X

Borsa Italiana e la grande fuga dei manager: non solo per Brexit

Imagoeconomica

A Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa italiana, arriva l’ora della ritirata. Mentre scoccava l’ora della Brexit (ricordiamo che Borsa Italiana è controllata dal London Stock Exchange) molti manager hanno già lasciato la società che controlla il listino di Milano: tra questi da segnalare Luca Peyrano, amministratore delegato di Elite (la piattaforma nata nel 2012 che coordina 1.400 Pmi non quotate in 45 diversi Paesi nel mondo), e quello del chief financial officer Andrea Maldi, che lavorava a Piazza Affari da cinque anni. A questi si aggiungono una ventina di professionisti che hanno lasciato EuroTlx, il sistema multilaterale di negoziazione 4 opera nel settore del trading. Alcuni di loro, sempre secondo quanto sostiene il settimanale finanziario Milano Finanza, avrebbe trovato posto a Mediobanca. Senza dimenticare che dal prossimo primo aprile Raffaele Jerusalmi, pur restando amministratore delegato di Borsa italiana, lascerà la responsabilità globale del Capital Markets del London Stock Exchange, cioè il cuore della Borsa.

Più che la Brexit in sé, a scatenare la fuga dei manager è stato il via libera dato lo scorso novembre dai soci del London Stock Exchange all’acquisizione da 27 miliardi di dollari di Refinitiv, la banca-dati concorrente di Bloomberg, in mano per il 55% agli americani di Blackstone e per il 45% ai canadesi di Thomson Reuters. Questo significa che dopo l’operazione Blackstone e Thomson Reuters avranno complessivamente il 37% del capitale Lse e il 30% dei diritti di voto. Era dunque ovvia una riorganizzazione societaria, peraltro iniziata a gennaio, da quando Londra ha annunciato che il responsabile globale del Capital Markets non sarà più il ceo di Borsa Spa, Raffaele Jerusalmi, bensì Murray Roos, un nuovo manager in arrivo da Citi. Roos assumerà il ruolo di group director del settore Capital Markets e sarà membro del comitato esecutivo di Lse. Farà riferimento direttamente all’amministratore delegato David Schwimmer.

La partenza di alcuni professionisti non è l’unico caso che mette in allarme Borsa Italiana: venerdì 31 gennaio è arrivato anche il monito dell’Ocse, dicendo che Piazza Affari è troppo piccola e che l’Italia ha bisogno di veder aumentare il numero delle società quotate. Secondo il rapporto Capital Market Review sull’Italia, negli ultimi anni il Paese ha intrapreso importanti riforme strutturali per migliorare la robustezza finanziaria delle imprese e per rafforzare i mercati dei capitali quale fonte complementare per il finanziamento alle stesse. Tuttavia il mercato italiano dei capitali è ancora sottodimensionato rispetto a numerose altre economie avanzate.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati