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Borse in fermento per Yellen e Russiagate

“Il rischio di impeachment è fortemente cresciuto, anche se non è lo scenario più probabile”. Così Tina Fordham, chief political analyst di Citigroup, ha commentato gli sviluppi del Russiagate dopo la pubblicazione delle e-mail in cui il figlio del presidente si dichiarava lieto dell’aiuto che Mosca avrebbe potuto offrire alla campagna elettorale di Donald Trump.

“La messa in stato d’accusa del presidente – ha continuato l’analista della banca – resta improbabile, visti i numeri dei repubblicani al Congresso. Ma il caso condizionerà in maniera molto sensibile l’agenda dell’amministrazione”. Il mondo degli affari, insomma, teme il rischio di un presidente dimezzato, incapace di portare avanti le riforme promesse. Si spiega così l’atmosfera depressa dei mercati di ieri, migliorata nel finale quando si è saputo che la prossima settimana i repubblicani tenteranno di nuovo di approvare la riforma sanitaria.

POLITICO: GARY COHN SOSTITUIRÀ YELLEN ALLA FED

Nel frattempo Wall Street si affiderà alle parole di Janet Yellen che oggi e domani illustrerà ai due rami del Congresso come la Fed procederà all’aumento dei tassi e alla riduzione del suo enorme bilancio, salito a circa 4.500 miliardi di dollari di bond acquistati in sei anni di Quantitative easing. Ma Trump resta in agguato: ieri sera Politico.com ha rivelato che il presiedete ha deciso la sostituzione in primavera di Yellen con Gary Cohn, oggi a capo del National Economic Council.

CONTINUA IL VOLO DI HONG KONG

Continua il rally di Hong Kong (+2,8% da inizio settimana), balzata sopra i 26 mila, ai massimi da due anni. Il rialzo è favorito oggi dall‘iniezione di liquidità della Bank of China. Guidano la corsa i due titoli leader: Tencent (+48% da inizio anno) e il colosso bancario HSBC (+25%). Ancora più impressionante la performance di Geely, il gruppo auto motive che controlla Volvo: +149,9%.

Positivi ma cauti gli altri listini della Regione, in attesa delle parole del presidente della Fed. Debole Tokyo (-0,3%) sotto la pressione dello yen.

NEW YORK, CHIUSURA PIATTA. AMAZON VERSO VENDITE RECORD

Piatti i listini Usa dopo il recupero finale. Invariato l’indice Dow Jones, S&P 500 -0.08%. Il Nasdaq avanza dello 0,27%.

Ha chiuso in ribasso anche Amazon (-0,23%), mentre era in corso il Prime Day, 30 ore di sconti per gli iscritti al circuito promosso da Jeff Bezos. Oggi saranno resi noti i risultati delle vendite. Amazon si dice ottimista, gli analisti di JP Morgan stimano un fatturato di circa 30 miliardi di dollari, un aumento degli iscritti di circa 85 milioni e una crescita nei ricavi del 55% rispetto al 2016.

ProShares, uno dei grandi del mercato degli Etf, ha lanciato ieri tre prodotti che consentono di puntare sul ribasso dei colossi del commercio tradizionali, messi sotto pressione dall’e-commerce.

In calo PepsiCo (-0,46%), che ha inaugurato ieri la stagione delle trimestrali annunciando un incremento del 5% dell’utile netto nel secondo trimestre. L’utile per azione è di 1,50 dollari, meglio degli 1,40 dollari previsti dal consensus degli analisti. PepsiCo ha alzato il target di utile dell’intero anno 2017 a 5,13 dollari per azione, dal precedente 5,09 dollari. 

Venerdì arriveranno i risultati di JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo, oggi tutte in calo. Citigroup -1,1%, Morgan Stanley-0,8%. Continua la frana di Snap (-8,1%). Morgan Stanley ha tagliato il rating a Equal Weight da Overweight e il target price a 16 dollari da 28 dollari. 

Petrolio in risalita per effetto della pubblicazione dei dati preliminari sulle scorte degli Stati Uniti: previsto un calo di 8 milioni di barili. Il Brent sale a 48,3 dollari il barile (+1,5%). A Piazza Affari Eni -0,23% e Saipem -0,48%. Sul cane a sei zampe Barclays ha confermato il rating equalweight e il target price a 17 euro, mentre su Saipem il rating resta equalweight e il target price 4,1 euro.

ANCHE L’EUROPA PAGA IL TRUMPGATE. MILANO -0,37%

Chiusura negativa per Piazza Affari e le altre Borse europee, condizionate dalla discesa di Wall Street in seguito alle nuove rivelazioni sul Russiagate. Stamane è prevista un’apertura positiva. A Milano l’indice FtseMib ha terminato in calo dello 0,37%, a quota 21,112. Parigi -0,48%, Madrid -0,57%, Francoforte -0,07%. Londra chiude a -055%. Nel Vecchio Continente sono in terreno negativo praticamente tutti i settori azionari. Gli investimenti immobiliari cedono l’1,1%, telecomunicazioni (-0,6%), finanza (-0,5%), industria (-0,4%), energia (-0,3%).

Positivo il dato sulla produzione industriale italiana, considerato un buon anticipatore dell’andamento del Pil. L’Istat ha reso noto che a maggio la produzione ha registrato una crescita dello 0,7% sul mese precedente e un aumento del 2,8% sul maggio 2016. I dati sono superiori alle attese degli economisti che prevedevano in media nel mese un rialzo congiunturale dello 0,5% e tendenziale del 2,2%. 

LO SPREAD SALE A 177. OGGI L’ASTA BOT

Chiusura in calo per il secondario italiano. Il decennale a chiuso a 2,320%,  lo spread sul Bund si è allargato a 177 punti base. Oggi si terrà l’asta dei Bot a 12 mesi: l’offerta è di 6,75 miliardi a fronte di titoli in scadenza per 6,5 miliardi. Sul mercato grigio il titolo in emissione domani rende -0,342%. Nell’asta di giugno il 12 mesi era stato assegnato al rendimento minimo storico di -0,351%.

La Germania ha fissato allo 0,5% la cedola del suo nuovo Bund decennale che verrà posto in asta oggi per 5 miliardi di euro. Domani si terrà l’offerta tra 5,75 e 7,25 miliardi di Btp a 3, 7 e 15 anni e dell’off-the-run lungo febbraio 2037. A pesare sul comparto del debito in generale è l’idea che una stretta monetaria da parte della Bce non sia molto lontana.

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto ieri che la politica monetaria della Banca centrale europea non è ancora dove la Germania vorrebbe che fosse dopo anni di politiche super-espansive. L’esponente dell’esecutivo Bce Benoit Coeuré ha detto invece che un euro debole non è né un mezzo né un obiettivo della politica di Francoforte, ma solo un suo “effetto collaterale”.

AUTOMOTIVE SUPERSTAR. VERSO L’ACCORDO IN USA SUI DIESEL

Il settore Automotive è l’unico in Europa a registrare una variazione positiva: l’indice Eurostoxx Auto guadagna l’1,5% ed è il miglior comparto in Europa. Rialzo dell’1,7% per Fiat Chrysler: il giudice Usa che sovrintende la causa contro la casa automobilistica italoamericana sulle emissioni dei motori diesel intende nominare l’esperto Ken Feinberg per cercare di raggiungere un accordo. Mediobanca Securities ha confermato il rating outperform con target price a 14 euro. La miglior blue chip è Exor,+1,9%. Ferrari +0,6%. Ubs ha ritoccato il prezzo obiettivo a 100 dollari (circa 88 euro) da 90 dollari. Giudizio Buy invariato. In forte crescita Sogefi +4,0%.

BENE LE CASE TEDESCHE. CONTINUA LA FRENATA DI BREMBO

In evidenza anche le case tedesche Bmw avanza dell’1,7%. Il gruppo Volkswagen sale dell’1,4%, Daimler +1,6%. A spingere il settore è uno studio di Ubs che alla vigilia dei risultati del secondo trimestre prevede che nel periodo aprile-giugno l’industria europea dell’auto nel suo complesso abbia registrato una crescita dei ricavi del 6% e un incremento dell’Ebit dell’8,5%. 

Fa eccezione Brembo (-1,9%), peggior titolo del settore. A maggio ha preso il via il frazionamento delle azioni ordinarie tramite l’assegnazione di 5 nuove azioni per 1 azione posseduta. Giugno è terminato con una caduta del 10%, peggior risultato su base mensile dal gennaio 2016. Suona così un campanello d’allarme per un titolo che ha moltiplicato per sette la quotazione negli ultimi quattro anni.

A maggio ha preso il via il frazionamento delle azioni ordinarie tramite l’assegnazione di 5 nuove azioni per 1 azione posseduta.

BANCHE, OGGI LA FIDUCIA SUL DECRETO. VOLANO CARIGE E CREVAL

Contrastato il comparto bancario nonostante il piano d’azione adottato oggi dall’Ecofin per affrontare il problema dei crediti deteriorati. Oggi il voto di fiducia sul decreto delle banche venete.In mattinata si terrà l’assemblea annuale dell’Abi, presenti Pier Carlo Padoan ed Ignazio Visco.

Il mercato non ha reagito neanche al report di Goldman Sachs, nel quale la banca d’affari ha alzato il target price su Intesa Sanpaolo (-0,91% da 2,8 a 3,1 euro) e su Unicredit (1,83% a 17,2 euro da 20 a 21,7 euro); confermando il rating to rispettivamente a neutral e buy (Conviction List).

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Salgono Banco Bpm (+0,8%), Ubi (+1,3%) e Bper Banca (+1,8%). Ha preso il volo Creval +9,8 sull’onda delle voci di un’offerta finale per 1,4 miliardi di npl. In evidenza anche gli acquisti su Carige (+2,7%): il Cda ha dato il via libera alla cessione di un portafoglio di crediti deteriorati (Npl) per 1,2 miliardi di euro entro la fine del 2017. Deliberata anche la fusione per incorporazione di Banca Cesare Ponti, da attuarsi entro la fine dell’anno.

TELECOM ITALIA, RESTANO LE TENSIONI SU CATTANEO

Telecom Italia scivola in calo dello 0,3% nonostante la secca smentita dell’ad Flavio Cattaneo a sue possibili dimissioni. “Le voci sulla mia uscita sono tutte falsità, resto fino all’ultimo giorno”, ha detto il manager. Vivendi, azionista di Tim con il 23,9%, ha invece lasciato intendere di “non avere ancora risolto del tutto il clima di tensione che si è creato con l’amministratore delegato Flavio Cattaneo”.

Boccata d’ossigeno per Mediaset (+0,8%): Macquarie ha alzato il giudizio a Outperform da Neutral e il target price a 4,30 euro da 4 euro. 

PRESE DI BENEFICIO SULLE UTILITIES E SU STM

Pausa nel rialzo delle utilities. Poco mossa Enel (-0,1%). Il direttore della divisione e-solution del colosso italiano, Francesco Venturini, ha promesso che tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre Enel presenterà “un piano da 250 milioni di euro per dotare il Paese una struttura di ricarica dei veicoli”. Terna -0,9% e Snam -0,4%.

Ha chiuso in calo anche Stm (-0,37%) dopo una mattinata in positivo sulla scia dell’upgrade a “overweight” da “neutral” di JP Morgan che è ottimista sulle potenzialità del secondo semestre per i fornitori di Apple.

Categories: Finanza e Mercati