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Bce, resa dei conti: la tedesca anti-Draghi se ne va, arriva Panetta

Imagoeconomica

“Con una sola telefonata Trump ha cercato di arruolare il leader straniero per la sua rielezione, ha messo le strutture diplomatiche Usa al servizio del suo avvocato personale e ha usato per i suoi interessi William Barr, il più importante esponente della giustizia degli Stati Uniti”. Così Bloomberg sintetizza la telefonata di Donald Trump al presidente dell’Ucraina del 25 luglio scorso perché indagasse sul figlio di Joe Biden, uno dei probabili sfidanti alla Casa Bianca. Si apre così un nuovo capitolo in vista delle elezioni del 2020, ormai il dato più rilevante dell’agenda geopolitica. Non a caso, alla ricerca del consenso di Wall Street, Trump ha riscoperto ieri i toni morbidi nella guerra dei dazi: “L’accordo con la Cina – ha detto – potrebbe essere più vicino di quanto non immaginate”.

CONTINUA LA CORSA AI FONDI DELLA FED

Intanto proseguono le tensioni sul mercato all’ingrosso dei capitali. L’offerta di liquidità condotta ieri dalla Fed di New York non è riuscita a soddisfare le richieste, arrivate a 92 miliardi di dollari, rispetto ai 75 miliardi messi a disposizione. Lo stesso è avvenuto il giorno precedente. Il presidente della Federal Reserve di Chicago Charles Evans ha detto che le recenti tensioni sui mercati finanziari Usa a breve termine sollevano dubbi riguardo al bilancio della Fed, che potrebbe essere troppo ristretto rispetto alle esigenze di riserve delle banche. “Forse è un segno che il bilancio è più ristretto di quanto avevamo previsto”, ha aggiunto Evans. A monte dei problemi tecnici c’è comunque il debito pubblico degli Stati Uniti, salito anche per effetto delle politiche volute dalla Casa Bianca. Nei primi 11 mesi dell’anno fiscale in corso (settembre 2018-settembre 2019), il deficit pubblico è salito a 1.000 miliardi di dollari, mai visto così alto negli ultimi sette anni. I mercati intanto festeggiano il calo delle tensioni sui dazi.

TOKYO FESTEGGIA CON PRUDENZA L’ACCORDO CON GLI USA

Stamattina la Borsa di Tokyo è in rialzo dello 0,4% nel finale di seduta. Nella notte è stato firmato un accordo di natura commerciale tra il Giappone e gli Stati Uniti, con i secondi che congelano la minaccia di dazi sull’automotive ed il primo che si impegna a comprare prodotti agricoli. È solo un’intesa preliminare di non ampia portata, ma è un segnale positivo.

L’indice Hang Seng di Hong Kong guadagna lo 0,3%, più cauto il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen perde lo 0,6%. Kospi di Seul +0,2%.

Anche Wall Street ha preferito concentrarsi sui dazi trascurando l’Ucrainagate: Dow Jones +0,61%, S&P 500 +0,62%. Il Nasdaq avanza dell’1,05%.

Vola dopo i conti Nike (+4,2%). Sale Philip Morris dopo il fallimento della possibile fusione con Altria, alle prese con i problemi della controllata Juul, leader del fumo elettronico.

BOOM DEGLI ETF SULL’ORO. PETROLIO, L’ARABIA TORNA AL TOP

Oro in rialzo dello 0,4% a 1.509 dollari, dal -1,8% di ieri. Ma ieri è stata anche una giornata di travolgenti acquisti di ETF che replicano il prezzo dell’oro: +22 milioni di tonnellate, il livello più forte degli ultimi quattro mesi.

Piatto il petrolio: la produzione saudita è tornata sopra gli 8 milioni di barile. Il Wti tratta a 56.63 dollari al barile (-0,07%). Eni -1%, Saipem -2%

BCE, LASCIA IL FALCO SABINE: ARRIVA PANETTA

Ad un mese dall’uscita di Mario Draghi dai vertici della Bce prosegue il confronto tra falchi e colombe dopo le ultime decisioni prese dal presidente contro l’opposizione di una parte consistente del direttorio.  Oggi la pubblicazione del Bollettino Economico della Bce potrebbe offrire qualche indicazione in più sulla strategia di Mario Draghi che oggi parlerà a Francoforte in un clima caldo. Sabine Lauterschlaeger, membro tedesco del direttivo, ha dato ieri le dimissioni in segno di protesta contro le ultime decisioni della banca centrale. L’ex vicepresidente della Sorveglianza della BCE, da sempre su posizioni opposte a Draghi, lascia l’incarico con due anni di anticipo. Quasi un gesto di frustrazione perché la linea Draghi sembra destinata a proseguire. L’annuncio di frau Sabine, l’unica donna nel direttorio prima dell’arrivo di Christine Lagarde è arrivato nel giorno della notizia dell’arrivo di Fabio Panetta nel board della banca che sosterrà la linea Draghi come dovrebbe fare anche Christine Lagarde, in arrivo alla fine del mese prossimo a Francoforte. 

MILANO RECUPERA MA CHIUDE IN ROSSO

Milano (-0,51% a 21.788) ha recuperato nel finale buona parte del terreno perduto dopo che Donald Trump si è detto ottimista sulle trattative con la Cina.

Francoforte -0,57%. Anche ieri la cronaca finanziaria si è confusa con la cronaca nera. Gli ispettori di polizia sono tornati in Deutsche Bank per raccogliere materiali per l’inchiesta su Danske Bank: L’ex ceo in Estonia, Aivar Rehe, è stato trovato morto a Tallin. Scomparso da lunedì, aveva testimoniato in un’inchiesta internazionale sul riciclaggio di 220 miliardi di dollari che coinvolge anche la banca tedesca. Ieri + 0,5%.

In rosso anche Parigi (-0,70%) nonostante le note positive in arrivo dal Capital Market Day di Essilor-Luxottica. Il colosso degli occhiali si aspetta nei prossimi anni un incremento delle vendite nell’area del 5% annuo e un andamento simile o leggermente migliore degli utili. Di qui al 2023 si prevede una crescita dei ricavi “mid-single-digit” e senza “acquisizioni strategiche”.

JOHNSON SFIDA I COMUNI: ELEZIONI PER SALVARE LA BREXIT

Piatta Londra (-0,03%), in pratica ingessata nel giorno della riapertura del Parlamento. In un clima un po’ surreale Boris Johnson respinge l’ipotesi delle dimissioni mentre l’opposizione, commenta Giuseppe Sersale di Anthilia, “esita a lanciare un voto di sfiducia che avrebbe il solo effetto di evitargli l’umiliazione di chiedere l’estensione all’EU: meglio lasciarlo nel suo brodo”.

Poco mossi i mercati obbligazionari congelati dall’effetto impeachment. Il tasso del Btp decennale si è attestato a 0,83%, in linea con la chiusura precedente.

Bund a -0,57%La curva tedesca dei tassi è schiacciata come non succedeva dai tempi del fallimento di Lehman Brothers.

I CTZ A NUOVI MINIMI DALL’APRILE 2018

Lo spread si ferma in area 142 punti dai 144 del finale di seduta di ieri.

Il Tesoro ha collocato 1,5 miliardi di euro di Ctz giugno 2021 con un rendimento in calo a -0,236% minimo da aprile 2018.

Collocati anche 450 milioni del Btpei settembre 2041 su una forchetta d’offerta tra 250 e 500 milioni di euro.

Oggi tocca all’offerta di 6,5 miliardi di Bot a sei mesi. Ieri sul mercato grigio l’emissione è stata trattata a -0,17%/-0,20%, contro il precedente -0,217%.

GENERALI IN CORSA CON ALLIANZ PER L’ASSE CON BBVA

Banche in chiusura ben sopra i minimi di giornata. Ha archiviato la seduta in terreno positivo Mediobanca (+0,6%) nel giorno in cui si è riunito il Patto dei soci.

Sale anche Generali (+0,5%), in corsa con Allianz nella gara per il bancassurance di BBVA. Sembra invece svanita l’ipotesi di un’alleanza industriale tra la compagnia e Ubi banca (+1,2%).

In rosso Banca Mediolanum (-1%). Il Tar del Lazio ha dichiarato inammissibili, per difetto di giurisdizione, i ricorsi con cui Silvio Berlusconi e Fininvest hanno impugnato i provvedimenti di Banca d’Italia propedeutici alla decisione della Bce che nel 2016 ha imposto l’obbligo di cedere la quota in Mediolanum eccedente il 9,99%.

La blue chip peggiore è stata Juventus (-2,5%) che prosegue nella discesa innescata dalla notizia dell’aumento di capitale. Ribassi superiori al 2% anche per Recordati e Amplifon.

Tra i Big in rosso anche Fca (-1,6%), Pirelli (+0,2%).

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