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Bitcoin, i futures sono sette ma mancano le regole

Pixabay

Con lo sbarco domenica notte di quattro futures sul Chicago mercantile exchange (Cme), i contratti derivati agganciati ai Bitcoin e quotati su mercati regolamentati – dopo le tre scadenze sul Cboe, il Chicago option exchange, l’11 dicembre – arrivano a sette. Si fa sempre più caldo dunque il dibattito intorno alle criptovalute, e l’Europa, con la Francia in prima linea, chiede a gran voce una regolamentazione che ormai sembra sempre più necessaria. Proprio la Francia ha proposto di portare il tema dei Bitcoin sul tavolo del prossimo G20, in programma il prossimo aprile in Argentina.

Non ci sono solo preoccupazioni economico-finanziarie. I rischi infatti sono anche legati alla sicurezza, con la criptomoneta che, difficilmente controllabile, può essere strumento di finanziamento del terrorismo internazionale e, più in generale, del riciclaggio di denaro frutto di attività criminali più o meno gravi. Una sorta di mega lavatrice in grado di ripulire il denaro sporco di tutto il mondo. “Il bitcoin potrebbe essere uno strumento formidabile per i terroristi e i criminali di tutto il mondo”, ha detto il presidente Macron.

Intanto il dibattito è anche incentrato sulle differenze tra il mercato Cboe e Cme. Secondo alcuni investitori, i future di bitcoin al Cme potrebbero attrarre una maggiore domanda da parte di investitori istituzionali perché il prezzo finale è determinato attingendo a una serie di exchange, mentre quello dei future del Cboe è legato solo a quello fissato dal Gemini exchange, controllato e gestito dai gemelli Cameron e Tyler Winklevoss, famosi per le dispute con Facebook.

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Categories: Finanza e Mercati