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Borse 30 maggio: Piazza Affari recupera quota 40 mila, Btp Italia raccoglie 8,75 miliardi di euro, Bitcoin al record

Imagoeconomica

I mercati finanziari, ormai storditi da dazi, contro dazi, sentenze e contro sentenze, risultano anche oggi un po’ anemici. Le borse europee chiudono contrastate, dopo una mattina in cauto rialzo, mentre Wall Street arretra dopo un inatteso, nuovo attacco alla Cina del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e nonostante l’inflazione Usa in rallentamento. Il mese di maggio è comunque positivo per tutti.

Piazza Affari si apprezza dello 0,26% e recupera appena i 40mila punti base (40.087) sorretta soprattutto da titoli anticiclici come le utility, in un contesto macroeconomico in chiaroscuro. 

Francoforte chiude con un progresso dello 0,12%, Londra +0,67%, Madrid +0,15%. Parigi perde lo 0,36% e  Amsterdam lo 0,14%.

Wall Street al momento è in leggero calo: DJ -0,17%; S&P500 -0,37%; Nasdaq -0,64%. 

Trump: la Cina viola gli accordi  

Come si vede ci si muove con cautela su entrambe le sponde dell’Atlantico e la variabile impazzita, che tiene i mercati sulle spine, sono ancora i dazi, che possono riservare ulteriori sorprese dopo che mercoledì una corte commerciale degli Stati Uniti ha bloccato gran parte delle tariffe stabilendo che Trump era andato oltre i propri poteri, mentre ieri una corte d’appello ha bloccato l’esecutività del provvedimento e ha così reintrodotto temporalmente i dazi.

Sempre in tema dazi la notizia del giorno è l’intervento a gamba tesa di Trump sulla Cina: “ha totalmente violato il suo accordo con noi” ha scritto su Truth, dopo aver affermato che l’intesa (quella di Ginevra presumibilmente) era stata fatta per salvare Pechino, visto che i nuovi dazi avrebbero messo in ginocchio l’ economia del Dragone.

La guerra commerciale insomma non è sventata e può fare molti danni. A sottolinearlo oggi è il governatore della Banca d’Italia.

La corsa ai dazi “potrebbe sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita mondiale nell’arco di un biennio” – ha detto Fabio Panetta nelle sue considerazioni finali – e sta “spingendo l’economia globale su una traiettoria pericolosa” mettendo a rischio il 5% del commercio globale. “È diffuso un senso di incertezza”. Perciò “una risposta europea comune può consentirci di superare le difficoltà. Anche l’Italia ne trarrà beneficio”.

L’inflazione americana rallenta oltre le attese. Euro/dollaro poco mosso  

Intanto l’inflazione Pce rallenta negli Stati Uniti: ad aprile, il dato arretra al 2,1%, contro il 2,2% atteso e il dato ‘core’ è al 2,5%, contro il 2,6% delle stime. Una buona notizia che arriva dopo il primo incontro di Trump con il presidente della Fed Jerome Powell, durante il quale il tycoon ha ribadito che la banca centrale Usa sbaglia a non abbassare i tassi. Secondo i dati raccolti da Lseg, comunque i trader prevedono almeno due tagli di 25 punti base entro la fine dell’anno.

In Europa l’inflazione rialza leggermente la testa in Germania: +0,1% mese in aprile e +2,1% annuo.

In Italia invece il dato annuale scende all’1,7%, ma il carrello della spesa continua a salire, dal 2,6% di aprile sale al 3,1% del mese in corso. Un quadro che fornisce nuovi spunti di riflessione in vista della riunione della Bce del 5 di giugno.

In questo contesto l’euro risulta oggi poco mosso contro dollaro, con un cambio  di 1,135. Il biglietto verde ha tra l’altro frenato dopo il dato oltre le stime del passivo del saldo commerciale, a 87,62 miliardi di dollari. 

Le materie prime vedono rosso: l’oro spot cede l’1,22% e tratta a 3277,29 dollari l’oncia.

Il future Brent, agosto 2025, scambia a 62,81 dollari al barile, con un calo dello 0,85%.

Piazza Affari, Italgas regina del listino

La regina delle blue chip oggi è Italgas, +2,63%, in un comparto delle utility ben comprato. Il distributore di metano si apprezza alla vigilia della sottoscrizione dell’aumento di capitale da un miliardo di euro per finanziare parte dell’acquisizione di 2i rete Gas.

Nel settore salgono inoltre A2a +1,33%, Hera +1,34%, Terna +0,97%.

Nella parte alta del listino svettano anche Recordati +2,23% e Campari +1,16%. 

Quest’ultima beneficia di un articolo del Financial Times secondo cui i gruppi che operano nel settore della birra, del vino e dei superalcolici stanno elaborando nuove strategie per contrastare l’inasprimento della politica sanitaria pubblica contro l’alcol, tra cui la promozione dei benefici sociali del bere e la contestazione delle ricerche sui rischi di un consumo moderato.

Tra le banche si apprezza in particolare Intesa Sanpaolo +1,22%.

Unicredit è timidamente positiva, +0,18%, anche se dal governo non è arrivato alcun passo indietro sul golden power applicato all’Ops su Banco Bpm (-0,1%). In una lettera di chiarimenti inviata a Piazza Gae Aulenti il Mef ribadisce infatti la legittimità delle prescrizioni imposte con il Dpcm del 18 aprile.

Mediobanca (+0,05%) è piatta, mentre l’azionista Francesco Gaetano Caltagirone boccia l’offerta di Piazzetta Cuccia su Banca Generali. Caltagirone ha risposto infatti con un lapidario “no” ai giornalisti che oggi gli chiedevano se l’Ops avesse senso dal punto di vista industriale. Il finanziere si muove d’altra parte in un crocevia piuttosto trafficato in questo periodo visto che possiede importanti quote anche in Generali (-0,53%) e Montepaschi (-0,08%).

Le big cap più vendute del giorno sono Buzzi -1,48%, Stm -1,93%, Telecom -1,7%.

L’azionista della società di Tlc, Poste Italiane, si apprezza però dello 0,55%, dopo aver completato ieri l’acquisizione della quota di Vivendi in Tim, salendo al 24,81% del capitale e diventando il primo azionista della compagnia.

Spread ancora sotto i cento punti base

Il clima appare ancora sereno sul secondario, dove lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata si mantiene sotto la soglia psicologica dei 100 punti base. Anche i rendimenti appaiono contenuti e in chiusura il titolo italiano è indicato al 3,5%.

Si è chiuso positivamente oggi anche il collocamento del nuovo Btp Italia (riservato in giornata agli investitori istituzionali), che ha raggiunto gli 8,77 miliardi di euro, contro i 9,916 miliardi dell’emissione del marzo 2023.

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