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Banche promosse sul patrimonio trascinano Piazza Affari

Wikimedia Commons Jonathunder

Le banche trascinano Piazza Affari dopo la comunicazione dei requisiti patrimoniali Srep (il processo di revisione e valutazione prudenziale) indicati dalla Bce e che risultano ampiamente soddisfatti dagli istituti che li hanno comunicati. In una seduta della Borsa di Milano che viaggia a 1,56% a metà mattina, in particolare evidenza Banco Bpm che sale in borsa del 5,07%% a 1,81 euro, dopo che ha comunicato i risultati dell’analisi di Francoforte sul proprio patrimonio che risulta ampiamente capiente.

Bene anche Bper che guadagna il 4,45%, dopo aver messo a segno un incremento dell’8,6% dopo l’annuncio dell’acquisto di Unipol Banca. Ubi sale del 2,82% a 2,1 euro, mentre UniCredit sale del +2,40% a 10,46 euro, e Intesa Sanpaolo che evidenzia un incremento del +1,80% a 2,0 euro.

Per Banco Bpm si tratta di un importante risultato dopo la rilevante azione di de-risking portata avanti negli ultimi due anni. A fronte di un taglio di 21,2 miliardi dei crediti deteriorati, la banca ha registrato rettifiche per 5 miliardi, compensate in termini di creazione di capitale da 3,2 miliardi di risultati operativi e 1,9 miliardi di azioni di capital management. Inoltre la Bce ha ridotto per Banco Bpm la richiesta di Pillar 2 di 25 punti base.

A fronte di una richiesta di Cet1 minimo del 9,25%, Banco Bpm presenta un Cet1 phased in al 31 dicembre 2018 pari al 12,1%. Il Cet 1 fully loaded pro forma, tenendo conto anche delle ultime rilevanti operazioni come il progetto Ace e il riassetto del credito al consumo, risulta pari all’11,5%.

Anche Ubi Banca ha pubblicato i target per il 2019 richiesti dalla Bce che ha stabilito che il gruppo dovrà rispettare un requisito minimo di Cet 1 pari al 9,25% fully loaded e uno di Total Srep Capital requirement al 10,25%. Al 31 dicembre 2018, con un CET1 Ratio phased in dell’11,70% e fully loaded dell’11,34% e un Total Capital Ratio phased in del 13,80% e fully loaded del 13,44%, il Gruppo si è posizionato già al di sopra dei requisiti minimi richiesti.

UniCredit dovrà rispettare i seguenti requisiti patrimoniali su base consolidata a partire dal 1° marzo 2019: 10,07 per cento CET1 ratio, 11,57 per cento Tier 1 ratio, 13,57 per cento Total Capital ratio. Ma al 31 dicembre 2018, i coefficienti patrimoniali di UniCredit su base consolidata erano già superiori ai requisiti minimi: 12,13 per cento CET1 ratio transitori, 13,64 per cento Tier 1 ratio transitorio e 15,80 per cento Total Capital ratio transitorio.

Anche Intesa Sanpaolo ha ricevuto la decisione finale della Bce riguardante il requisito patrimoniale da rispettare a partire dal 1° marzo 2019 a livello consolidato. Il requisito patrimoniale da rispettare complessivamente riguarda l’8,96% per il Common Equity Tier 1 ratio secondo i criteri transitori in vigore per il 2019 e il 9,33% per il Common Equity Tier 1 ratio secondo i criteri a regime. I requisiti al 31 dicembre 2018 risultano anche questa volta superati.

La Banca d’Italia è intervenuta rendendo note le statistiche di dicembre 2018 riguardanti i depositi, gli impieghi e le sofferenze delle banche italiane. I dati a disposizione hanno messo in luce sofferenze lorde in calo a 100,2 miliardi dai 167,4 miliardi registrati a fine 2017 e dai 117,5 miliardi di novembre 2018, ai minimi da luglio 2011. La riduzione su base annua è del 34%, per effetto di alcune cartolarizzazioni di elevato ammontare. Le sofferenze nette, invece, sono scese a 29,5 miliardi (64,1 miliardi il 31 dicembre 2017) dai 38,3 miliardi registrati nel mese precedente, il livello più basso da maggio 2010.

A dicembre, i prestiti concessi al settore privato (corretti per tenere conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari) hanno fatto emergere un incremento del 2% rispetto allo stesso mese del 2017. In particolare, l’autorità di vigilanza ha evidenziato che i prestiti alle famiglie sono aumentati del 2,7% annuo, mentre quelli alle società non finanziarie sono cresciuti dell’1,3% rispetto a dicembre 2017. In merito alla raccolta, a dicembre 2018 Banca d’Italia ha rilevato una crescita dei depositi del settore privato pari al 2,6% rispetto allo stesso mese del 2017, mentre è calata ancora la raccolta obbligazionaria (-12,5% annuo).

 

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