X

Banche, caos esuberi: 20mila uscite entro il 2020

Le banche italiane riaprono il capitolo esuberi. Con 12 istituti in amministrazione straordinaria e forti pressioni per il rafforzamento del capitale, oltre a un costo del lavoro tra i più alti, stando alle dichiarazioni di Abi, il settore si ritrova a dover gestire “gli addetti in eccedenza” (così si legge nella lettera di disdetta del ccnl dell’associazione bancaria) e certamente il problema “occupazione nell’ambito del rinnovo contrattuale”.

Il settore ha sempre incentivato, d’intesa col sindacato, l’uscita volontaria, con l’accesso al fondo di solidarietà. Dal 2000 ad oggi sono state prepensionate volontariamente 48mila persone. Da oggi al 2020 ne usciranno altre 19.800, secondo una stima della Fabi. Questo significa che in 20 anni le uscite volontarie nel credito saranno 67.800. Arrivati al 2013, però, il bacino di coloro che potrebbero andare in pensione o prepensionamento è pressoché esaurito.

“Di sicuro lo scenario presenterà un conto occupazionale che ripropone al centro dell’azione sindacale evitare i licenziamenti. Per questo bisogna riconquistare il contratto attraverso lo sciopero e fare unitariamente l’accordo sul fondo”, ha spiegato Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil.

Il segretario generale della Fiba Cisl, Giulio Romani, ha sottolineato che “il rapporto cost-income è pari al 32% in Italia, contro una media europea del 37%. È evidente che il costo del lavoro incide in banca, ma siamo allineati, verso il basso, con i nostri competitor in Francia e Germania. La ricostruzione che vuole imputare il problema al costo del lavoro è sballata”.

I sindacati che negli ultimi accordi di gruppo hanno proposto e ottenuto la prassi di scambiare le uscite con entrate e stabilizzazioni di giovani sono sul piede di guerra, soprattutto dopo la disdetta del ccnl. Sul piano occupazionale, infatti, si deve constatare che di giovani in banca negli ultimi anni ne sono entrati migliaia. Più, però, per effetto dello scambio tra aziende e sindacati negli accordi sui piani industriali. Certo è che «delle uscite degli ultimi anni, nemmeno il 50% è stato compensato da nuove entrate», ha spiegato Romani.

I piani attuati dai grandi gruppi bancari sono stati importanti: Unicredit, in Italia tra il 2007 e il 2014, ha favorito il prepensionamento di 11.900 persone (200 devono uscire nel 2014). Ma dal 2010 ad oggi ne sono state assunte circa 3.000. L’ultimo accordo ha previsto che nell’arco di 18 mesi – da maggio 2013 – ve ne siano 500. Intesa Sanpaolo tra il 2007 e il 2013 ha visto uscire 24mila persone, sempre volontariamente. Ed entrarne 12mila, per la quasi totalità giovani. Di questi 12.000, 4.800 sono stati assunti con contratto di apprendistato. Il tasso di conferma degli apprendisti è stato del 99,7%, un dato al di sopra della media.

Related Post
Categories: News
Tags: BancheLavoro