni: 1) Londra e l’Unione Europea hanno trattato per tutta la notte con l’obiettivo di raggiungere un’intesa e scongiurare la hard Brexit; 2) la stagione delle trimestrali Usa è partita con il piede giusto. Di riflesso, con l’eccezione della Cina, i listini azionari hanno ripreso a macinare record, da Tokyo a Piazza Affari.

L’indice Nikkei avanza dell’1,3%. Il Ropix segna i massimi da dicembre. Avanzano il Kospi di Seul (+0,6%), lo Strait Times di Singapore (+0,6%) e Sidney (+1,1%).

SOLO LA CINA NON PARTECIPA ALLA FESTA

Invariato l’Hang Seng di Hong Kong ed in calo dello 0,3% l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen.

Il riemergere delle tensioni tra Cina e Stati Uniti sta indebolendo lo yuan, a 7,09 su dollaro. Dopo cinque giorni consecutivi di ribasso, torna ad apprezzarsi la valuta rifugio dell’Asia, lo yen giapponese, a 108,7 sul dollaro.

JP MORGAN +3% AI MASSIMI DI SEMPRE

Il nuovo record di JP Morgan (+3%) ha inaugurato la stagione delle trimestrali di Wall Street: Dow Jones +0,89%, S&P 500 +1%, Nasdaq +1,24%.

La trimestrale che più ha impressionato è stata quella del colosso delle polizze sanitarie, United Health (+8,2%). Tra le banche sale anche Wells Fargo (+1,7%). In sordina i conti di Goldman Sachs. Oggi comunicato i risultati Bank of America e Netflix.

L’aumento della propensione al rischio ha spinto ieri il Treasury Note a dieci anni sui massimi delle ultime tre settimane a 1,75%, stamattina siamo a 1,73%.

Il cross dollaro sterlina rimbalza, a 0,784, dopo il -1,4% di ieri.
Il petrolio Brent tratta a 58,9 dollari il barile, in rialzo dello 0,2%, nei primi due giorni della settimana ha perso il 3,5% per effetto della frenata delle economie che ha provocato grossi danni, ammonisce l’Fmi.

FMI: LA CRESCITA PIÙ BASSA DA DIECI ANNI

La guerra dei dazi tra Usa e Cina ridurrà quest’anno la crescita globale ai minimi dalla crisi finanziaria del 2008-2009, dice il Fondo Monetario Internazionale, secondo cui la prospettiva potrebbe peggiorare considerevolmente se le tensioni restassero irrisolte. È quanto si legge nel World Economic Outlook che segnala una crescita del 2019 al 3%, in calo dal 3,2% previsto a luglio, ai minimi dalla crisi del 2008. Per effetto dei dazi che, secondo il Capo economista del Fmi Gita Gopinath, potrebbero ridurre la produzione mondiale dello 0,8% nel 2020. La flessione non risparmierà in pratica nessuno: il 90% delle economie del pianeta, nota il direttore generale, la bulgara Kristalina Georgeva, quest’anno crescerà di meno. E le prospettive sono negative.

L’Fmi ha tagliato la stima per la crescita economica negli Stati Uniti al 2,4% nel 2019, rispetto al 2,6%, mentre per il 2020 ha ridotto le previsioni al 2,1% dal 2,3%.

Per quanto riguarda la Cina, la stima per la crescita economica nel 2019 è scesa al 6,1% dal 6,2%, mentre per il 2020 è stata tagliata al 5,8% dal 6%.

ITALIA, NEL 2020 SOLO +0,5%

Nel caso dell’Italia, si legge nell’Outlook, “sono state riviste al ribasso le prospettive sia sul 2019 sia sul 2020, a causa del rallentamento dei consumi privati, di un minore stimolo da parte della politica economica e di un indebolimento del quadro macro internazionale”.

Rispetto alle stime dell’aggiornamento di fine luglio la crescita scende a zero da 0,1% per il 2019 e a 0,5% da 0,8% per il 2020.

BREXIT, SI TRATTA A OLTRANZA

A far da scudo alle fosche previsioni del Fondo ci hanno pensato ieri le buone notizie in arrivo dai fronti più caldi, Brexit compresa. Bloomberg, già nel primo pomeriggio, ha scritto di un accordo già raggiunto.  Anche Michel Barnier, il capo delegazioni della Ue si è spinto a dire che è possibile un’intesa prima del vertice Ue di domani e venerdì lasciando l’Irlanda del Nord nel territorio doganale britannico, ma applicando le norme doganali comunitarie. Prende coraggio la sterlina, scambiata a 0,864 (-1%), sui minimi da aprile. Ancor meglio fanno le Borse di Eurolandia.

PIAZZA AFFARI +1,3%, SPREAD A 134

L’indice FtseMib ha guadagnato nel finale l’1,3% a 22.395 punti, livelli visti l’ultima volta nel giugno 2018.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato a tarda sera il Documento programmatico di bilancio poi inviato alla Ue.

In ascesa anche gli altri mercati europei sostenuti nel pomeriggio dalle buone notizie in arrivo da Wall Street: Francoforte +1,16% nel giorno della pubblicazione dell’indice Zew, in ottobre peggiorato di poco a -22,8 da -22,5 di settembre, il consensus era leggermente più negativo (-26,4).

Parigi +1,05%; Madrid +1,15%; Zurigo +0,9%. Londra (-0,02%) è stata frenata dal balzo del pound.

DOMANI IL TESORO RITIRA QUATTRO TITOLI

Calano le tensioni, perdono colpi i mercati obbligazionari. Nel finale di seduta, i Btp hanno azzerato il rialzo precedente e passando in negativo sulla scia degli spiragli nei negoziati per la Brexit. Lo spread fra decennale italiano e tedesco chiude a 134 punti base -0,37%.

Poco prima della chiusura il Tesoro ha annunciato per domani, 17 ottobre, un’operazione di riacquisto di titoli di Stato che riguarda quattro obbligazioni tutte con scadenza nel 2020.

Nel dettaglio, i titoli oggetto del riacquisto sono il Btp febbraio 2020, il Ctz marzo 2020, il Btp Italia aprile 2020 e il Ccteu dicembre 2020.

Seduta quasi euforica a Piazza Affari con gli indici che chiudono vicino ai massimi di giornata sulle indiscrezioni che Ue e Gran Bretagna sono vicine a un accordo sulla Brexit.

BANCHE POSITIVE, VOLA IL GESTITO

Banche positive grazie a un generale movimento di rimbalzo. Gli acquisti hanno investito il risparmio gestito: Finecobank +2,71%, rimbalza Banca Generali (+5,74%): Anima Holding +3,4%. Sulla scia sale Banca Mediolanum (+0,76%) che ieri ha chiuso positiva. Forte Unicredit (+3,18%).

Acquisti sui titoli industriali, nonostante rimangano le incertezze sull’onda dell’accordo preliminare sul commercio Usa-Cina. Pirelli +3,5%, Stm +2,45% e Prysmian +1,98%.

GOLDMAN RILANCIA IL LUSSO: IN PASSERELLA CUCINELLI

Bene il lusso con Brunello Cucinelli che balza del 5,6% dopo che Goldman Sachs ha rivisto al rialzo il target a 34,8 euro da 32. Moncler poco mossa, anche se Goldman conferma ‘buy’ con target a 43 euro per le attese di crescita e una valutazione attraente. Ferragamo cresce dell’1,35%.

Mediaset (+1,7%) recupera quota 2,71, come a dimostrare che lo stop all’operazione europea era attesa e quindi non influenza le quotazioni. Vivendi, secondo azionista del gruppo, ha ritirato il ricorso d’urgenza presso il tribunale di Amsterdam contro il piano di Mediaset di integrazione delle proprie attività italiane e spagnole in una nuova holding olandese.

GEDI: L’INGEGNERE PUNTA A UNA FONDAZIONE PER REPUBBLICA

Battura d’arresto per Gedi che cede l’1,88% a 0,28 euro e forti volumi dopo il balzo di oltre il 15% di lunedì. Carlo De Benedetti ha offerto 25 centesimi per azione, con l’obiettivo di procedere poi allo scorporo di Repubblica ed alla creazione di una fondazione sul modello del Guardian mettendo il giornale al riparo dall’arrivo di nuove offerte, tipo quella in arrivo dalla cordata guidata da Flavio Cattaneo pronta a offrire, pochi mesi fa, 37 cent per titolo. Secondo banca Imi, “l’offerta di De Benedetti è superata dall’attuale performance, ma l’appeal speculativo resta intatto”. Per Equita, “il titolo tratta con un rapporto Enterprise value/Ebitda di circa 4,2 volte, un price earning di 12 volte ed un free cash flow yield del 13% a premio rispetto a quelli di Cairo”.

EQUITA PUNISCE INTERPUMP

Balzo a doppia cifra per D’Amico (+4,67%), che ha ripreso la corsa dopo qualche seduta di consolidamento, con i trader che considerano il titolo sottovalutato.

Crolla Interpump che lascia sul terreno l’8%, penalizzata da un report di Equita che stima un rallentamento della crescita, in particolare nel settore dell’idraulica a causa di un contesto macro più volatile, in vista dei risultati del terzo trimestre attesi il prossimo 8 novembre. Kepler Cheuvreux ha ridotto il prezzo obiettivo da 28,5 a 27,5 euro, confermando la raccomandazione hold.

Trevi +3% dopo l’annuncio del finanziamento in arrivo per 12 milioni. Gamenet +5%, Saras +3,5%, Bio-on +10%.

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