X

Banca Generali: “Ops di Mediobanca non sollecitata né concordata”. Generali prende atto della mossa di Nagel, Mps non si ferma

FIRSTonline - Lorenzo Gennari

Mediobanca gioca la sua mano nella partita del risiko bancario proponendo di scambiare la quota del 13% nelle Generali con la totalità delle azioni di Banca Generali. Un’offerta da 6,3 miliardi che gli analisti finanziari promuovono dalla prospettiva di Piazzetta Cuccia, per cui l’operazione ha senso industriale e finanziario. Più tiepidi, invece, per quel che riguarda le ricadute su Generali, azionista di controllo di Banca Generali con il 50,2% del capitale, per cui vedono benefici finanziari ma contenuti.

Banca Generali: cosa ha detto il cda sull’offerta di Mediobanca

Con queste premesse, il consiglio di amministrazione di Banca Generali – riunito in una seduta straordinaria convocata ad hoc – ha preso atto della comunicazione di Mediobanca sull’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Banca Generali, una delle colonne del risparmio gestito italiano. Fermo restando che l’analisi più dettagliata dei termini e delle caratteristiche dell’offerta è in corso, Banca Generali si esprimerà con le tempistiche e secondo le modalità previste dalla legge. Nel comunicato si precisa che l’offerta “non è stata sollecitata né preventivamente concordata con Banca Generali”. Proseguono, dunque, le attività del gruppo Banca Generali secondo quanto pianificato al fine di continuare a contribuire alla creazione di valore per tutti gli azionisti e gli stakeholders. Quanto alla reazione dei mercati, a Piazza Affari lunedì 28 aprile Banca Generali ha fatto scintille (+5,1%), piatta invece Mediobanca (-0,8%).

LEGGI ANCHE La scalata di Mediobanca a Banca Generali: ostacoli e tappe

Generali: il cda prende atto dell’offerta Mediobanca

In concomitanza – ma era stato già convocato da tempo, a prescindere dalle novità di inizio settimana – il cda di Generali ha deliberato sull’attribuzione delle cariche sociali per il triennio 2025-2027 eleggendo presidente Andrea Sironi e amministratore delegato e group ceo Philippe Donnet, dopo il voto per il rinnovo del cda nell’assemblea del 24 aprile. Il nuovo board ha preso atto della comunicazione effettuata in data odierna da Mediobanca sull’offerta pubblica di scambio promossa sulla totalità delle azioni di Banca Generali. “Tale comunicazione non è stata oggetto di trattazione nel corso dell’odierna riunione – si legge in una nota – Ogni valutazione al riguardo sarà assunta nei modi e nei tempi dovuti”.

A Donnet, quindi, sono state confermate le precedenti deleghe esecutive, il ruolo di amministratore incaricato del sistema di controllo interno e gestione dei rischi ed è stata inoltre conferita la nomina a consigliere responsabile per l’antiriciclaggio. Il consiglio di amministrazione ha inoltre istituito il comitato per le Nomine e la corporate governance, nominando presidente lo stesso Sironi e componenti Marina Brogi, Clara Furse, Patricia Estany Puig e Luisa Torchia. Questo comitato proporrà la composizione degli altri comitati “endoconsiliari” in occasione di una prossima riunione del board. Giuseppe Catalano è stato confermato segretario del consiglio di amministrazione, a condizione della positiva verifica del possesso dei requisiti da parte del comitato per le Nomine e la corporate governance.

Risiko bancario: la partita Bpm-Unicredit

Una partita, quella di Mediobanca (che prevede anche l’addio a Trieste, con metà della quota che verrebbe rilevata dal Leone e metà che si “dissolverebbe” nel mercato), che potrebbe incrociarsi con l’ops su Banco Bpm, partita lunedì 28 aprile con la consegna di sole 798 azioni. L’operazione deve fare i conti con i paletti imposti dal governo con il Golden power, in relazione ai quali Unicredit ha chiesto chiarimenti. Nel frattempo il cda di Gae Aulenti ha rinviato al 12 maggio la presentazione dei suoi risultati, inizialmente in programma il 7, stesso giorno di quelli di Banco Bpm.

Risiko bancario: ops su Mediobanca? Mps non si ferma

A Siena, intanto, tira tutt’altro che aria di resa. Fonti vicine al Monte dei Paschi di Siena, infatti, hanno già fatto sapere che la mossa di Mediobanca – un modo per cercare di sottrarsi all’abbraccio non gradito di Mps? – rafforza invece la valenza industriale dell’ops lanciata dall’istituto guidato da Luigi Lovaglio su piazzetta Cuccia. In sostanza, da Siena si nota come la mossa decisa dal cda di Mediobanca confermi la valenza del progetto sottostante all’offerta di Mps con l’ulteriore sviluppo del wealth management tra le due entità. Il fatto che Mediobanca nell’operazione preveda – sempre secondo le medesime fonti – lo scambio della sua partecipazione in Generali non cambia i contorni dell’operazione messa a punto a Siena. Nell’illustrazione dell’ops, anche nell’assemblea dello scorso 17 aprile, Lovaglio ha ribadito che la partecipazione nel Leone di Trieste non è cruciale per la costruzione del terzo gruppo bancario italiano.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati