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Borse europee, prove di rimbalzo. Usa e Cina ai materassi

“È una vera icona americana”. Così, nei giardini della Casa Bianca, meno di un anno fa Donald Trump parlava in sella ad una monumentale Harley-Davidson. Ma ieri la casa, in calo a Wall Street del 6%, ha annunciato che sposterà le fabbriche fuori dagli Usa per sfuggire ai dazi europei applicati sulla Harley come rappresaglia per l’aumento delle tariffe Usa sulle merci Ue.

L’IRA DI XI: NON PORGEREMO L’ALTRA GUANCIA

Intanto, riferisce il Wall Street Journal, ricevendo un’autorevole delegazione di ceo europei, il presidente cinese Xi Jingping ha detto che “in Occidente si ha l’idea che se qualcuno ti colpisce sulla guancia sinistra, si porge l’altra guancia. Nella nostra cultura restituiamo il colpo”. In particolare, oltre alle ritorsioni sui dazi la Cina si accinge a bloccare le operazioni di M&A che coinvolgono le società americane, ritardare le licenze, effettuare ispezioni o spingere il suo miliardo di consumatori ad abbandonare i prodotti americani, come l’iPhone: la Cina è il primo mercato di Apple ma anche di Gm, che vende più auto nel Paese del Drago che negli Usa.

Due esempi tra i tanti che servono a spiegare la drammatica frenata dei listini del lunedì nero, cioè la pioggia di vendite che ha colpito tutti mercati di fronte alla prospettiva di nuove iniziative Usa nei confronti dell’Europa e, soprattutto, della Cina. Una reazione prevedibile ma che ha comunque sorpreso per la sua violenza i falchi di Washington.

In serata, il consigliere della Casa Bianca al commercio, Peter Navarro, il più ostile alla Cina, ha detto in un’intervista alla televisione che la direttiva del Tesoro di cui si parla da giorni sui giornali non contiene alcuna restrizione indiscriminata all’investimento nelle società statunitensi dell’alta tecnologia: molto di quanto è stato riportato è falso. Stesse rassicurazioni da parte del responsabile del Tesoro, Stephen Mnuchin. Parole che hanno contribuito a limitare i danni, ma il sentiment dei mercati ormai volge al brutto stabile: il New York Times dedica un lungo servizio all’appiattimento della curva dei tassi, sintomo quasi infallibile della recessione che verrà, una volta esaurita la spinta degli stimoli fiscali della Casa Bianca. In questa cornice, i listini faticano a riprendersi dopo la drammatica caduta di ieri.

VOLA LO YEN, EURO DI NUOVO SOPRA 1,17

Le Borse della Cina sono in ribasso stamattina, mentre lo yuan si svaluta su dollaro per il quarto giorno consecutivo a 6,55. L’intervento di ieri della Banca centrale di Pechino fornisce alle aziende cinesi un sostegno in più in caso di guerra commerciale aperta con gli Stati Uniti. La Borsa di Hong Kong perde lo 0,2%, l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen è in calo dell’1%.

Giù anche il Giappone (-0,1%) e il Kospi coreano (-0,45%). Perdono di più i listini legati al tech, come Taiwan (-0,55%). Sulla parità la Borsa indiana.

Lo yen, la valuta bene rifugio dell’Asia, si apprezza su dollaro per il quarto giorno consecutivo a 109,4.

Continua stamane anche il rimbalzo dell’euro a 1,1722.

WALL STREET RECUPERA DAI MINIMI

Seduta turbolenta anche a Wall Street. Arrivato a perdere 500 punti, il Dow Jones, grazie alla risalita dell’ultima ora, ha chiuso con un calo di 330 punti, ovvero l’1,3%. S&P500 -1,4%. Nasdaq -2,1%. Netflix ha messo a segno la variazione negativa giornaliera più ampia degli ultimi due anni (-6,3%).

Il VIX, l’indicatore della volatilità, è salito del 25% a 17,3.

SOFFRE LA TECNOLOGIA, SI SALVANO LE MINESTRE

In forte caduta i titoli tech. Il calo più pesante l’ha accusato Netflix (-6,5%), seguita da Amazon (-3,1%). Pesanti anche Facebook (-2,7%) ed Alphabet (-2,6%). Meglio Apple (-1,56%).

In controtendenza le minestre Campbell (+9,4%), già immortalate da Andy Warhol: il New York Post ha rivelato un interesse da parte del colosso Heinz.

Stamattina il petrolio Brent è in lieve rialzo, +0,2% a 74,9 dollari il barile. Il WTI tratta a 68,3 dollari. Giù ieri i petroliferi a Piazza Affari: Saipem ha perso il 3,79%, Tenaris il 4,27%, Eni il 2,26%.

EUROPA IN ROSSO, VERSO UN’APERTURA POSITIVA

I futures segnalano un probabile rimbalzo in apertura elle Borse europee: Londra e Parigi dovrebbero rimbalzare di un quarto di punto, Francoforte +0,35%.

Lo scontro sui commerci tra i due vasi di ferro, Cina e Stati Uniti, ha ieri mandato in frantumi i listini europei come tanti vasi di coccio. I ribassi, compresi tra l’1,5 e il 2,5% non hanno risparmiato nessuna piazza. Stupisce, a prima vista, la buona performance dell’euro in risalita sul dollaro a 1,169 (+0,3%), ma,  spiega Giuseppe Sersale di Anthilia, “la prospettiva di tassi negativi per altri 15 mesi rende la divisa unica tra i migliori candidati per finanziare i carry trade”, ovvero le operazioni al ribasso nelle fasi di mercato in cui prevale l’avversione al rischio, come quella attuale: l’Ifo, l’indice della fiducia delle imprese tedesche, ha accusato ieri un calo a 101,8, il sesto ribasso negli ultimi dette mesi.

MILANO -2,44, IN CALO GLI SCAMBI

A Milano la seduta si è chiusa con un ribasso del 2,44% a quota 21.355 punti su scambi in forte calo: 1,97 miliardi contro una media di 2,4 miliardi delle ultime sedute. La performance da inizio 2018 del FtseMib è tornata sotto lo zero (-1,5%).

Ancor peggiore la chiusura di Francoforte (-2,46%), la piazza più sensibile alle tensioni sui commerci. Parigi lascia sul terreno l’1,92%, Madrid -1,78%

Londra festeggia (si fa per dire) il secondo compleanno del voto sulla Brexit con un tonfo del 2,26%. L’indice paneuropeo STOXX 600 segna -2,02%.

LO SPREAD SALE OLTRE I 250 PUNTI, IN ARRIVO 6,5 MILIARDI DI BTP

In un clima di avversione al rischio, lo spread di tra Btp e Bund a 10 anni si è allargato in mattinata fino a 253 punti base, record da due settimane, per poi chiudere a 249 punti da 237 punti base di venerdì sera.

Il tasso del decennale italiano ha terminato la seduta a 2,817 da 2,699% di venerdì sera. Il rendimento a due anni del Btp ha rivisto la soglia dell’1% da 0,89% di venerdì sera.

In allargamento di una decina di punti base a quota 147 punti anche lo spread Italia Spagna sul tratto decennale.

Ad appesantire il mercato italiano ha contribuito l’avvicinarsi delle aste di fine mese: la tornata prenderà il via oggi, quando verranno offerti 2-3 miliardi complessivi tra il Ctz marzo 2020 e i due Btpei maggio 2023 e settembre 2041.

Ieri sera il ctz in asta oggi registrava un rendimento di 0,977 massimo da gennaio 2014. A fine maggio, il titolo era stato collocato a 0,350%.

Domani verranno offerti 6,5 miliardi di Bot semestrali. Giovedì si terrà l’asta dei titoli a medio-lungo: il Tesoro metterà a disposizione degli investitori tra 5 e 6,5 miliardi di euro in Btp a 5, 10 anni oltre a un Ccteu nell’asta di titoli a medio lungo termine in programma giovedì 28 giugno.

Sul primario incombe anche l’offerta via sindacato del nuovo benchmark decennale spagnolo 30 luglio 2028. Possibile attività anche da parte di Parigi, che ha incaricato un pool di banche per l’emissione di un ‘green bond’ scadenza giugno 2039.

SPROFONDA PRYSMIAN (-10%) DOPO IL WARNING

La maglia nera del listino spetta a Prysmian -10% che ha pagato a caro prezzo il profit warning legato al progetto Western Link (WL). La società ha dovuto tagliare la stima di Ebitda 2018 dopo aver dovuto effettuare accantonamenti aggiuntivi per 50 milioni di euro, legati ai lavori di posa di un cavo sottomarino tra Scozia e Galles.

Male il settore tecnologico, il più esposto alla guerra commerciale Usa-Cina. Stm lascia sul terreno il 4,8% in linea con le tedesche Infineon (-4,6%) e Siltronic (-3,2%).

TIM, DA GENISH “DICHIARAZIONI NON APPROPRIATE”

La tempesta risparmia, in parte, Tim (-1,5%). L’atteso faccia a faccia tra Amos Genish ed alcuni consiglieri indipendenti si è chiuso senza vittime: Il consiglio di amministrazione di Telecom Italia, recita una nota, “ha dibattuto circa le considerazioni espresse pubblicamente dal ceo relativamente ad alcuni suoi membri ed ha preso atto del chiarimento da lui fornito e del rincrescimento per aver fatto delle dichiarazioni non appropriate, che sono state poi amplificate dalla stampa”.

PERDONO COLPI LE BANCHE, UNIPOL -6,1%

Debole il comparto bancario che paga l’aumento dello spread. L’indice di settore ha perduto il 2,6% trascinato al ribasso dai Big: Intesa, Mediobanca e Banco Bpm hanno lasciato sul terreno oltre il 3%.

Meglio Bper Banca (-2%) che ha concluso la cessione di 900 milioni di euro di crediti in sofferenza al valore di 28,1%. L’esposizione alle sofferenze scende a 17,8%. Unipol (-6,1%) ha comprato altre azioni dell’istituto di cui ora controlla al 14,2%. Banca Monte Paschi -0,9%, ha chiuso in via definitiva la cessione di un portafoglio di 24 miliardi di euro di crediti in sofferenza.

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In rosso anche Cattolica Assicurazioni (-3,54%): Banca Imi ha ridotto il prezzo obiettivo da 10 a 9,2 euro.

Giornata negativa anche per Cerved (-3%) nel giorno della presentazione del piano che prevede un aumento dell’Ebitda che nel giro di tre anni dovrebbe salire tra il 5% e l’8,5%.

TENGONO LE UTILITIES, ENEL E ITALGAS FANNO SHOPPING

Si difendono le utilities, a partire da Snam -0,28%. Gli analisti di Equita ricordano che l’Autorità per l’Energia ha pubblicato il primo ‘consultation paper’ per la regolazione del Trasporto Gas 2020-23, che giudicano “positivamente perché sostanzialmente in linea con l’attuale regolazione”.

Italgas -0,47% è riuscita a limitare le perdite grazie ai giudizi positivi da parte degli analisti dopo che il gruppo ha sottoscritto un accordo vincolante con Cpl Concordia per rilevare il 60% di European Gas Network (Egn).

Enel -1,3%, ha annunciato l’acquisto del 21% di Ufinet, società dell’America Latina attiva nel business della fibra ottica: spesa 150 milioni di euro. C’è l’opzione per salire al 100%. La società ha annunciato l’acquisto del 21% di Latina Ufinet international, leader all’ingrosso di reti in fibra ottica in America Latina, più un’opzione per rilevare la totalità del capitale di Ufinet. L’esercizio dell’opzione prevede una valutazione per il 100% di Ufinet tra 1,32 e 2,1 miliardi di euro.

SOFFRE FCA, KEPLER PROMUOVE PIAGGIO “LA NUOVA FIAT”

Sotto tiro l’automotive, altro settore nel mirino di Donald Trump. Fiat Chrysler lascia sul terreno il 3,08%, Ferrari il 3,2%. Brembo (-1,95%) limita i danni.

La sorpresa positiva arriva da Piaggio (+8,46%), promossa da Kepler Cheuvrex a “Buy” da “Reduce” con un prezzo obiettivo di 2,4 euro da 1,8 euro precedente. Secondo gli analisti della casa francese il titolo potrebbe “diventare una seconda Fiat” raddoppiando di valore.

NOTORIOUS DA OSCAR

Tra i titoli a minor capitalizzazione, ottima performance di Notorious Pictures, ai massimi dell’anno a 1,65 euro. +5,1%. Il presidente e amministratore delegato, Guglielmo Marchetti, ha dichiarato che la semestrale della società potrà presentare dati in forte crescita, grazie ad una serie di novità che saranno annunciate nei prossimi giorni: Gli incassi sui diritti cinematografici sono saliti di quattro volte su base annua.

Balzo in avanti di Banca Intermobiliare (+13,94%).

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