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BlackRock sotto accusa: le sue scelte ESG favoriscono la Cina e 19 procuratori chiedono l’intervento della Sec

Imagoeconomica

“Il mio maestro Robert Bartley soleva dire che ci vogliono almeno 65 editoriali per suscitare la giusta attenzione su un problema. E io ne ho avuto conferma in questi anni in cui ho invano cercato di sollevare il tema degli investimenti che si celano dietro la sigla Esg”. Così un editoriale non firmato del Wall Street Journal, espressione cioè della direzione del quotidiano di Rupert Murdoch, ha dato il via alla battaglia contro la finanza verde, quella che si richiama alla sacra trinità (Envitonment, Social e Governance) del pensiero ambientalista.

L’occasione per scagliare il primo siluro l’ha offerta una lettera di otto pagine alla Sec, l’organo di controllo della Borsa Usa, inviata da Mark Brnovich, procuratore generale dell’Arizona, ma sottoscritta da altri 18 colleghi in rappresentanza di altrettanti Stati “blu”, cioè a maggioranza repubblicana. Nella missiva i procuratori mettono sotto accusa nientemeno che BlackRock, il più importante gestore del mondo, accusando Lawrence Fink, il mitico finanziere democratico, d’imporre nei fatti i suoi standard ambientali nella scelta degli investimenti dei fondi passivi che si affidano alla sua consulenza, a partire dai fondi dei dipendenti pubblici.

L’attacco dei procuratori a BlackRock

“Secondo quanto ci risulta – scrive ancora il magistrato dell’Arizona – BlackRock sembra utilizzare il denaro duramente guadagnato dai cittadini dei nostri stati per eludere il miglior ritorno possibile sugli investimenti, nonché per appropriarsi del loro voto”. Di qui la richiesta alla Sec di indagare sui rapporti tra BlackRock e i gruppi impegnati nella battaglia per il climate change, sui sostegni anche finanziari offerti alle campagne per le “emissione zero” e sugli eventuali conflitti di interesse alla luce delle leggi antitrust. Richieste “politiche” che cadono in un momento particolare per la corsa degli investimenti Esg.

La legge di Biden sull’ambiente

L’offensiva repubblicana arriva, non a caso, in contemporanea all’approvazione della legge sull’ambiente voluto da Joe Biden. Si profila, lamentano i conservatori, un asse destinato a tagliare fuori gli investimenti sgraditi alla Casa Bianca per favorire gli investimenti scelti secondo criteri noti solo a BlackRock, nel nome della corporate finance.

I rapporti con la Cina

Ma non è la sola accusa mossa a Fink: il gestore, secondo le accuse, ha una sorta di fil rouge con la Cina consacrato dal lancio, giusto un anno fa, di una serie di fondi di investimento nel Paese del Drago, una scelta a suo tempo aspramente contestata anche da George Soros. Oggi, in un momento assai delicato per l’economia cinese (Goldman Sachs prevede il calo del pil al 3% dal 3,3%), la finanza di Pechino si accinge a lanciare un set di prescrizioni ambientali, per il momento su base volontaria, presto un obbligo, che ricalcano le linee guida delle regole di Fink.

Lo spettro elettorale

Insomma, è l’accusa dei repubblicani, BlackRock continua a fare affari con Pechino con la scusa del verde, tradendo tra l’altro il rapporto fiduciario con i propri clienti, che hanno il diritto di pretendere il miglior ritorno sui propri investimenti. Il duello, già caldo, potrebbe diventare rovente nel caso di un’affermazione repubblicana nelle elezioni di mid term a novembre. Sembra scontato che, in quel caso, le Big Oil chiederanno nuovi diritti di perforazione negli States. Ma che succederà se, nel frattempo, i fondi consigliati da Fink bocceranno questi investimenti? O una nuova spinta per il carbone? Dietro l’assalto dei procuratori a BlackRock c’è lo scontro politico sull’ambiente, probabilmente il campo di battaglia decisivo per la politica Usa. E per il nostro futuro.

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Categories: Finanza e Mercati