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Borsa, l’Europa corregge dopo le minacce della Corea

Pixabay

La minaccia dei missili di Pyongyang è la zeppa che ha intralciato la macchina dei rialzi sui listini mondiali. Dopo la battuta d’arresto delle Borse asiatiche, la frenata ha contagiato l’Europa. A Milano l’indice Ftse Mib scende dell’1,20% circa attorno a quota 21.800 punti. Giù anche Parigi (-1,6%), Francoforte (-1,30%) e Londra (-0,8%). Madrid perde l’1,26%.

Il dollaro consolida stamattina i guadagni di ieri nei confronti dell’euro: cross a 1,173, invariato. 

Petrolio poco mosso: il Brent scende dello 0,1% a 52 dollari al barile. I dati dell’American Petroleum Institute (API) hanno mostrato un forte calo delle scorte di greggio Usa, mettendo in secondo piano i dubbi sul rispetto dell’accordo per i tagli alla produzione sostenuto dall’Opec. Cali contenuti tra i titoli petroliferi di Piazza Affari: Eni -0,1%, Saipem +0,2%.

Arriva un nuovo segnale positivo per l’economia italiana: i numeri Istat danno un rialzo mensile della produzione industriale pari a 1,1%, ovvero +5,3% su base annua. La dinamica assume una valenza ancor più significativa a confronto con il rallentamento di Germania e Spagna.

Lo spread Btp/Bund sale a 155 punti base, il rendimento del decennale italiano è all’1,989%. Stamane la Bundesbank ha collocato 4 miliardi del Bobl (il titolo a cinque anni) al rendimento negativo dello 0,26 contro -0,14% del mese scorso.

In Europa tutti gli indici Stoxx di settore sono in calo, con perdite più accentuate per le banche (-0,8%). Arretrano Unicredit (-2%) e Intesa (-0,9%), nonostante i giudizi positivi dei broker: Macquarie ha alzato il target price di Unicredit a 22 euro da 21 euro, Kbw (Keefe, Bruyette, Woods) ha alzato il target di Intesa a 3,29 euro da 2,85 euro: l’istituto è in procinto di acquistare Banque Morval, società finanziaria svizzera specializzata nel risparmio gestito con sedi a Lugano e Ginevra con masse in gestione pari a 2 miliardi di euro. La transazione dovrebbe avvenire con un esborso tra i 150 e i 200 milioni.

In ribasso anche Banco Bpm (-1,8%), Ubi (-1,2%) e Mediobanca (-1,3%). Perdono colpi i Big europei del credito: a Parigi Bnp Paribas -1,3%, Société Générale -1,2%, a Francoforte Deutsche Bank -1,8%. In ribasso anche gli assicurativi. Scendono Generali (-1,1%) e Banca Generali (-1,7%), UnipolSai (-1,2%).

Una nota di cautela sul settore del risparmio gestito arriva da Equita, che analizza l’impatto sulla raccolta della prossima introduzione della Mifid II, la disciplina che regola i servizi finanziari europei operativa dal 2018. Sarà inoltre più difficile, aggiunge Equita, sottrarre i clienti e asset alle banche tradizionali dopo il salvataggio di Mps e delle due banche venete (La Popolare di Vicenza e Veneto Banca).

“Questi tre istituti, da soli, hanno perso 44 miliardi di euro di depositi nel triennio 2014-2016 e se sommassimo la perdita di raccolta indiretta, quindi titoli, fondi, polizze vita, probabilmente si arriverebbe a 60-70 miliardi di euro contro flussi netti cumulati per le società di risparmio gestito quotate pari a 61 miliardi nello stesso periodo”, calcolano gli analisti di Equita.

Sotto pressione le utility: Enel perde lo 0,7%. Telecom Italia -0,2%. Giornata negativa anche per gli industriali: Stm perde l’1,8%, Fiat Chrysler -1,6%, Buzzi -1,1%.

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