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Brexit, l’Ance: “Ora basta austerità, piano da 30 miliardi”

“Lo shock provocato dalla Brexit ha portato alla ribalta l’insostenibilità del dogma dell’austerità, che troppi anni ha guidato la politica europea”. Lo ha detto il presidente dell’Ance, Claudio De Albertis all’assemblea nazionale dei costruttori edili. “Secondo le nostre valutazioni sarebbe possibile mettere in campo 30 miliardi di euro nei prossimi 3 anni, attraverso l’utilizzo delle risorse esistenti e una rinnovata flessibilità negli investimenti”. L’Ance ha indicato le cinque linee di intervento prioritarie: manutenzione delle infrastrutture esistenti; ampliamento del piano di riqualificazione delle scuole; contrasto del rischio idrogeologico; beni culturali; recupero e risanamento delle periferie.

Le periferie, secondo il presidente dell’Ance, “rischiano di essere la miccia da cui potrebbe arrivare la spallata finale al nostro modello”. E’ per questo che l’Ance ritiene necessario avviare “un Piano nazionale per le periferie da almeno 5 miliardi di euro gestito da una cabina di regia governativa che individui non solo le aree a maggior rischio, ma anche le modalità di intervento da mettere in atto. E’ evidente che, in questa prospettiva, il settore delle costruzioni è chiamato a svolgere un ruolo fondamentale”.

All’assemblea dell’Ance è intervenuto anche il ministro Graziano Delrio, che ha chiuso le porte a una moratoria sugli appalti integrati (che prevedono progettazione ed esecuzione): “Le proroghe hanno sempre fatto male a questo Paese – ha detto il ministro – quindi non chiedetemi proroghe. Per una amministrazione, fare prima il progetto o farlo dopo non cambia. Per esempio, l’Anas – ha aggiunto – ha recuperato molto pur non avendo progetti pronti. Il punto è che noi dobbiamo produrre progetti”.

Delrio tuttavia ha dato disposizioni per convocare al più presto un tavolo con l’Ance e gli enti locali sul Codice dei Contratti e dei Lavori Pubblici. Così si legge in una nota diffusa dal ministero delle Infrastrutture, dopo che nella mattinata sono emerse richieste di correttivi alle nuove norme sulle opere pubbliche.

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