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Borsa chiusura 20 febbraio: a Piazza Affari farmaceutici e utilities alla riscossa. Spread sotto 150

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I listini europei chiudono contrastati oggi, senza che il dato sul rallentamento della crescita dei salari nell’area euro abbia avuto un impatto significativo sulla propensione al rischio, mentre Wall Street si muove debole dopo il lungo weekend festivo. Al Nasdaq (-1,24%) arretra Nvidia (-5,79%), il titolo più sorprendente dell’ultimo anno che domani presenterà i conti, potendo entusiasmare o deprimere il mercato. Sempre domani, inoltre, la Fed pubblicherà i verbali della sua ultima riunione, anche se, dopo gli ultimi dati sull’inflazione Usa di gennaio, si fa sempre più strada tra gli investitori la consapevolezza che i tagli dei tassi arriveranno più tardi di quanto sperato.

Europa contrastata, Milano piatta

Piazza Affari, incerta tra lettera e denaro fino all’ultimo minuto, chiude quasi piatta +0,08%, a 31.701 punti base, sostenuta da Diasorin +3,38%, Unipol +2,11%, Ricordati +1,72%, Hera +1,7%, zavorrata da Iveco -3,66%, Telecom -2,38%, Bper -2,33%, Stm -1,89%.

Londra cede lo 0,12%, nonostante il balzo di Barclays (+8,7%) che ha presentato un piano triennale per l’eliminazione di 2 miliardi di sterline di costi, la restituzione di 10 miliardi di sterline (12,6 miliardi di dollari) agli azionisti e l’investimento nelle sue azioni di fascia alta.

Si apprezzano Madrid (+0,89%) e Parigi (+0,34%), scendono Amsterdam -0,88% e Francoforte -0,14%.

Sul mercato dei cambi l’euro è in ripresa contro dollaro in area 1,08%.

Il petrolio tipo Brent arretra dello 0,74% a 82,94 dollari al barile. L’oro brilla sempre di più e si avvicina 2030 dollari (2028,615) con una crescita dello 0,5% circa.

La crescita dei salari rallenta in Eurolandia

A sollevare l’umore non è bastato oggi il fatto che la crescita delle retribuzioni contrattuali della zona euro abbia rallentato nell’ultimo trimestre 2023, confermando le aspettative del mercato che il picco è già stato raggiunto, siamo però ancora lontani da un dato coerente con un’inflazione al 2%. La crescita è del 4,46% contro il 4,69% del trimestre precedente, mentre ci vorrebbe una crescita intorno al 3% per un’inflazione in zona 2%. La Bce sostiene che i risultati previsti fra tre mesi, che conterranno i cruciali contratti collettivi del 2024, saranno un indicatore chiave per capire fino a che punto i tassi di interesse potranno scendere dai massimi storici di oggi.

Tra le notizie importanti del giorno, ma che non hanno portato ottimismo in occidente, c’è l’annuncio della Cina della più grande riduzione mai realizzata del tasso ipotecario di riferimento per i finanziamenti a cinque anni, al 3,95% dal 4,2%. In seguito a questo i listini asiatici hanno chiuso invece in rialzo.

A dare una piccola scossa in Europa è stato invece il governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey secondo il quale non c’è bisogno che l’inflazione torni al 2% per tagliare i tassi. D’altra parte, vi sono segnali incoraggianti che la dinamica dei prezzi sta scendendo rapidamente, mentre la recessione tecnica in cui l’economia del Regno Unito è entrata lo scorso anno sarà probabilmente “molto piccola”.

Piazza Affari in ripresa con A2a, focus anche su Stellantis

Piazza Affari ha accelerato nell’ultima mezz’ora spinta dagli acquisti sulle utility, dopo i brillanti conti perlinati di A2a (+1,46%) che ha chiuso lo scorso anno con un Ebitda record pari a 1,97 miliardi di euro (1,50 miliardi nel 2022, +32%).

L’euforia ha contagiato Hera, Terna +1,1%, Snam +1,08%, Italgas +0,87%.

La vetta del listino è stata scalata da titoli della sanità come Diasorin e Recordati +1,72%, mentre tra i titoli finanziari è ripartita la corsa di Unipol +2,11%, che venerdì scorso ha annunciato un’opa su Unipolsai, per tagliare la catena di controllo nel gruppo attraverso l’incorporazione della partecipata. Gli analisti di Intesa Sanpaolo confermando il buy sul titolo con prezzo obiettivo di 8,9 euro, affermano che “la razionalizzazione farà emergere il valore della società, penalizzato finora da un significativo sconto a livello di holding”.

Le banche sono deboli: arretrano soprattutto Bper e Monte Paschi -1%, mentre nel risparmio gestito scende Banca Generali -1,78%.

La maglia nera del giorno tocca a Iveco, alla sua seconda seduta in calo dopo la lunga scia positiva. Prese di profitto anche su Telecom e Saipem -1,73%. 

Chiude in calo frazionale Stellantis -0,91%, con il presidente John Elkann alle prese con la faida familiare che vede la madre Margherita contrapposta ai figli di primo letto per l’eredità degli Agnelli. Secondo Mf la figlia dell’Avvocato vuole annullare gli atti che hanno portato John Elkann al controllo della società al vertice dell’impero.

Sull’altro piatto della bilancia, ad accendere la fantasia del mercato, c’è l’anticipazione di Bloomberg secondo cui Stellantis, con Renault e Volkswagen, stanno pensando a unire le forze per fronteggiare la concorrenza nell’auto elettrica e l’obiettivo sarebbe la creazione di una Airbus a quattro ruote.

È in frazionale rialzo Generali +0,63% che ha visto la Fondazione Crt arrotondare la sua quota al 2%.

Fuori dal paniere principale sale Buzzi, +2,05%, promossa da Barclays a ‘Overweight’ da Equalweight, con un target price a 42 dai 33 euro precedenti.

Positiva Fincantieri +1,01%, con un’accelerazione di investimenti militari nel settore cantieristico secondo i vertici della società.   

Il mare è calmo per i titoli di Stato

I titoli di Stato della zona euro proseguono la loro placida navigazione. Lo spread tra Btp decennale Bund di pari durata si conferma a 150 punti base, con tassi stabili rispettivamente al 3,85% e 2,34%.

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