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Bond, i rendimenti corrono: Btp sfiora il 2%, Bund ai massimi dal 2018. Rivoluzione dei portafogli

FIRSTonline

Tokyo riapre i battenti al rialzo. Sulle Borse cinesi piove liquidità. Il quadro è meno allegro se si guarda ad Ovest. L’Europa, alle prese con il dramma ucraino, fa i primi conti con il disastro e le varie emergenze, in Usa si fa strada la sensazione che la battaglia contro l’inflazione sarà più difficile e costosa di quanto non ammetta la Fed. E i grandi operatori stanno rivedendo i portafogli: meno titoli di crescita, qualche cautela anche per quelli value. Più di tutti piace il cash.

Sale il Nikkei, Alibaba lancia un buyback da 25 miliardi

Il Nikkei di Tokyo è in rialzo dell’1,3%. Avanza anche l’Hang Seng di Hong Kong, +1%. L’indice dei Tecnologici sale del 3%. Tra i componenti, Alibaba guadagna l’8% dopo aver annunciato un aumento del programma di riacquisto titoli a 25 miliardi di dollari, dieci in più del precedente.

Future in ribasso in Usa e all’Eurostoxx

I future di Wall Street e Eurostoxx arretrano di poco meno di mezzo punto percentuale. Ieri il Nasdaq ha chiuso in ribasso dello 0,4%, il Dow Jones dello 0,6%. S&P500 in pratica invariato. La seduta della borsa degli Stati Uniti, partita al rialzo, ha girato verso il negativo dopo l’intervento di Jerome Powell. Il governatore ha avvertito che la Banca centrale Usa deve muoversi “speditamente” per ridurre un’inflazione troppo elevata, se serve anche con un incremento superiore al quarto di punto percentuale.

Boeing chiude in ribasso del 3,6% dopo l’incidente in Cina. Brillano i titoli della Difesa i più brillanti del listino.

Aumentano i prezzi delle materie prime. Il petrolio WTI guadagna il 2% stamattina, a 114 dollari il barile. Ieri i ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno discusso della possibilità di bloccare le importazioni di petrolio russo.

Corrono i bond. I vigilantes vedono il sorpasso dei titoli a breve

Riusciranno i nostri eroi a evitare la recessione? Jerome Powell, presidente della Fed, assicura di sì. La Fed, ha tuonato ieri, alzerà i tassi di interesse “più velocemente” e “in modo più aggressivo”, anche oltre un quarto di punto se necessario. Ma, scrive Reuters, “i bond vigilantes stanno uscendo dalla foresta”. Fuor di metafora, gli investitori pronti a sfruttare le debolezze delle banche centrali sono già in azione per punire la politica tardiva e timida della Fed. La prova? La forbice tra i bond a due anni, i più sensibili all’andamento dei tassi ufficiali, e quelli a dieci anni si è ridotta da 60 a 20 punti base avvicinandosi al punto di svolta. Ma quasi sempre, quando i tassi a breve rendono di più di quelli a lunga, arriva la recessione: il mercato pretende di farsi pagare di più il denaro che presta a breve di quello a lungo, perché pessimista sul futuro dell’economia. E così ieri, proprio mentre parlava Powell, il rendimento del T bond a 10 anni è salito a 2,298% (da 2,153%), ai massimi dal 2019, ma il due anni ha fatto ancor di più, passando da 1,942% a 2,153%: l’ululato dei vigilantes è già sul marciapiede di Wall Street.

Cash is king: Warren Buffett punta sulle assicurazioni, vola Generali

Un argomento tecnico astruso, ma che ha immediate conseguenze pratiche: Warren Buffett, il re del mercato, ieri ha comunicato l’acquisto della compagnia di assicurazioni Alleghany (+25% per 11,6 miliardi di dollari), l’operazione più impegnativa dal 2016. L’obiettivo è mettere le mani sui portafogli finanziari più liquidi, perché, di questi tempi, “Cash is king”. E le cose non cambiano in Europa: i rendimenti dei bond governativi di lungo periodo della zona euro sono saliti nel primo pomeriggio su livelli che non si vedevano da almeno due anni, il Bund tedesco addirittura ai massimi dal 2018. E nel frattempo le Generali hanno messo a segno il settimo rialzo consecutivo: la battaglia per il controllo di Trieste assume ancora più valore.

L’Europa frena più, ma la Buba insiste: tassi più alti entro l’anno

Le strade delle banche centrali si separano. Jerome Powell avverte che la Fed è pronta ad alzare anche più di 25 punti base i tassi ad ogni occasione, nel caso ce ne fosse bisogno. Christine Lagarde, dopo aver sottolineato che “al momento non si vedono segni di stagflazione”, ha però ribadito che la politica della Bce sarà “improntata alla flessibilità”, perché “la guerra in Ucraina avrà probabilmente un impatto sull’attività delle imprese e potrebbe re-innescare un aumento del risparmio delle famiglie, come già accaduto durante i lockdown”. Perciò Francoforte è pronta a fare marcia indietro dopo aver annunciato la fine dei sostegni.

La ragione sta nei numeri di Fitch: secondo l’agenzia di rating, il Pil mondiale quest’anno scenderà dello 0,7%, deteriorato com’è “dall’intensificarsi delle sfide poste dall’inflazione e dall’invasione dell’Ucraina”. Ma l’economia a stelle e strisce limiterà il calo allo 0,2%, a +3,5%. Il Pil di Eurolandia è stato invece ridotto di 1,5 punti, al 3%. Di qui l’urgenza a difendere la crescita, anche a scapito dell’aumento dei tassi “meno veloce che negli Stati Uniti”, come sottolinea Fitch. Ragionamento che non convince Joachim Nagel, presidente della Bundesbank: “È chiaro – dice – che se le prospettive di inflazione lo richiedono, dovremo continuare a normalizzare la politica monetaria e anche iniziare ad aumentare i nostri tassi di interesse chiave”.

Il Btp sfiora il 2%, Bund ai massimi dal 2018

La corsa dei prezzi delle materie prime e la guerra in Ucraina stanno provocando forte tensione sulla parte più lunga delle curve dei rendimenti.

Il rendimento del Treasury Note a dieci anni passa sul mercato oggi a 2,18%, nell’area dei massimi da maggio 2019. Il nostro BTP decennale è intorno a 1,97%, sui massimi da due anni. Il Bund decennale tedesco schizza a +0,44%, livello che non si vedeva da novembre 2018.

Le obbligazioni europee rischiano a marzo di portare a termine il terzo mese negativo di seguito come già accaduto a febbraio e a gennaio.

Lo spread sale a 152 punti (+0,82%). Da segnalare anche che il tasso dei titoli tedeschi a 4 e a 5 anni si porta in territorio positivo per la prima volta dal luglio 2015.

I petroliferi fanno scudo a Milano (+0,3%), il Pil scende a +2,7%

Piazza Affari (+0,3% a 24,294 punti) chiude positiva grazie allo sprint dei petroliferi. Sale anche Londra, la più sensibile alle materie prime.

L’agenzia Fitch ha drasticamente ridotto la stima sulla crescita dell’economia italiana, destinata a fermarsi quest’anno a 2,7% rispetto a 4,3% delle attese precedenti.

Parigi -0,57% e Francoforte -0,55%. Madrid -0,35%. L’indice tedesco dei prezzi alla produzione a febbraio è aumentato del 25,9% dopo il +25,0% di gennaio e il +24,2% di dicembre 2021.

Mosca riapre a metà, S&P cancella il rating russo.

Apertura a metà per la Borsa di Mosca. Resta chiuso il comparto azionario, riprendono gli scambi sulle obbligazioni statali. La Banca centrale si è impegnata a comprare debito pubblico per aumentare la liquidità e aiutare a stabilizzare il sistema finanziario. Il rendimento del debito pubblico russo a 10 anni ha toccato quota 14,30%, +210 punti base. Perde ancora colpi il rublo: -3%.

Goldman Sachs ha tagliato per la seconda volta la previsione del pil 2022 di Mosca a -10% da -7%. S&P global ha deciso di ritirare il rating della Russia dopo che l’Unione Europea ha invitato le società di revisione di negare il rating alle società domiciliate nel Paese.

Gennady Timchenko, alleato di lunga data del presidente russo Vladimir Putin, si è dimesso dal consiglio di amministrazione del produttore di gas Novatek dopo essere stato preso di mira dalle sanzioni imposte per l’invasione russa dell’Ucraina. Novatek, il più grande produttore privato di gas naturale della Russia, non ha fornito una motivazione per le sue dimissioni. Timchenko, lo scorso anno è stato il sesto miliardario più ricco della Russia con un patrimonio netto di 22 miliardi di dollari, secondo la rivista Forbes.

Vola Tenaris, Eni scopre un giacimento in Algeria

La grande vincente della seduta è stata Tenaris (+6,1%), seguito da Eni (+2,9%). Il Cane a sei zampe, insieme a Sonatrach, ha annunciato ieri una importante scoperta anella concessione Zemlet el Arbi, nel bacino del Berkine Nord nel deserto algerino. Le stime preliminari permettono di ipotizzare circa 140 milioni di barili di capienza. Hsbc ha alzato il rating a buy da hold.

Recupera dopo un avvio difficile Saipem (+0,6%): la presentazione del piano di ristrutturazione del gruppo fissato per venerdì è uno degli appuntamenti più delicati della settimana.

Corre Leonardo, grande freddo per Tim sotto 0,30.

Continua senza soste la marcia di Leonardo (+3%), il punto di riferimento della politica della Difesa.

La decisione di Fitch di abbassare il rating di Telecom Italia (-1,47%) da BB a BB- con outlook negativo è all’origine del nuovo ribasso del titolo, scivolato a 0,29 euro.

Tengono le utility, cresce l’attesa per Poste

Superano senza grossi problemi l’impatto del decreto sull’energia le utility. Dice Equita: “Dalle nostre prime stime, con ancora molti elementi da approfondire e non confermate dalle società, gli impatti sembrano non particolarmente rilevanti”. Enel ed Italgas avanzano dell’1,1%, A2A +1,9%.

In movimento Poste Italiane (+0,40%) in vista dei conti di domani accompagnati dalla guidance e dall’aggiornamento del piano al 2024.

Deboli i bancari: Mediobanca -2,2%, Intesa Sanpaolo -0,9%, Bper -0,6%, Unicredit -0,3% e Banco Bpm -0,1%.

Fanalino di coda del paniere principale è stata Diasorin (-3%), che ha ceduto parte dei guadagni di venerdì.

Trai titoli minori balzo di Bialetti (+22,5%). Venerdì sera la società di caffettiere dell’omino con i baffi ha comunicato il ritorno all’utile dopo una lunga ristrutturazione: 5,8 milioni i profitti consolidati nel 2021 contro una perdita l’anno prima di 10,5 milioni.

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