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Borse europee: nuovo crollo dopo le bombe sulle città ucraine. Si impennano gas e petrolio, ma cala lo spread

Imagoeconomica

Le immagini di devastazione causata dalle bombe sulle città ucraine mandano in rosso le Borse europee che, dopo un’apertura incerta, imboccano di nuovo la strada dei ribassi. La guerra tra Russia e Ucraina sembra essere entrata in una nuova fase, più distruttiva. Una colonna di carri armati lunga 60 Km è pronta ad entrare a Kiev. La città di Kherson è quasi completamente circondata dalle truppe russe, mentre i missili continuano a cadere su Mariupol e Kharkiv, dove è stata distrutta la sede del Governo. “I  russi hanno lanciato un razzo contro la piazza centrale di Kharkiv: un palese atto di terrorismo. Dopo questo la Russia è diventata uno Stato terrorista”, ha detto il presidente ucraino, Volodymyr  Zelensky, in un video pubblicato su Facebook.   

“Secondo il Parlamento, truppe bielorusse sono entrate nell’Oblast ucraino di Chernihiv per assistere la Russia nella sua guerra  all’Ucraina”, riferisce Kyiv Independent, uno dei principali quotidiani del Paese.

In mattinata il Premier Draghi ha ribadito che l’Italia non ha intenzione di “voltarsi dall’altra parte“.

Borse europee: nuovo crollo

La chiusura positiva delle Borse asiatiche aveva fatto sperare in un “effetto contagio”. Le Borse europee avevano aperto la seduta indecise sul da farsi, ma col passare dei minuti le immagini e i video provenienti dall’Ucraina hanno fiaccato l’umore dei listini, spianando la strada alle vendite.

A metà giornata Piazza Affari cede il 2,6% sotto la soglia psicologica dei 25mila punti. Fanno peggio Francoforte (-2,6%) e Parigi (-2,75%), mentre Madrid si accoda a -1,79%. Resiste meglio Londra (-0,8%) che ha annunciato nuove misure contro le banche russe e la chiusura dei suoi porti alle navi di Mosca. Lo scopo è quello di “far morire di fame la macchina da guerra di Putin e anche a fare pressione su molti oligarchi che hanno bisogno di accedere al sistema finanziario internazionale”, comunica il Regno Unito.

Nel frattempo la Borsa di Mosca resta chiusa per il secondo giorno consecutivo a causa dell’elevatissima volatilità dovuta alle sanzioni stabilite dall’Occidente.

Milano è rosso fuoco

Sul Ftse Mib continua lo show di Leonardo che dopo il +15,1% segnato nella seduta di ieri, oggi guadagna il 2,5%, toccando i massimi da due anni. A spingere il titolo, non sono solo gli acquisti che stanno interessando il settore della Difesa europeo (Thales +5% a Parigi, Dassault Aviation +1% a Francoforte), ma anche la possibile accelerazione del riassetto delle controllate Oto Melara e Wass. La società guidata da Alessandro Profumo ha inoltre annunciato un contratto da 380 milioni di euro in cinque anni per il supporto tecnico-logistico della flotta dei C-130J dell’Aeronautica Militare.

Il rialzo dei prezzi del petrolio spinge le azioni Eni (+1%), mentre tra le utility si salva Terna (+0,95%). Nel comparto occorre segnalare il tracollo di Engie (-7,7%) a Parigi dovuto alle parole di Bruno Le Maire sulle attività in Russia dell’utility transalpina, coinvolta nel gasdotto Nord Stream 2, sospeso dalla Germania, e della connazionale Total Energies (-1,1%). “Ora c’è un problema di principio nel lavorare con qualsiasi figura politica o economica vicina al potere russo”, ha sottolineato il ministro dell’Economia francese che comunque ha precisato come la situazione di Engie sia leggermente diversa perché ha convertito la partecipazione nel gasdotto in un prestito.

Tornando a Milano, sul listino principale è un bollettino di guerra, con 37 titoli su 40 in profondo rosso. Il peggiore è Moncler (-4,95%), seguito a ruota da Nexi (-3,99%) e Iveco (-3,89%). 

Ennesima giornata difficile per le banche, con Intesa Sanpaolo e Fineco (entrambe -3,8%) a guidare la fila dei ribassi. Male anche Mediobanca (-3,71%) e Bper (-3,29%). Dopo un tentativo di rimbalzo in apertura, gira in rosso Unicredit (-1,37%).

Nella top10 dei ribassi entrano anche Amplifon (-3,46%), Enel (-3,35%) e Campari (-3,32%). Stellantis perde il 2,24% nel giorno della presentazione del piano industriale. 

Si impennano i prezzi di gas e petrolio 

Tornano a correre i prezzi delle materie prime. Alla borsa di Amsterdam il gas ha toccato quota 108,4 dollari a megawattora, in rialzo del 10% rispetto a ieri dopo essere sceso anche a un minimo di 96 dollari. Viaggia sopra i 100 dollari al barile anche il petrolio, con il brent che questa mattina si attesta a 101,63 dollari al barile, con prezzi in aumento del 3,74%.

Gli occhi dei mercati sono però concentrati sul rublo russo, che recupera terreno e scambia a 93,4 sul dollaro grazie al rialzo dei tassi della Banca centrale russa. Stabile in area 1,12 il cross euro/dollaro.

Spread in forte ribasso

Unica buona notizia della giornata riguarda il ribasso dello spread. Il differenziale tra il decennale italiano e l’omologo tedesco viaggia a quota 156 punti base (-2,92%), con il rendimento sul btp a 10 anni che scende del 13,2% all’1,548%.

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