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BORSA CHIUSURA 13 APRILE: Piazza Affari spiazzata dalle nomine. Tonfo di Enel, bene il lusso

Imagoeconomica

Le nomine ai vertici delle partecipate statali scombussolano un po’ Piazza Affari, che oggi chiude piatta, mentre il resto d’Europa è in progresso. Svetta su tutte Parigi, +1,13%, grazie alla trimestrale di Lvmh (+5,49%) e sono timidamente positive Francoforte +0,15%, Londra +0,27%, Madrid +0,31%.

Oltreoceano Wall Street, trascinata dal Nasdaq (+1,4%) festeggia la conferma che l’inflazione Usa si sta raffreddando.

Soffre il dollaro, che arretra ai minimi da un anno contro un panel di valute, mentre l’oro brilla nel timore di una recessione negli Stati Uniti e in vista di una Fed più cauta.

Piazza Affari fanalino di coda con Enel 

Così, mentre Wall Street appare ottimista e la piazza europea delle grandi firme, Parigi, aggiorna i massimi storici, Milano arriva al traguardo incolore (-0,01). A zavorrare il Ftse Mib è soprattutto Enel -3,92%, su cui sono fioccate in seduta le prese di profitto a seguito dell’indicazione a sorpresa di Flavio Cattaneo e Paolo Scaroni ai vertici del colosso elettrico. Arretra inoltre Terna, -1,64%, dove il timone passa a Giuseppina Di Foggia (ex numero uno di Nokia), prima donna ai vertici di una delle grandi società pubbliche. Sul fronte opposto Leonardo (+3,21%), con l’ex ministro Roberto Cingolani che occupa la casella di Alessandro Profumo, come da attese. In progresso Eni (+1,45%) e Poste (+1,08%), con la conferma rispettivamente di Claudio Descalzi e Matteo Del Fante.

Fuori da questa partita governativa, l’indice delle blue chip è guidato da Moncler +4,45%, in scia a Lvmh, che ha registrato un aumento del 17% delle vendite nel primo trimestre, superando le stime grazie alla forte ripresa dell’attività in Cina. Nel settore festeggiano anche Ferragamo (+1,64%), Tod’s (+2,98%) e Cucinelli (+1,7%).

Le banche sono in leggero calo, con l’eccezione di Monte Paschi +0,94%. 

Lettera sul risparmio gestito e utility, con Hera che cede l’1,46%.

Nella parte alta del listino invece si fanno largo Amplifon +2,5%, Nexi +2,09%, Pirelli +1,82%.

Spread stabile 

Lo spread tra decennale italiano e tedesco appare stabile, a 182 punti base (+0,32%), ma i tassi salgono, +4,15% per il Btp e +2,33% per il Bund.

Sul primario intanto il Tesoro ha collocato oggi l’importo massimo di 9,5 miliardi di euro in quattro Btp tra cui il nuovo 7 anni, che ha strappato un rendimento di 4,02%, al top da ottobre, rispetto al 3,98% precedente. Collocati anche 3,25 miliardi di euro di Btp a tre anni  con un tasso al 3,59%, ai minimi da febbraio, rispetto al 3,71% di marzo. Infine assegnati 1,25 miliardi in ciascuno dei due off-the-run con scadenza rispettivamente settembre 2044 e febbraio 2037.

Wall Street in rialzo mentre l’inflazione frena

Wall Street si muove in progresso nella mattina americana, con il Nasdaq che guida il rimbalzo. 

Ieri la lettura dei verbali dell’ultima riunione della Fed aveva gelato i mercati ipotizzando una possibile, seppur debole, recessione dovuta alle crisi bancarie.

Oggi a indurre un certo ottimismo sono i nuovi dati sull’inflazione. A marzo infatti i prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono scesi dello 0,5% rispetto al mese precedente, registrando il maggior calo in tre anni, contro attese per un dato invariato.

La componente “core”, quella depurata dalle componenti più volatili come beni alimentari, energetici e servizi commerciali – è salita dello 0,1% mese su mese, dopo il +0,2% di febbraio. Rispetto a un anno prima, i prezzi sono aumentati del 2,7%, in rallentamento dal 4,9% annuale registrato a febbraio (rivisto dall’iniziale 4,6%). Frena anche l’inflazione  ‘core’ al 3,6%, dopo il 4,5% di febbraio (rivisto dall’iniziale 4,4%). L’andamento appare confortante, anche alla luce dei prezzi al consumo visti ieri.

Insieme all’inflazione si raffredda anche il mercato del lavoro, almeno a giudicare dalla crescita delle richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione salite di undicimila a 239mila, contro attese a 235mila.

Dollaro debole, corre l’oro 

Il rischio recessione e la prospettiva di una Fed più cauta pesa sulla divisa americana. Il dollar index, che misura l’andamento della moneta rispetto a un paniere di valute, è ai minimi da un anno. L’euro guadagna circa mezzo punto percentuale e tratta intorno a 1,105. Per la stessa ragione prende fiato il petrolio, dopo la corsa a seguito dei nuovi annunciati tagli alla produzione da parte dell’Opec+, il Brent tratta intorno a 87 dollari al barile, mentre il Wti è intorno agli 83 dollari.

Corre invece l’oro, che sta guadagnando oltre l’1%, per un valore al momento di 2037,6 dollari l’oncia.

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