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Bitcoin recupera, Fed non esclude rialzi, commodity in calo

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La bufera sulle criptovalute si è fermata. Anzi: forte del rinnovato sostegno di Elon Musk, Catie Woods e altri guru di primo piano, il Bitcoin è risalito a 40 mila dollari, seguito dall’Etereum. Resta l’ombra di una giornata matta, in cui sono state bruciate e poi in parte recuperate decine di miliardi di dollari. Senza, per la verità, creare grossi sconquassi sui listini, che pure manifestano, dopo la lunga corsa, voglia di far pulizia. Non è solo un problema di criptovalute, accusa Sandy Robertson, un veterano di Silicon Valley. “Vedo molta monnezza nelle Spac – dice – così come nelle ultime Ipo”. E soffrono gli eroi amati dai Robinhooders: Musk e Catie, a capo dei fondi Ark, già protagonisti di rialzi a tre o quattro cifre.

Tanto trambusto ha messo in secondo piano le tanto attese minute della Fed, da cui è emerso che “un certo numero di banchieri” nell’ultimo vertice ha sostenuto che, se continuerà la ripresa dell’economia, si dovrà cominciare a parlare di “un piano per stabilizzare gli acquisti di assets”. Ovvero proprio quello che pensano gli operatori di tutto il mondo: se ne riparlerà probabilmente a fine estate, in occasione dell’incontro di Jackson Hole.

VOLA L’EXPORT DEL GIAPPONE: +38% GRAZIE ALL’AUTO

Le borse dell’Asia sono poco mosse, con l’eccezione di quella di Sidney (+1%). L’indice Asia Pacific è sotto dello 0,2%. Hong Kong -0,8%, deboli Tokyo e la Corea, dove domina il ritorno dei venditori allo scoperto, di nuovo ammessi dopo due anni di divieti.

Boom dell’export giapponese ad agosto: +38%, grazie al traino di auto ed elettronica di consumo.

FUTURE PIATTI, IN CALO I PREZZI DELLE MATERIE PRIME

Nessuna indicazione dai future di Wall Street all’indomani di una seduta di lieve ribasso dell’indice S&P500 (-0,29%). Meglio il Nasdaq (-0,03%). Dow Jones -0,48%.

La sindrome inflazione non pesa stamane sul T bond: 1,66% il decennale.

In calo anche i prezzi delle materie prime: minerali ferrosi -8%, carbone -7%. Stamattina il petrolio WTI è in lieve rialzo a 63,5 dollari il barile. Le scorte di greggio degli Stati Uniti sono salite di 1,3 milioni di barili, 0,7 milioni di barili in meno di quel che si aspettava il consensus degli analisti. Ieri il greggio del Texas ha perso il 3,2%.

ELUSIONE DEL FISCO, INCHIESTA PENALE SU TRUMP

La Trump Organization, holding di famiglia dell’ex presidente Donald Trump, è oggetto di un’inchiesta penale per sospetta elusione fiscale. Lo ha annunciato il procuratore dello Stato di New York.

DE GUINDOS (BCE): BENE L’INFLAZIONE SE ACCOMPAGNA LA RIPRESA

In attesa dell’uscita delle minute della Fed, ieri ha parlato il vicepresidente della Banca centrale europea, Luis De Guindos: “La Bce – ha dichiarato – interverrà sui mercati obbligazionari se riterrà che l’aumento dei tassi non sia giustificato da una ripresa dell’economia”.

Diverso il caso se ci sarà una ripresa in atto: “Se l’inflazione inizia a crescere perché si normalizza l’attività economica, allora i tassi nominali dovranno salire”.

Nel frattempo, però, la “Stability Review” della Banca centrale rileva che “i governi si trovano ad affrontare un delicato equilibrio tra un aggiustamento prematuro delle misure di sostegno, che potrebbe contribuire a innescare un’ondata di insolvenze aziendali, e il mantenimento di tali misure per troppo tempo, mantenendo così in vita imprese non sane”. E in attesa della quadratura del cerchio gli operatori hanno un solo imperativo: vendere.

ANCHE IN EUROPA LA BUFERA SUI BITCOIN, OGGI IN RIPRESA

Le criptovalute hanno rubato ieri la scena alle azioni, perché il settore è nel panico. Il Bitcoin è caduto in ribasso fino a 30mila dollari, per poi recuperare a 37mila dollari (-14%). Coinbase, la più importante piattaforma di scambi di strumenti finanziari che permettono un’esposizione al criptomondo, ha perso il 6%.

Il prezzo si è dimezzato in un mese rispetto al picco storico di 64mila dollari toccato a metà aprile. L’Ethereum ha perso in pochi minuti il 45% del suo valore, toccando un minimo a 1.918 dollari: ora passa di mano in calo del 23%, a 2.600 dollari.

La tempesta è scoppiata quando la Banca del Popolo della Cina ha ribadito la sua contrarietà ai token come forme di pagamento digitale. Ma la discesa era iniziata qualche giorno prima, quando Elon Musk aveva bocciato il bitcoin ritenendolo troppo poco “green”.

IN ROSSO MILANO (-1,6%), NELLA UE CAROVITA AL 2%

Piazza Affari cede l‘1,58% e scivola a 24.486 punti, con vendite spalmate su tutti i settori.

In rosso gli altri listini: Francoforte -1,66%, Amsterdam -1,63%, Parigi -1,45, Madrid -1,26%, Londra -1,07%.

Sale l’inflazione. Nell’Eurozona, ad aprile il tasso annuo è salito all’1,6%, dall’1,3% di marzo. Nell’Unione europea il tasso è cresciuto al 2%, dall’1,7% di marzo.

In Gran Bretagna il livello dei prezzi è più che raddoppiato in aprile, al top dall’anno scorso, ed è passato dallo 0,7% annuale di marzo all’1,5%. A fare da traino sono stati i costi dell’abbigliamento e dell’energia.

IL BUND A -0,09%: NON ACCADEVA DA DUE ANNI

Accelera la corsa all’acquisto del Bund a -0,11%, dopo esser arrivato nelle prime battute fino a -0,09%, un livello mai visto negli ultimi due anni.

Il Btp ha recuperato dai minimi per terminare la seduta in modesto calo, dopo una giornata segnata ancora una volta da tassi in salita sul rafforzarsi delle attese di inflazione in un mercato che ragiona sulle prossime mosse delle banche centrali e su un tapering che potrebbe arrivare prima del previsto.

LO SPREAD RISALE A 123

A fine seduta, la forbice tra i tassi Btp e Bund sul tratto a 10 anni si è attestata a 119 punti base, dai 117 della vigilia dopo un massimo a 123.

Il tasso del decennale chiude a 1,07% dopo un picco a 1,11%, massimo da fine agosto, sopra di sei punti rispetto a 1,05% della vigilia.

FTSE MIB, SOLO CINQUE TITOLI POSITIVI

Sale l’oro: la Bce mette in guardia su una possibile bolla immobiliare nel Vecchio Continente. Va anche in scena la frana del Bitcoin. In questa cornice resistono all’Orso solo cinque titoli: Amplifon +0,58%, A2a +0,35%, Diasorin +0,32% e Recordati +0,24%. Nel settore bancario, positiva solo Banca Bpm (+ 0,35%).

TOD’S +3,5%: NEL FUTURO C’È LVMH. VOLA AEFFE (+8,9%)

Fuori dal listino principale, allunga Tod’s (+3,5%), sui massimi da agosto 2019 (+63% da inizio anno). Diego Della Valle, presidente e azionista di controllo del gruppo del lusso, ha spiegato di non avere intenzione al momento di vendere la società, ma se mai decidesse di fare questo passo avrebbe “piena fiducia in persone come Bernard Arnault”, del gruppo Lvmh.

Molto bene nell’abbigliamento Aeffe (+8,92%). Intesa Sanpaolo ha alzato il prezzo obiettivo da 1,23 a 1,65 euro, confermando la raccomandazione add dopo i conti del primo trimestre. “Apprezziamo che la raccolta ordini per la stagione autunno-inverno 2021-2022 sia stata +12% rispetto allo scorso anno, con tutti i marchi in espansione con l’eccezione di Alberta Ferretti (piatta anno su anno)”.

BATTUTA D’ARRESTO PER MEDIOBANCA. FINECO -2,7%

Per il resto prevale il profondo rosso. Arretra il comparto bancario, il più seguito per le manovre che coinvolgono Unicredit (-1,26%), Bper (-1,89%) e Monte Paschi (-3,74% dopo il balzo della vigilia).

 Le vendite si accaniscono su Fineco (-2,71%). In forte discesa Banca Mediolanum (-1,95%) e Mediobanca (-1,93%), in attesa dei prossimi acquisti di Delfin, che, con il 15,4%, già supera largamente la quota in mano al patto collegiale.

CNH SOTTO TIRO, GIÙ I PETROLIFERI

Tra gli industriali, precipita Cnh Industrial (-5,35%). Buzzi Unicem segna -3,55%, così come Pirelli. Stellantis arretra (-2,40%).

Penalizzato anche il comparto petrolifero: Tenaris -2,74%, Eni -2,28% e Saipem -1,67%.

TIM (-0,91%) SPERA NEL PALLONE. CALANO I DEBITI

Tim (-0,91%) ieri ha licenziato risultati trimestrali in calo, ma migliori delle attese. Stesso andamento per i prossimi mesi: i dati potrebbero peggiorare fino a giugno e recuperare nella seconda metà dell’anno grazie ai diritti sulle partite della Serie A. Tra gennaio e marzo, la società guidata da Luigi Gubitosi – appena confermato come ad fino alla primavera 2024 – ha chiuso con ricavi a 3,75 miliardi, con il fatturato da servizi fissi tricolori in calo dello 0,5% a 2,138 miliardi e ricavi da mobile scivolati dell’11,3% a 757 milioni.

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La novità migliore dei conti è arriva dal debito, sceso a fine marzo a 21,15 miliardi (dai 23,32 di fine dicembre) grazie alla vendita del 37,5% di Fibercop (1,8 miliardi) e alla generazione di cassa del periodo, salita a 469 milioni.

TECHNOGYM -8%. ALESSANDRI VENDE ANCORA

In pesante rosso Technogym (-8%). La holding di controllo TGH ha messo in vendita 12 milioni di azioni, circa il 6% del capitale, a 10,81 euro, con uno sconto del 4%. Si tratta della quarta cessione di quote da parte di Nerio Alessandri, che in questo modo scende al 34% del capitale, ma con diritti di voto al 50.

NUOVO PIANO INDUSTRIALE PER DIGITAL MAGICS

Sale Esprinet (+2,64%): Intesa Sanpaolo ha alzato il prezzo obiettivo da 14,1 a 15,5 euro, confermando il rating buy.

Sull’Aim, denaro su Digital Magics (+1,88%): l’azienda (tra gli altri soci c’è Tamburi) ha annunciato il nuovo piano industriale.

Categories: Finanza e Mercati