Borse pimpanti in chiusura di settimana, grazie alle schiarite sui dazi, dopo che Stati Uniti e Cina hanno firmato un accordo commerciale e la Casa Bianca ha aperto a una proroga (oltre il 9 luglio) con l’Unione europea per l’entrata in vigore delle tariffe reciproche. Mentre la tregua in Medio Oriente ancora regge, i mercati assaporano inoltre la possibilità di una Fed più colomba se al posto di Jerome Powell arriverà un presidente più accomodante nei prossimi mesi e salgono al 20% le possibilità di un taglio dei tassi già a luglio, anche se oggi l’inflazione core a stelle e strisce ha leggermente deluso.
Wall Street veleggia così su nuovi livelli record, mentre in Europa Piazza Affari chiude con un progresso dello 0,99%, spinta da un lato dai titoli industriali, incoraggiati dalle notizie sui dazi, ma appesantita dall’altro dalla freddezza di alcune banche, anche se il settore ha ripreso quota nelle battute finali. In particolare arretra, Mps (-1,82%), mentre è piatta la sua preda Mediobanca (-0,03%). Ieri il cda di Siena ha deliberato l’aumento del capitale per oltre 13 miliardi di euro al servizio dell’offerta pubblica di scambio su Mediobanca. Oggi intanto Piazzetta Cuccia, che resta ostile al matrimonio, cerca di difendersi, aggiorna il piano industriale al 2028, promette ai soci un aumento del dividendo e un aumento dell’utile netto del 45%, a 1,9 miliardi nell’arco di tre anni.
Nel resto del continente è in luce Francoforte +1,72%, che riagguanta 24mila punti base, dopo che ieri i legislatori tedeschi hanno approvato un pacchetto di misure di sgravi fiscali per 46 miliardi di euro da quest’anno al 2029, per sostenere le aziende e stimolare gli investimenti.
L’asticella è ancora più alta a Parigi +1,78% e sono toniche Amsterdam +1,04% e Madrid +1,05%. Fuori dal blocco è leggermente più opaca Londra +0,73%.
Wall Street da record, anche se l’inflazione core delude
A New York lo S&P 500 (+0,65%) si muove su nuovi massimi e corrono Dj (+1,01%) e Nasdaq (+0,64%), con l’indice della paura (Vix) ai minimi da quattro mesi. Il direttore d’orchestra Trump suona la musica dei dazi, del costo del denaro, della geopolitica e i mercati ballano. Sull’azionario anche i titoli del settore energetico sono in rialzo, alla notizia che il presidente Usa potrebbe firmare una serie di ordini esecutivi per aumentare la fornitura di energia a supporto dell’intelligenza artificiale.
Brilla inoltre Nike, che ha previsto un calo dei ricavi inferiore alle attese nel primo trimestre.
I timori per l’indipendenza della banca centrale sono tenuti a bada inoltre dalla possibilità che il costo del denaro scenda, anche se oggi la componente core del dato Pce (personal consumption expenditures price index) di maggio, quello tenuto in maggior conto dalla Fed per valutare l’inflazione, delude leggermente. Al netto delle componenti più volatili i prezzi sono saliti infatti dello 0,2% mese (contro 0,1% atteso) e rispetto a un anno prima dello 2,7%, contro 2,6% stimato e 2,5% di aprile.
Complessivamente l’inflazione è salita dello 0,1% sul mese precedente, contro +0,3% delle stime.
Gli effetti della moderata delusione si vedono sui prezzi dei T-Bond, oggi in calo, mentre i tassi sono in leggero rialzo.
Euro forte
Dopo una serie di dati macro (oltre all’inflazione deludono le spese per i consumi, ma sale oltre le stime la fiducia dei consumatori) il dollaro recupera leggermente terreno, ma l’euro mantiene il suo vantaggio sul biglietto verde e registra un cross in lieve rialzo a 1,172.
La maggior propensione al rischio sfavorisce l’oro, che arretra: lo spot gold cede l’1,64% per un prezzo di 3,273 dollari l’oncia.
È volatile il petrolio: in questo momento il Brent, settembre 2025, cede lo 0,6% e tratta a 66,29 dollari al barile, mentre il Wti, agosto 2025, scende dello 0,38% a 64,99 dollari
Piazza Affari, blue chip racchiuse tra il balzo di Prysmian e il tonfo di Amplifon
Piazza Affari si avvicina oggi a 39.750 punti base, con le performance delle blue chip racchiuse tra il balzo di Prysmian +5,64% e il tonfo di Amplifon -7,3%. In generale svettano sul listino molti titoli industriali che beneficiano delle notizie sui dazi: Stellantis +4,66%, Ferrari +3,99%, Buzzi +4,3%, Iveco +3,35%, Pirelli +2,77%. Ritrovano un po’ di ottimismo i titoli del lusso come Cucinelli +2,29%.
La maglia nera del giorno va al titolo della casa di apparecchi acustici. In vista dei risultati previsti il 29 luglio, pesano su Amplifon le valutazioni degli analisti di Bnp Paribas che non escludono ricavi ed Ebitda del secondo trimestre leggermente al di sotto (il 3% circa) del consensus di Bloomberg.
I realizzi mandano giù anche Leonardo -3,24% e arretra Diasorin -2,09%. Debolezza per le utility, mentre sono contrastate le banche, tra le quali svetta Intesa Sanpaolo +1,4%.
Tra le operazioni in corso nel settore bancario si registra che Unipol (incolore) aderirà all’offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria promossa da Bper (+0,66%) su Banca Popolare di Sondrio (+0,86%), confermando che porterà in adesione l’intera quota del 19,7% detenuta nella banca valtellinese. La compagnia è anche azionista dei modenesi con una quota analoga (19,8%).
Per quanto riguarda Banca Ifis (+1,63%) e Illimity Bank (+3,28%) anche il ceo e fondatore della seconda Corrado Passera consegnerà le sue azioni della banca (nata nel 2018), pari al 3,973% del capitale sociale, all’offerta pubblica di acquisto e scambio promossa da Banca Ifis sulla totalità delle azioni ordinarie di Illimity.
Spread in leggero calo
Chiude in verde anche il secondario, dove lo spread tra Btp decennale e Bund di durata uguale scende a 91 punti base. La propensione al rischio e le spese messe in conto dal cancelliere Merz sfavoriscono leggermente la carta tedesca, che vede un tasso al 2,59% contro il 3,5% di quella italiana.