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Borsa Italiana oggi: dopo le elezioni Meloni supera il primo test. Spread regge, ma il rendimento Btp balza al 4,5%

FIRSTonline

Seduta volatile e Borse contrastate in Europa, dove Piazza Affari svetta all’indomani delle elezioni vinte dal centrodestra e in particolare da Fratelli d’Italia, che diventa il primo partito del paese, mentre la Lega si ridimensiona pesantemente. Il clima è variabile anche a Wall Street, che procede in ordine sparso (il DJ perde, ma il Nasdaq è in modesto progresso) ancora disorientata dai timori di recessione a causa della stretta della Fed.

Al fotofinish il Ftse Mib guadagna lo 0,67% e sale a 21.207 punti base, guidato dal risparmio gestito e da Moncler +3,46%, favorita dalle indicazioni incoraggianti dell’Ad Remo Ruffini sul secondo semestre.

Nel resto d’Europa si salvano Amsterdam, +0,18% e Londra, +0,07%, mentre finiscono in frazionale calo Madrid -0,87%, Francoforte -0,44% e Parigi -0,23%.

Va a picco la Borsa di Mosca, che è arrivata a perdere fino al 10% nel timore di nuove sanzioni.

Carta italiana in rosso

Di segno opposto è stato però l’andamento del secondario e il tasso del decennale italiano ha superato il 4,5% nel corso della giornata come non accadeva dal 2013. In chiusura lo spread con il decennale tedesco è a 237 punti (+7,41%) e i tassi sono il 4,46% per il Btp e il 2,09% per il Bund. Una forbice che per ora non allarma le sale operative, che restano in allerta però in attesa della squadra di governo che verrà composta dalla premier in pectore Giorgia Meloni. Il debito italiano sarà poi sotto la lente di Moody’s venerdì e già domani si potrà misurare la febbre al mercato con la vendita, sul primario, di 2,5 miliardi di Btp, scadenza due anni e Btp Italia fino a 1,25 miliardi.

Mercoledì toccherà ai Bot con scadenza semestrale per cinque miliardi.

Sull’obbligazionario europeo pesa l’andamento dei titoli inglesi, fiaccati dal programma di maxi taglio di tasse deciso dal nuovo governo, che sta travolgendo anche la sterlina.

Nell’area della moneta unica il quadro è peggiorato inoltre dopo le parole della presidente della Bce Christine Lagarde al comitato per gli affari economici e monetari del parlamento europeo. L’Istituto centrale prevede un forte rallentamento dell’attività economica del blocco nel corso dei prossimi trimestri e vede ancora rischi al rialzo sulle prospettive di inflazione. La stretta della Bce però non può fermarsi: “allo stato delle cose ci aspettiamo di aumentare ulteriormente i tassi di interesse nei prossimi diversi ‘meeting’, per smorzare la domanda e scongiurare il rischio di un persistente spostamento al rialzo delle aspettative di inflazione”.

A Giorgia Meloni inoltre saranno fischiate le orecchie, quando Lagarde ha chiarito che Francoforte non attiverà il nuovo programma di acquisto di titoli di Stato per mitigare un aumento dei costi della raccolta legato a errori di politica economica interna.

In tal caso sarà più appropriato un sostegno al paese attraverso il programma Omt, che implica pesanti condizioni.

Sulla crescita globale si registra infine la preoccupazione dell’Ocse, secondo cui l’economia del pianeta sta rallentando, più di quanto previsto mesi fa, per l’invasione russa dell’Ucraina e poiché le crisi energetiche e inflazionistiche rischiano di sfociare in recessioni nelle principali economie.

Nuovi minimi per euro e sterlina. Dollaro su

Il dollaro si conferma l’acquisto preferito del periodo, mentre euro e sterlina continuano ad arretrare.

La moneta unica tratta al momento a 0,961, dopo aver aggiornato il minimo ventennale, mentre la divisa britannica ha toccato un nuovo basso record contro dollaro a 1,0327, -4,9%. Le perdite si sono poi ridotte, ma i prezzi dei titoli di Stato inglesi sono crollati sulle voci che Bank of England potrebbe intervenire per frenare la caduta della sterlina. Il rendimento dei gilt a 2 anni del Regno Unito è salito oltre il 4,5%.

Sul fronte energetico è volatile anche l’andamento del petrolio, dopo le recenti perdite (Brent +0,8% 86,84 dollari al barile), mentre il gas scivola intorno ai 170 euro per megawattora.  

Piazza Affari: bene i titoli finanziari

Il principale listino di Piazza Affari è sostenuto in gran parte dai titoli finanziari, soprattutto il risparmio gestito. La maglia rosa va a Finecobank +3,55%, spinta dalla promozione di Ubs a “buy” da “neutral” con un target price che passa a 14,6 da 13,1 euro. In scia Banca Mediolanum +3,28%. Sono più timide le banche, con Banco Bpm e Bper in leggerissimo calo. I titoli della salute risultano ben comprati con Amplifon +2,68% e Recordati +2,33%.

Torna sugli scudi Telecom, +2,61%, dopo aver testato recentemente nuovi minimi storici. Secondo alcuni osservatori il risultato elettorale alimenta l’appeal speculativo sul titolo nella prospettiva di una scalata di Cdp, che sarebbe gradita ad alcuni esponenti di Fratelli d’Italia. Sulla stampa si parla inoltre della possibile vendita delle attività brasiliane.

Tornano gli acquisti sull’industria: Ferrari +2,29%, Leonardo +2,24%, Iveco +2,19%. Bene Campari +2,41%.

In ribasso ci sono soprattutto utility. Il peso maggiore grava su Enel, -2,08%. Deboli Terna -0,88% e Snam -0,8%. Tra i petroliferi arretra Eni -0,63%.

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