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Banche superstar in tutto il mondo: disco verde per gli Npl di Mps

Anche Mario Draghi può sbagliare. Ieri la Bce è stata costretta a correre ai ripari per temperare l’effetto delle dichiarazioni del presidente sulla ripresa e sulla fine della deflazione, a torto interpretate come il segnale di una prossima fine del Quantitative Easing. In realtà, secondo quanto riferito in via ufficiosa a Bloomberg, Draghi si era limitato a minimizzare l’effetto del temporaneo calo dell’inflazione ma non voleva segnalare un prossimo inasprimento della politica monetaria. Di qui la momentanea ritirata dell’euro sotto quota 1,13 sul dollaro, dopo i massimi registrati in mattinata: ma la corsa è presto ripresa: stamattina l’euro tratta a 1,140 su dollaro, sui massimi degli ultimi 13 mesi.

Nessuna incertezza invece sul fronte della Fed. La Banca centrale Usa ha comunicato ieri che 32 sulle 34 banche sistemiche americane, dopo aver superato gli stress test, potranno liberamente promuovere buy back e aumenti di capitale. Il settore Financials (+1,6%) ha così preso il volo: Bank of America ha registrato un rialzo superiore al 2%. È in vista un buy back per 12 miliardi. JP Morgan (+2,01%) ha già anticipato l’intenzione di procedere ad un buy back per 19,4 miliardi e l’aumento del dividendo a 0,56 dollari. Più dividendo e riacquisto azioni per 15,6 miliardi anche per Citigroup.

IN RIALZO I FINANZIARI ANCHE IN ASIA, RIPARTE IL TECH

L’effetto dell’annuncio della Fed si è già fatto sentire anche in Asia. A Tokyo +0,4%, guadagnano attorno al 2% Nomura, Mitsubishi Financial e Mizuho. Guadagni simili per le banche a Sidney, ad Hong Kong Hsbc avanza del 2,6%. Bene anche le banche di Stato cinesi: Icbc +1,2%. Salgono tutti i listini: Hong Kong +0,8%, Shanghai +0,3%, Seul +0,5%, Mumbai +0,5%.

QUINTO RIALZO CONSECUTIVO PER IL PETROLIO

Il balzo delle banche e la riscossa del tech hanno dato la carica ai mercati Usa: il Dow Jones è salito dello 0,68%, S&P 500 +0,88% ha registrato la migliore seduta da aprile. Grande performance del Nasdaq (+1,43%), il rialzo più robusto dal 7 novembre, la data dell’elezione di Donald Trump. Recuperano (+1,3% l’indice di settore) i titoli tecnologici dopo il tonfo della vigilia.

Petrolio in rialzo per il quinto giorno consecutivo nonostante l’aumento a sorpresa delle scorte settimanali americane. Il Wti guadagna 50 cent a 44,74 dollari e il Brent di 44 cent a 47,09 dollari al barile. A Piazza Affari Eni +0,3%, Saipem +1,2%. Banca Imi ha confermato la raccomandazione hold e il prezzo obiettivo a 4 euro. 

MILANO AL TOP: ANCHE CONFINDUSTRIA PREVEDE +1,3% PER IL PIL

Borse europee contrastate in attesa dell’autentica del pensiero di Mario Draghi. La corsa dell’euro per buona parte della seduta ha frenato i listini. Ma fa eccezione Milano, dove è proseguita la festa dei titoli bancari. Piazza Affari ha chiuso in testa alla classifica. L’indice Ftse Mib archivia la seduta con un rialzo dell’1,24%, sopra i 21 mila punti a quota 21.048.

Confindustria migliora decisamente la stima del Pil italiano per quest’anno e ritocca al rialzo quella del 2018, fotografando un’accelerazione dell’economia legata a export e investimenti. Il Centro studi di Confindustria (Csc) alza la stima del Pil 2017 all’1,3% dallo 0,8% stimato in dicembre. Il Pil del secondo e del terzo trimestre è visto rispettivamente a +0,3% e +0,4% congiunturale. Anche S&P ha migliorato la stima di crescita dell’Italia nel 2017 a +1,2% da +0,9% precedentemente indicato. Confermata invece una previsione di crescita di 1% nel 2018.

Francoforte ha ceduto lo 0,19%, Parigi lo 0,11%. Madrid sale dello 0,51%. Londra è arretrata dello 0,63%. Oggi il governatore della Bank of England, Mark Carney, ha affermato che i tassi di interesse dovrebbero salire entro poco tempo. La sterlina ha guadagnato lo 0,9% contro il dollaro e lo 0,7% contro l’euro. Dopo una punta a 1,1388 – record da dieci mesi – il cross euro/dollaro si sgonfia fino a un minimo intraday di 1,1292, salvo poi risollevarsi in area 1,1320.

CALA L’INFLAZIONE, SI RAFFREDDANO I BTP

Prevalgono i segni meno sui Btp, anche se con chiusure ampiamente sopra i minimi dopo le precisazioni in arrivo dalla Bce. Nella seduta di martedì il tasso decennale italiano è salito di una decina di centesimi, riportandosi sopra quota 2%. Ieri ha toccato un picco al 2,09%, ai massimi da oltre due settimane.

Lo spread Btp/Bund si conferma invece a grandi linee invariato (nonostante una puntata ancora oggi a 169 pb), a conferma di come tutto il mercato europeo abbia reagito alle indicazioni giunte dalla Bce. Cala l’inflazione italiana (-0,1%). Su base annua l’aumento dei prezzi si riduce all’1,2%. Oggi sono in agenda i preliminari sull’inflazione tedesca di giugno, con attese per un lieve calo: a 1,4% da 1,5% di maggio per il dato nazionale, a 1,3% da 1,4% per l’armonizzato. Venerdì arriverà invece il flash sull’inflazione della zona euro, attesa in calo a 1,2% da 1,4% di maggio.

Ieri il Tesoro ha collocato 6,75 miliardi di Bot semestrali (su 6,5 miliardi in scadenza), con rendimento sceso al nuovo minimo storico di -0,372%. Le aste a medio lungo si terranno venerdì, per la giornata festiva a Roma. L’offerta di Btp quinquennali, del nuovo decennale agosto 2027 e di Ccteu è fino a 8 miliardi.

BANCHE ALLE STELLE. UNICREDIT TITOLO TOP IN EUROPA

Ancora in grande fermento il comparto bancario. L’indice italiano del settore registra un rialzo del 2,9%, più che doppio rispetto al paniere europeo a +1,4%. A Parigi Bnp Paribas è salita del 2,8%, Société Générale +2,3%. In Spagna Unicaja Banco ha annunciato ieri sera di aver raccolto 688 milioni di euro attraverso la vendita iniziale di nuove azioni. La banca di Malaga può rimborsare gli aiuti statali ricevuti e da domani sarà sul listino di Madrid con una capitalizzazione di 1,7 miliardi di euro.

A sostenere il clima di euforia contribuisce, dopo la soluzione del nodo delle banche venete, la prossima cessione di 26 miliardi di sofferenze di Monte Paschi. Unicredit + 4,1% a 16,87 euro, sui massimi da un mese è la miglior blue chip di Piazza Affari ma anche il miglior titolo dell’indice Eurostoxx Banks: da inizio anno il titolo guadagna il 23%, meglio del paniere europeo (+14%). Continua a salire Intesa (+2%) e superano i due punti percentuali anche Mediobanca e Banco Bpm (+2,45%). Dalle parole dell’ad di Piazza Meda, Giuseppe Castagna, è emerso che il rinnovo degli accordi di bancassicurazione tra la banca e UnipolSai, in scadenza a fine giugno, è sempre più in bilico. Rimbalza, dopo una serie di tonfi, Banca Carige (+2,18).

FINECO GUIDA LA CORSA DEL GESTITO

I record di raccolta (grazie ai Pir) e del patrimonio (il settore ha superato 2 mila miliardi) spingono al rialzo i Big del risparmio gestito. Svetta tra tutti Finecobank (+3,7%). Al rally della società guidata dall’amministratore delegato Alessandro Foti avrebbe contribuito anche l’ipotesi di alcuni vantaggi che potrebbero arrivare dalla eventuale creazione di una società-prodotto all’estero.

Inoltre, il conto economico non rischia di venire influenzato da eventuali revisioni del calcolo delle commissioni di performance, non previste nella politica commerciale del gruppo. Questo è stato il tema del giorno per il settore: infatti, l’autorità di controllo del Regno Unito (FCA) ha stabilito che le società del settore devono rivedere il sistema delle commissioni, in modo che diventi semplice per il sottoscrittore capire quali sono i costi del prodotto che stanno acquistando. Banca Mediolanum sale del 2,5%, Banca Generali +2,29%.

SÌ AL BUY BACK DI MEDIASET. TELECOM-CALENDA: LA SFIDA CONTINUA

Giornata campale per Mediaset (+2,6%) nel giorno dell’assemblea disertata da Vivendi. Era comunque presente il 51,68% del capitale con oltre il 12% dei piccoli soci e questo ha consentito il via libera al piano di buyback. L’ad Piersilvio Berlusconi non ha escluso accordi con Tim per i diritti della Serie A “ma ad oggi non ci sono dialoghi concreti al riguardo”. Il Biscione si avvia a chiudere un semestre in tono minore: il mercato “è peggiore di come ci aspettavamo. Ma sarà un segno più relativamente piccolo”. I vertici sono stati violentemente contestati dal fondo Amber, che possiede il 2,5% circa.

Sale di tono la polemica tra Telecom Italia (+1,74%) e il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che ha definito “inaccettabili” le affermazioni dell’ad Flavio Cattaneo, durante un’audizione parlamentare sulle gare di Infratel per la realizzazione della rete pubblica per le aree a fallimento di mercato. Cattaneo ha difeso il proprio diritto di investire in quelle aree. Preoccupazioni e osservazioni esposte anche in ricorsi alla Ue e alla magistratura amministrativa, alcuni pendenti, altri respinti.

Intanto Enel ha recuperato oltre un punto di perdita iniziale grazie al clima più disteso sui tassi. Alla fine il titolo ha chiuso chiude in guadagno dello 0,7% a 4,84 euro, riavvicinandosi ai massimi degli ultimi nove anni segnati pochi giorni fa a 4,988 euro. Terna +0,96%: Ubs ha alzato il prezzo obiettivo del titolo a 4,6 da 4,3 euro, confermando la raccomandazione neutral dopo aver incrementato le stime di Eps.

I CINESI SBARCANO IN PRELIOS, AUMENTO DI 50 MLIONI PER IL SOLE

L’assemblea del Sole 24 Ore ha approvato a maggioranza, con un solo voto contrario e alcuni astenuti, l’aumento di capitale da 50 milioni di euro destinato al rafforzamento patrimoniale del gruppo. L’aumento sarà sottoscritto per 30 milioni di euro da Confindustria, mentre i 20 milioni rimanenti sono coperti da un accordo di pre garanzia con Banca Imi per la formazione di un consorzio che sottoscriverà l’eventuale inoptato. Il gruppo aveva riportato perdite al 2016 e precedenti per 99,8 milioni di euro e nel primo trimestre 2017 per altri 25,9 milioni, per un totale di 125,8 milioni, coperti dalle riserve e dal pressoché totale azzeramento del capitale. L’aumento di capitale è previsto che venga effettuato entro metà novembre e comunque non oltre il 31 dicembre.

Frena Ynap, che ritraccia del 2,5% dopo i rialzi degli ultimi due giorni innescati dalle indiscrezioni, poi smentite da una fonte, di interesse da parte del gigante cinese dell’e-commerce Alibaba Group. Ferragamo -1,5%. L’indebolimento iniziale del dollaro ha penalizzato le società più esposte al biglietto verde: Luxottica -1,5%, Ferrari -0,6%. Recuperano Fiat Chrysler (+0,8%) e Brembo (+1,7%). Fincantieri avanza di oltre il 7% dopo che Kepler Cheuvreux ha promosso il titolo a buy e migliorato il target price da 0,9 a 1,1 euro.

Tra le medium/smll caps svetta Prelios (+15%) dopo l’offerta della conglomerata cinese CEFC attiva nei settori dell’energia, della finanza, del banking e delle infrastrutture. La scorsa notte, secondo quanto appreso da milanofinanza.it, tutti i soggetti coinvolti hanno firmato l’accordo per la cessione delle partecipazioni alla corporation orientale a un prezzo di 0,103 euro per azione.

Progresso superiore al 6% per Tiscali, che ieri ha varato un aumento di capitale da 13 milioni di euro riservato a investitori istituzionali: la società prevede un Ebitda dell’8-12%, con un risultato netto positivo.

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